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David di Donatello: tutti i vincitori

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“Io Capitano” è stato incoronato come il miglior film del 2023, ottenendo il premio più prestigioso della serata insieme a quello per la Miglior Regia, assegnato a Matteo Garrone, che ha portato a casa ben sette statuette. Paola Cortellesi ha dimostrato il suo talento vincendo sei premi in totale, inclusi quello per il Miglior Esordio alla Regia e il David Giovani. Il premio per la Miglior Attrice Protagonista è stato meritatamente assegnato a Paola Cortellesi per la sua interpretazione in “C’è ancora domani”, insieme a quello per la Miglior Sceneggiatura Originale. Inoltre, grazie al suo ruolo nel film, Emanuela Fanelli ha vinto il premio come Migliore Attrice Non Protagonista. Il premio corrispondente nella categoria maschile è andato a Elio Germano per il suo ruolo in “Palazzina Laf”, opera diretta da Michele Riondino, che ha ricevuto anche il premio per il Miglior Attore Protagonista, il cui film ha vinto il premio come Miglior Film. Ecco la lista completa dei vincitori dei David di Donatello 2024:

  • Miglior Film: “Io Capitano”
  • Miglior Attore Protagonista: Michele Riondino per “Palazzina Laf”
  • Migliore Attrice Protagonista: Paola Cortellesi per “C’è ancora domani”
  • Miglior Regia: Matteo Garrone per “Io Capitano”
  • Miglior Esordio alla Regia: Paola Cortellesi per “C’è ancora domani”
  • Miglior Sceneggiatura Originale: “C’è ancora domani”
  • Miglior Sceneggiatura Non Originale: “Rapito”
  • Miglior Attrice Non Protagonista: Emanuela Fanelli per “C’è ancora domani”
  • Miglior Attore Non Protagonista: Elio Germano per “Palazzina Laf”
  • Miglior Documentario: “Laggiù qualcuno mi ama” di Mario Martone
  • Miglior Film Internazionale: “Anatomia di una caduta”
  • Miglior Produzione: “Io Capitano”
  • Miglior Autore della Fotografia: Paolo Carnera per “Io Capitano”
  • Miglior Compositore: Subsonica per “Adagio”
  • Migliore Canzone Originale: “La mia terra” (musica, testo e interpretazione di Diodato) per “Palazzina Laf”
  • Miglior Scenografia: Andrea Castorina e Valeria Vecellio per “Rapito”
  • Migliori Costumi: Sergio Ballo e Daria Calvelli per “Rapito”
  • Miglior Truccatore: Enrico Iacoponi per “Rapito”
  • Miglior Acconciatura: Alberta Giuliani per “Rapito”
  • Miglior Montaggio: Marco Spoletini per “Io Capitano”
  • Miglior Suono: Maricetta Lombardo, Daniela Bassani, Mirko Perri e Gianni Pallotto per “Io Capitano”
  • Migliori Effetti Visivi: Laurent Creusot e Massimo Cipollina per “Io Capitano”
  • David Giovani: “C’è ancora domani”

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Denzel Washington, confessioni di una vita tra successi e risalite

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Denzel Washington, celebre attore e figura iconica del cinema mondiale, si appresta a celebrare i suoi 70 anni con una carriera costellata di successi e una vita personale segnata da profonde sfide. Durante un’intervista rilasciata per promuovere il sequel di Il Gladiatore, l’attore ha parlato apertamente del suo passato, rivelando episodi difficili legati all’abuso di sostanze e all’alcol, che hanno lasciato un segno indelebile sul suo percorso.

Washington ha ammesso che il rapporto con le droghe, pur non avendo mai toccato alcune delle più pericolose, ha avuto un impatto negativo sulla sua salute. Anche l’alcol ha rappresentato per anni una lotta complessa: nonostante riuscisse a mantenere un equilibrio tra lavoro e consumo, il tempo e l’intensità di questa abitudine lo hanno portato a riflettere sulla necessità di un cambiamento.

La svolta è arrivata a 60 anni, quando l’attore ha deciso di intraprendere un percorso di sobrietà. Ora, a quasi un decennio da quel momento, si dichiara completamente libero da alcol e droghe, una scelta che ha migliorato non solo la sua salute fisica ma anche il suo benessere generale. Washington ha descritto questo nuovo capitolo della sua vita come un’opportunità per rafforzarsi, sia mentalmente che fisicamente, grazie anche al supporto di amici come Lenny Kravitz, che lo hanno spinto a seguire un programma di allenamento e alimentazione equilibrata.

Guardando al futuro, l’attore sembra determinato a vivere il prossimo capitolo della sua esistenza con serenità e consapevolezza, dedicandosi a una vita più sana e alle persone che ama. Una testimonianza di resilienza che non solo ispira, ma dimostra come sia possibile rialzarsi e ricostruire, anche dopo anni di difficoltà.

