Tv e Spettacolo
Brigitte Bardot compie 90 anni
Negli anni Cinquanta scandalizzò Saint Tropez indossando il bikini quando nessuna donna aveva ancora avuto l’ardire di farlo. E oggi è proprio lì, nella sua amata La Madrague, la tenuta acquistata dopo il divorzio da Roger Vadim, che trascorrerà il suo compleanno, insieme all’ultimo marito Bernard d’Ormale e ai suoi amatissimi animali, diventati ormai da
molti anni la sua ragione di vita. Parliamo naturalmente di Brigitte Bardot, l’ultima diva del cinema francese che domani compie 90 anni.
Una vita che è un film, uno dei tanti che ha girato dal 1952 al 1973 e che l’hanno resa un simbolo di bellezza e di sensualità al pari di Marilyn Monroe. L’attrice, per tutti semplicemente B.B., è nata a Parigi il 28 settembre 1934 ma il luogo a cui è indissolubilmente legata è Saint Tropez, cittadina dove il regista Roger Vadim, all’epoca suo marito, la diresse nel film “Piace a troppi”. E B.B. è davvero piaciuta a tanti e i suoi amori hanno tenuto banco per anni sui giornali di gossip. Perchè Brigitte è bella e sexy, perfetta per le copertine patinate su cui appare, di volta in volta, con Jean-Louis Trintignant, Gilbert Bècaud, Raf Vallone, Sacha Distel, Jacques Charrier (padre del suo unico figlio Nicolas-Jacques), Glenn Ford, Gùnter Sachs, Serge Gainsbourg e Gigi Rizzi.
E poi ci sono gli amici come Alain Delon e Jean-Paul Belmondo, i suoi grandi amici. E poi, come dicevamo, i film, da quello dell’esordio, “Le trou norman” a “Manina ragazza senza
veli”, dal già citato “Piace a troppi” a “Gli amanti del chiaro di luna”, da “Babette va alla guerra” a “Il riposo del guerriero”, da “La verità” a “Vita privata” e ad “Erasmo il lentigginoso” in cui interpreta se stessa al fianco di James Stewart, da “Viva Maria” all’ultimo “Colinot l’alzasottane”. Poi, il ritiro, non prima di avere festeggiato i 40 anni con un servizio fotografico su Playboy. Vive a La Madrague da dove si batte per i diritti degli animali (è vegetariana e nel 1986 ha istituito la Fondazione Brigitte Bardot per il Benessere e la Protezione degli Animali finanziata con la vendita all’asta dei suoi gioielli e di altri oggetti personali) e da dove non esita a dire la sua su questioni importanti come l’omosessualità e l’Islam.
-foto Agenzia Fotogramma-
Tv e Spettacolo
Denzel Washington, confessioni di una vita tra successi e risalite
Denzel Washington, celebre attore e figura iconica del cinema mondiale, si appresta a celebrare i suoi 70 anni con una carriera costellata di successi e una vita personale segnata da profonde sfide. Durante un’intervista rilasciata per promuovere il sequel di Il Gladiatore, l’attore ha parlato apertamente del suo passato, rivelando episodi difficili legati all’abuso di sostanze e all’alcol, che hanno lasciato un segno indelebile sul suo percorso.
Washington ha ammesso che il rapporto con le droghe, pur non avendo mai toccato alcune delle più pericolose, ha avuto un impatto negativo sulla sua salute. Anche l’alcol ha rappresentato per anni una lotta complessa: nonostante riuscisse a mantenere un equilibrio tra lavoro e consumo, il tempo e l’intensità di questa abitudine lo hanno portato a riflettere sulla necessità di un cambiamento.
La svolta è arrivata a 60 anni, quando l’attore ha deciso di intraprendere un percorso di sobrietà. Ora, a quasi un decennio da quel momento, si dichiara completamente libero da alcol e droghe, una scelta che ha migliorato non solo la sua salute fisica ma anche il suo benessere generale. Washington ha descritto questo nuovo capitolo della sua vita come un’opportunità per rafforzarsi, sia mentalmente che fisicamente, grazie anche al supporto di amici come Lenny Kravitz, che lo hanno spinto a seguire un programma di allenamento e alimentazione equilibrata.
