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Tv e Spettacolo

Zendaya racconta le difficoltà sul set di Dune – Parte Due: “Ho avuto un colpo di calore, lezione imparata”

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L’attesissimo Dune – Parte Due, diretto da Denis Villeneuve e basato sull’epica saga di Frank Herbert, ha richiesto un enorme impegno da parte del cast, non solo dal punto di vista della recitazione ma anche sul piano fisico. Zendaya, interprete del personaggio di Chani, ha condiviso una difficile esperienza vissuta durante le riprese in Giordania, dove il caldo torrido ha reso ogni giorno di lavoro una sfida.

In un’intervista, l’attrice ha raccontato di essersi trovata in situazioni particolarmente scomode sul set, a causa della lontananza dei servizi igienici dalle location delle riprese e della complessità di rimuovere il costume di scena, uno stillsuit ispirato al romanzo di Herbert, che copriva interamente il corpo. Per questo motivo, Zendaya ha deciso di ridurre il consumo di acqua per evitare di doversi cambiare troppo spesso, una scelta che però si è rivelata controproducente. “Eravamo in Giordania, faceva molto caldo e ricordo di aver pensato che i bagni erano così lontani. Se dovevi fare pipì, ti servivano almeno dieci minuti per togliere i costumi, quindi pensai di non bere troppa acqua. Avevo una paura tale di farmela addosso nei pantaloni del costume sul set”, ha rivelato l’attrice.

La scelta di non bere a sufficienza ha però avuto gravi conseguenze. Zendaya ha infatti raccontato di aver avuto un colpo di calore durante una giornata particolarmente calda: “Non avevo bevuto abbastanza e mi sono sentita davvero male. Ricordo di aver chiamato mia madre mentre ero distesa sul pavimento, dicendole che mi sentivo malissimo. Mi chiese se avessi bevuto acqua e io dissi di no, mi sentivo furba ma non era così. Lezione imparata”.

Nel film, Zendaya interpreta la guerriera Fremen Chani, un personaggio che vive nel deserto e indossa uno stillsuit, una tuta concepita per riciclare i liquidi corporei e mantenere l’individuo idratato. Tuttavia, come l’attrice ha ironicamente sottolineato, i costumi di scena non avevano la stessa funzione nella realtà, risultando invece scomodi e per nulla d’aiuto contro il caldo opprimente. In passato Zendaya aveva già lamentato il disagio causato dall’abbigliamento di scena, che pur essendo fedele all’immaginario del libro, richiedeva un notevole sacrificio da parte del cast.

Nonostante le difficoltà affrontate, Zendaya ha espresso più volte il proprio entusiasmo per aver partecipato a un progetto di tale portata, elogiando Denis Villeneuve e il resto del team per la visione ambiziosa e la qualità del lavoro svolto. Con il primo capitolo di Dune che ha riscosso un enorme successo di pubblico e critica, l’attesa per il secondo episodio continua a crescere. L’uscita di Dune – Parte Due è prevista per il 2025, e i fan non vedono l’ora di tornare nel mondo di Arrakis per scoprire il proseguimento della storia di Paul Atreides e Chani.

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Adrien Brody vince il Golden Globe, “Un onore raccontare gli immigrati”

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Adrien Brody, già celebre per aver vinto l’Oscar come miglior attore protagonista nel 2003 per Il Pianista, ha nuovamente conquistato un importante riconoscimento ai Golden Globes 2024 per la sua interpretazione nel film The Brutalist. Il film, diretto da Brady Corbet, ha visto Brody protagonista nel ruolo di László Tóth, un architetto ebreo ungherese che sopravvive all’Olocausto e si rifugia negli Stati Uniti.

Un personaggio che riflette il tema dell’immigrazione

Brody ha raccontato di essersi immedesimato profondamente nel personaggio di László, che, dopo la fuga dall’Europa devastata dalla guerra, costruisce una nuova vita negli Stati Uniti. L’attore ha spiegato che raccontare l’esperienza degli immigrati è stato per lui un onore, visto che anche la sua famiglia ha vissuto un viaggio simile. Sua madre, la fotografa Sylvia Plachy, emigrò negli Stati Uniti negli anni ’50, fuggendo da Budapest durante la rivoluzione ungherese.

