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Kieran Culkin esplora ferite intime e storiche in “A Real Pain”

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(di Lucia Magi) Kieran Culkin, conosciuto al grande pubblico per il ruolo di Roman Roy in Succession, torna sul grande schermo con “A Real Pain”, un dramedy scritto e diretto da Jesse Eisenberg. Culkin, che ha conquistato la critica con la sua interpretazione nella serie HBO, si è immedesimato istantaneamente nel personaggio di Benji Kaplan, un quarantenne brillante ma profondamente vulnerabile, capace di passare da eccessi emotivi a momenti di inquietudine.

Un progetto irresistibile

“Il film era scritto in modo splendido”, racconta Culkin, che ha accettato il ruolo senza esitazioni dopo aver letto il copione. Tuttavia, gli impegni con l’ultima stagione di Succession e il desiderio di passare più tempo con la famiglia hanno rischiato di fargli rinunciare al progetto, che prevedeva 25 giorni di riprese in Polonia. “Per fortuna non ho potuto dire di no”, confessa.

Una trama tra lutti personali e storici

“A Real Pain” esplora il dolore personale e quello storico. La storia ruota attorno a due cugini, Benji (Culkin) e David (interpretato dallo stesso Eisenberg), che si ritrovano a fare un viaggio in Polonia nei luoghi della memoria della loro nonna, sopravvissuta all’Olocausto. L’eredità lasciata dalla donna li porta a visitare i luoghi della sua infanzia e il campo di concentramento dove fu prigioniera, costringendoli a confrontarsi con il loro passato e le loro differenze.

Benji è carismatico e imprevedibile, ma profondamente irrisolto, mentre David è un imprenditore digitale nevrotico e controllato. La tensione tra i due personaggi si riflette sullo schermo, alimentata anche dalle differenze di approccio tra Culkin e Eisenberg durante le riprese. “Lui era sempre nervoso e preparatissimo; io preferivo improvvisare. Questa dinamica ha arricchito i nostri personaggi”, spiega Culkin.

Un rapporto complesso dietro e davanti alla telecamera

Per Culkin, lavorare con Eisenberg, che dirigeva e recitava al contempo, ha rappresentato una sfida unica. “Era strano rispondere a indicazioni da qualcuno che era nella scena con te. Mi veniva da mandarlo a quel paese, ma poi ricordavo: è il regista e il copione è suo. E ha fatto un lavoro eccezionale”.

Successo al Sundance e l’eco di un dramma universale

Con una sceneggiatura “semplice e perfetta”, Eisenberg ha conquistato il Sundance 2024, grazie alla capacità di intrecciare dolore personale e memoria storica in un racconto profondamente umano. Per Culkin, che ha affrontato il ruolo senza prove e con un approccio spontaneo, “A Real Pain” rappresenta un’altra pietra miliare nella sua carriera, consolidando la sua capacità di esplorare personaggi complessi e fragili.

Il film promette di essere un’esperienza emozionante, capace di toccare corde universali e di offrire una riflessione sulla memoria e sulla resilienza.

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