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Riccardo Cocciante, 5 nuove date a marzo al Teatro Arcimboldi Milano

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ADN24

MILANO (ITALPRESS) – Riccardo Cocciante ha annunciato cinque nuove date, prodotte da Vivo Concerti, al Teatro Arcimboldi Milano: domenica 9, martedì 11, venerdì 14, domenica 16 e martedì 18 marzo 2025. I nuovi appuntamenti seguono lo straordinario trionfo dello show sold out all’Arena di Verona dello scorso 29 settembre, organizzato per il 50° anniversario dell’album “Anima”, nel quale il pubblico ha potuto apprezzare la prolifica discografia di uno degli artisti e compositori di maggiore successo in Italia e all’estero, che ha pubblicato in tre lingue più di 40 album. I cinque live in programma a marzo saranno una nuova occasione per celebrare la carriera di Riccardo Cocciante e immergersi in un viaggio musicale attraverso le sue intramontabili composizioni, accompagnato da una super band.
I biglietti saranno disponibili online a partire da giovedì 21 novembre alle ore 14 e in tutti i punti vendita autorizzati da martedì 26 novembre alle ore 14. Per ulteriori informazioni: www.vivoconcerti.com. Riccardo Cocciante ha recentemente raggiunto anche nuovi traguardi musicali con il brano “Era già tutto previsto”, presente nella colonna sonora del film di Paolo Sorrentino “Parthenope”, che nelle scorse settimane ha dominato la classifica delle canzoni più virali su Spotify in Italia, mantenendosi attualmente in Top 10. Un ulteriore riconoscimento è arrivato anche per uno dei brani più apprezzati dal pubblico, “Margherita”, che questa settimana è stato certificato disco di platino.

foto: ufficio stampa Wordsforyou

(ITALPRESS).

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Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883

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Nel panorama delle serie tv italiane, Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 si presenta come un’affascinante e nostalgica immersione nei ’90, dove la musica si fa voce di una generazione che, nonostante le differenze sociali e culturali, affronta le stesse paure e speranze. La serie, creata da Sydney Sibilia e disponibile su Sky dall’11 ottobre 2024, ci porta indietro nel tempo per raccontare la nascita e l’ascesa dei mitici 883, ma senza cadere nel facile elogio della leggenda musicale. Piuttosto, esplora le sfumature più intime e personali di Max Pezzali e Mauro Repetto, i due adolescenti che, partendo dalla provincia, hanno cambiato il panorama musicale italiano con canzoni che parlano di vita, sogni e disillusioni.

La storia è quella di due ragazzi qualunque, Massimo e Mauro, che si scoprono attraverso una passione condivisa per la musica. L’amicizia che nasce tra loro, caratterizzata dall’amore incondizionato per i suoni e i temi delle canzoni che ascoltano, diventa il motore che li spingerà a dare vita a un progetto musicale che li renderà protagonisti. La serie ci mostra il loro cammino con un linguaggio semplice e diretto, con la forza di narrare una storia che, pur essendo personale, risulta universale. Gli spettatori si ritrovano immediatamente nei loro panni: non sono popolari, non hanno certezze sul futuro e, soprattutto, non sono mai stati considerati dei privilegiati. Eppure, attraverso la loro musica e il loro talento, diventeranno una leggenda.

Il racconto, infatti, non si limita a ripercorrere gli eventi già noti della carriera degli 883. Anzi, Hanno ucciso l’Uomo Ragno riesce a coniugare passato e presente, immergendo lo spettatore in un contesto che, pur essendo radicato nella realtà italiana degli anni ’90, sa come parlare anche alla generazione di oggi. Il mix tra la nostalgia e la modernità è palpabile, rendendo la serie perfetta per un pubblico variegato. La scrittura non è mai banale: offre una narrazione profonda e dinamica, senza mai perdere il contatto con le emozioni universali di ogni adolescente. La musica non è solo una colonna sonora, ma una vera e propria protagonista, che accompagna il percorso di crescita dei due ragazzi e ne segna i momenti cruciali.

Ciò che colpisce in Hanno ucciso l’Uomo Ragno è l’autenticità e la verità che emergono dalla scrittura dei personaggi. Max e Mauro non sono eroi, ma ragazzi comuni che cercano di farsi strada in un mondo che li sembra spesso troppo grande e ostile. La serie ci regala uno spaccato di vita adolescenziale che, pur nella sua apparente semplicità, tocca temi universali: il sogno di emergere, la ricerca di un posto nel mondo, l’amicizia, la passione, ma anche la disillusione, le sfide e le delusioni. È proprio la loro autenticità a rendere il loro percorso così affascinante e coinvolgente.

Nonostante il rischio di cadere nel racconto semplicemente celebrativo, Hanno ucciso l’Uomo Ragno riesce a mantenere un equilibrio perfetto, evitando l’auto-celebrazione e concentrandosi invece sulle sfumature e sulle difficoltà di un percorso di crescita. Il titolo stesso, con il suo riferimento al mito degli 883, ci porta a riflettere sul fatto che, alla fine, i veri protagonisti della storia sono Max e Mauro, due ragazzi che, nonostante tutto, riescono a non perdere mai di vista se stessi, il loro sogno e la loro identità.

La serie, quindi, non è solo una biografia musicale, ma un racconto generazionale che sa come parlare a tutti. Si spinge oltre la semplice nostalgia, proponendo una riflessione sull’adolescenza, sull’arte come strumento di comunicazione e sulla lotta per realizzare un sogno in un mondo che sembra sempre più cinico e commerciale. Con una scrittura accurata, un cast convincente e una regia attenta, Hanno ucciso l’Uomo Ragno è una serie che riesce a emozionare, a far riflettere e, soprattutto, a farci sentire ancora giovani, un po’ come se anche noi, come Max e Mauro, potessimo, un giorno, urlare a gran voce la nostra verità.

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