Un film che celebra la resilienza

Il personaggio di László, sebbene ispirato da eventi storici, è frutto di fantasia, ma simboleggia la lotta per la sopravvivenza e il contributo degli immigrati alla costruzione del sogno americano. Brody ha sottolineato come gli immigrati, pur contribuendo alla crescita del paese, venivano trattati come estranei. “Nonostante l’assimilazione, molti immigrati venivano trattati come se non fossero all’altezza”, ha spiegato l’attore.

Il film, che racconta la vita di un architetto che trova successo in America, esplora anche l’arte e la cultura portata dagli emigranti che, pur affrontando difficoltà e discriminazioni, hanno dato un contributo fondamentale alla crescita urbana e sociale degli Stati Uniti.

Cinema come strumento di memoria e lotta contro l’intolleranza

Brody ha inoltre riflettuto sul potere del cinema di farci riflettere sull’importanza della memoria e sulla lotta contro l’intolleranza: “La bellezza del cinema è che ci fa sedere tutti insieme in una stanza buia, ricordandoci che dobbiamo essere vigili e non permettere più intolleranza e oppressione.”

Con la sua performance in The Brutalist, Brody non solo ha vinto il Golden Globe, ma ha anche offerto al pubblico una potente riflessione sulla resilienza degli immigrati e sull’importanza di accogliere e comprendere le diverse storie di vita.

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Addio ad Antonio Sancassani, storico proprietario del cinema Mexico di Milano

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Antonio Sancassani, iconico proprietario del cinema Mexico di Milano, si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia. Fondatore del Mexico nel 1980, Sancassani era una figura di spicco nel panorama culturale milanese e internazionale, noto per aver mantenuto in programmazione per oltre quarant’anni il cult musicale “The Rocky Horror Picture Show”, trasformando ogni proiezione in un evento festoso e partecipativo.

Un uomo e il suo cinema

Nel 2011 Sancassani aveva ricevuto l’Ambrogino d’Oro, la massima onorificenza del Comune di Milano, in riconoscimento del suo contributo alla cultura cittadina. Il cinema Mexico, sotto la sua guida, è diventato un punto di riferimento per gli amanti del cinema indipendente e per chi cercava un’esperienza cinematografica unica.

Cordoglio sui social

La notizia della sua scomparsa ha suscitato numerosi messaggi di affetto e cordoglio sui social. “È morto Antonio Sancassani, favoloso combattente del cinema Mexico di Milano”, scrive un’utente su X (ex Twitter), aggiungendo poeticamente: “Per un momento nel mondo tutti i proiettori hanno smesso di funzionare”.

Cinema Mexico chiuso per lutto

Oggi il cinema Mexico ha chiuso le sue porte in segno di lutto, con un cartellone esposto all’ingresso e un messaggio registrato sulla segreteria telefonica per annunciare la perdita del suo storico fondatore.

Antonio Sancassani lascia un’eredità indelebile nel mondo del cinema e nella memoria collettiva di Milano, dove il suo impegno e la sua passione hanno dato vita a un luogo di cultura e comunità amato da generazioni.

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Morto il regista Jeff Baena, marito di Aubrey Plaza

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Jeff Baena, noto regista e scrittore, è stato trovato morto il 3 gennaio all’età di 47 anni. Era il marito dell’attrice Aubrey Plaza. Baena, famoso per film come Life After Beth e The Little Hours, è stato trovato senza vita in una casa nella zona di Los Angeles. A darne notizia sono stati i media statunitensi, che citano fonti delle forze dell’ordine.

Secondo le informazioni fornite dalle autorità, Baena è stato trovato da un assistente che ha chiamato la polizia intorno alle 10:30 del mattino (ora locale). Le prime indagini suggeriscono che potrebbe trattarsi di un suicidio.

La notizia della sua morte ha sconvolto il mondo del cinema e i fan, con molti che hanno espresso le loro condoglianze sui social media. La tragica scomparsa di Baena lascia un vuoto nella comunità cinematografica, e in particolare nel cuore della sua famiglia e dei suoi cari.

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