Tv e Spettacolo
“PrimaFestival”, Guaccero e Corsi alla conduzione, con loro Pollio
Da sabato 8 fino al 15 febbraio, subito dopo il Tg1 delle 20, torna su Rai 1, per la nona volta, il “PrimaFestival” che accompagnerà il pubblico verso la 75^ edizione del Festival di Sanremo. A condurre, in studio, due popolari volti della tv: Bianca Guaccero e Gabriele Corsi che potranno contare sulle incursioni al Teatro Ariston della brillantissima Mariasole Pollio.
Ogni sera, il trio offrirà uno sguardo esclusivo e dinamico su ciò che accade sul palco, dietro le quinte e nel mondo social che ruota intorno al Festival. Con stili e approcci complementari, i conduttori condurranno i telespettatori, attraverso interviste, curiosità e momenti inediti, alla scoperta dell’essenza del Festival più amato dagli italiani.
Come da tradizione consolidata, PrimaFestival sarà anche il primo programma ad accendere i riflettori sui 30 protagonisti della gara. Lunedi 10 l’iconico red carpet sarà interamente trasmesso e commentato da Guaccero, Corsi e Pollio.
Il programma, firmato dagli autori Walter Santillo, Alessio Tagliento e Tania Carminati, con la regia di Carlo Flamini, promette di fondere tradizione e innovazione. Con uno storytelling fresco e interattivo, un appuntamento imperdibile per vivere l’emozione di Sanremo in tutte le sue sfumature, avvicinando generazioni diverse al cuore della musica italiana.
foto: Agenzia Fotogramma
Tv e Spettacolo
Il Leopardi di Rubini un giovane ribelle e affascinante, “Un’icona pop”
“Non più lo studioso curvo sui libri ma un esuberante enfant prodige che desidera divorare il mondo e viverne appieno ogni sfaccettatura”. Così Sergio Rubini, alla sua prima regia televisiva, descrive il “suo” Leopardi che ha raccontato in “Leopardi – Il poeta dell’infinito”, miniserie (scritta insieme a Carla Cavalluzzi e Angelo Pasquini) in onda su Rai1 martedì 7 e mercoledì 8 gennaio. Nei panni del poeta c’è Leonardo Maltese; al suo fianco Alessio Boni (il padre di Giacomo, il conte Monaldo), Valentina Cervi (la madre Adelaide Antici), Giusy Buscemi (Fanny Targioni Tozzetti), Cristiano Caccamo (l’amico Antonio Ranieri), Alessandro Preziosi (don Carmine) e Fausto Russo Alesi (l’amico e mentore Pietro Giordani).
La vicenda prende il via nel 1837 con Ranieri che tenta di convincere don Carmine a dare degna sepoltura a Giacomo che è appena morto. Il sacerdote si oppone perchè, dice, Leopardi era ateo, e Ranieri per convincerlo inizia a ripercorrere a ritroso la vita dell’amico poeta. Il ritratto che ne fa è quello di un giovane dalla vitalità dirompente, una figura brillante, trasgressiva e piena di fascino, ben lontano dalla figura grigia e polverosa raccontata sui libri di scuola. Non a caso, ad interpretarlo è stato chiamato un giovane di bell’aspetto come Maltese e al personaggio è stata volutamente tolta ogni deformità fisica: “Abbiamo cercato di raccontare la sua visione del mondo piuttosto che la sua fisicità – spiega Rubini – Gli abbiamo tolto la gobba e quella patina un pò presepiale che lo accompagna e ci siamo preoccupati del suo pensiero».
Per spiegare il senso dell’operazione, Rubini ricorre al paragone con “Amadeus”, film da otto Oscar di Milos Forman incentrato su una presunta quanto improbabile inimicizia tra Mozart e Salieri: «Quel film ha divulgato l’idea del mondo di Mozart e ha reso pop la musica classica. Se noi riuscissimo a raccontare il “Leopardismo” e a rendere pop il suo pensiero e la sua poetica, faremmo un grande lavoro”. Con Rubini concorda Alessio Boni: “A 14-15 anni certi ragazzi sono profondi, ogni volta che nasce un bambino nasce un infinito anche se siamo in un mondo disumano. Entrare oggi in un liceo è come entrare all’inferno, i giovani si sentono disadattati”. Da ciò l’importanza della poesia che 2non ha confini. Il vero progresso è crescere in umanità.
A Leopardi abbiamo tolto le etichette e anche la gobba, ma chi se frega della gobba!”. Sul “suo” conte Monaldo, l’attore osserva: “Era un signore austero, rigido, bigotto perchè non andava oltre certi schemi. Adorava la letteratura, la filosofia e la poesia ma a modo suo. Ha dato in pasto al figlio, di cui invidiava il talento, i libri per farlo diventare un uomo, un intellettuale. E lo amava, anche se per lui non esistevano abbracci o il bacio della buonanotte”. Alessandro Preziosi conclude: “Questo lavoro mi rende Leopardi più accessibile di prima” e proprio questo è lo scopo dichiarato di Rubini. “Leopardi – Il poeta dell’infinito” è prodotto da Rai Fiction, IBC Movie, Rai Com e Oplon Film.
Foto: Fabrizio de Blasio
Tv e Spettacolo
Spagna | Polemica sullo sketch di Capodanno: scontro tra libertà di espressione e sensibilità religiosa
Un episodio trasmesso durante lo spettacolo di Capodanno sulla rete televisiva pubblica spagnola RTVE ha suscitato un acceso dibattito nel Paese. Lo sketch, che presentava un’immagine satirica in cui una figura religiosa tradizionale era sostituita da una mucca simbolo di un noto programma televisivo, ha scatenato reazioni contrastanti, dividendo l’opinione pubblica.
L’associazione cattolica Hazte Oír ha denunciato i conduttori dello show, LalaChus e David Broncano, insieme al presidente di RTVE, José Pablo López. Secondo il gruppo, il contenuto dello sketch rappresenta un’offesa grave per la comunità cristiana e un mancato rispetto dei valori fondamentali che una televisione pubblica dovrebbe promuovere. La vicenda è stata definita dall’associazione come l’ennesimo attacco ai sentimenti religiosi, aggravato dall’uso di fondi pubblici.
Sul fronte opposto, il ministro della Giustizia Félix Bolaños ha respinto la denuncia, etichettandola come un tentativo di intimidazione da parte delle frange più conservatrici. Bolaños ha colto l’occasione per sottolineare l’impegno del governo guidato da Pedro Sánchez a favore della libertà di espressione, annunciando una possibile riforma della legislazione sull’offesa ai sentimenti religiosi.
La questione, che intreccia temi di libertà artistica e sensibilità religiosa, ha acceso un acceso dibattito pubblico. Da un lato, chi difende il diritto alla satira come espressione democratica; dall’altro, chi ritiene necessario porre limiti per garantire il rispetto delle tradizioni e delle convinzioni religiose.
La controversia sembra destinata a perdurare, con implicazioni che potrebbero estendersi oltre l’ambito mediatico, sollevando interrogativi su cosa significhi oggi bilanciare rispetto e libertà in una società pluralista.
Tv e Spettacolo
Angelo Sotgiu dei Ricchi e Poveri si scusa per l’incidente in diretta a Capodanno
Angelo Sotgiu, uno dei membri storici dei Ricchi e Poveri, ha voluto porgere pubbliche scuse dopo l’incidente avvenuto durante la trasmissione “L’anno che verrà” su Rai1, la notte di Capodanno. Durante lo show, in onda da Reggio Calabria, l’artista ha pronunciato una parolaccia in diretta, un episodio che ha sorpreso sia il pubblico che i telespettatori.
In un momento di concitazione, mentre la trasmissione si stava avvicinando al fatidico conto alla rovescia per l’arrivo del 2025, Sotgiu ha involontariamente usato parole e toni che non sono tipici del suo comportamento. Il cantante ha spiegato che l’errore è stato causato dalla difficoltà di sentire chiaramente la propria voce in quel momento.
Con una nota di sincerità, Sotgiu ha dichiarato: “Mi scuso con i lavoratori e con il pubblico per aver usato parole e toni sconvenienti, inusuali per me, in un momento di concitazione perché non si sentiva distintamente la mia voce.”
Il cantante ha voluto precisare che non era sua intenzione offendere o creare imbarazzo, e ha ribadito il suo rammarico per quanto accaduto, augurando un felice anno nuovo a tutti.
L’incidente, seppur inaspettato, non ha alterato la riuscita della trasmissione, che ha avuto un ampio seguito di pubblico, ma è stato comunque un momento che non è passato inosservato, suscitando reazioni tra i telespettatori e sui social.
Con la sua sincerità, Sotgiu ha messo fine alla questione, dimostrando ancora una volta la sua volontà di affrontare l’episodio con trasparenza e rispetto per il suo pubblico.
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