Guardando al futuro, l’attore sembra determinato a vivere il prossimo capitolo della sua esistenza con serenità e consapevolezza, dedicandosi a una vita più sana e alle persone che ama. Una testimonianza di resilienza che non solo ispira, ma dimostra come sia possibile rialzarsi e ricostruire, anche dopo anni di difficoltà.
Tv e Spettacolo
Riccardo Cocciante, 5 nuove date a marzo al Teatro Arcimboldi Milano
MILANO (ITALPRESS) – Riccardo Cocciante ha annunciato cinque nuove date, prodotte da Vivo Concerti, al Teatro Arcimboldi Milano: domenica 9, martedì 11, venerdì 14, domenica 16 e martedì 18 marzo 2025. I nuovi appuntamenti seguono lo straordinario trionfo dello show sold out all’Arena di Verona dello scorso 29 settembre, organizzato per il 50° anniversario dell’album “Anima”, nel quale il pubblico ha potuto apprezzare la prolifica discografia di uno degli artisti e compositori di maggiore successo in Italia e all’estero, che ha pubblicato in tre lingue più di 40 album. I cinque live in programma a marzo saranno una nuova occasione per celebrare la carriera di Riccardo Cocciante e immergersi in un viaggio musicale attraverso le sue intramontabili composizioni, accompagnato da una super band.
I biglietti saranno disponibili online a partire da giovedì 21 novembre alle ore 14 e in tutti i punti vendita autorizzati da martedì 26 novembre alle ore 14. Per ulteriori informazioni: www.vivoconcerti.com. Riccardo Cocciante ha recentemente raggiunto anche nuovi traguardi musicali con il brano “Era già tutto previsto”, presente nella colonna sonora del film di Paolo Sorrentino “Parthenope”, che nelle scorse settimane ha dominato la classifica delle canzoni più virali su Spotify in Italia, mantenendosi attualmente in Top 10. Un ulteriore riconoscimento è arrivato anche per uno dei brani più apprezzati dal pubblico, “Margherita”, che questa settimana è stato certificato disco di platino.
foto: ufficio stampa Wordsforyou
(ITALPRESS).
Tv e Spettacolo
Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883
Nel panorama delle serie tv italiane, Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 si presenta come un’affascinante e nostalgica immersione nei ’90, dove la musica si fa voce di una generazione che, nonostante le differenze sociali e culturali, affronta le stesse paure e speranze. La serie, creata da Sydney Sibilia e disponibile su Sky dall’11 ottobre 2024, ci porta indietro nel tempo per raccontare la nascita e l’ascesa dei mitici 883, ma senza cadere nel facile elogio della leggenda musicale. Piuttosto, esplora le sfumature più intime e personali di Max Pezzali e Mauro Repetto, i due adolescenti che, partendo dalla provincia, hanno cambiato il panorama musicale italiano con canzoni che parlano di vita, sogni e disillusioni.
La storia è quella di due ragazzi qualunque, Massimo e Mauro, che si scoprono attraverso una passione condivisa per la musica. L’amicizia che nasce tra loro, caratterizzata dall’amore incondizionato per i suoni e i temi delle canzoni che ascoltano, diventa il motore che li spingerà a dare vita a un progetto musicale che li renderà protagonisti. La serie ci mostra il loro cammino con un linguaggio semplice e diretto, con la forza di narrare una storia che, pur essendo personale, risulta universale. Gli spettatori si ritrovano immediatamente nei loro panni: non sono popolari, non hanno certezze sul futuro e, soprattutto, non sono mai stati considerati dei privilegiati. Eppure, attraverso la loro musica e il loro talento, diventeranno una leggenda.
Il racconto, infatti, non si limita a ripercorrere gli eventi già noti della carriera degli 883. Anzi, Hanno ucciso l’Uomo Ragno riesce a coniugare passato e presente, immergendo lo spettatore in un contesto che, pur essendo radicato nella realtà italiana degli anni ’90, sa come parlare anche alla generazione di oggi. Il mix tra la nostalgia e la modernità è palpabile, rendendo la serie perfetta per un pubblico variegato. La scrittura non è mai banale: offre una narrazione profonda e dinamica, senza mai perdere il contatto con le emozioni universali di ogni adolescente. La musica non è solo una colonna sonora, ma una vera e propria protagonista, che accompagna il percorso di crescita dei due ragazzi e ne segna i momenti cruciali.
Ciò che colpisce in Hanno ucciso l’Uomo Ragno è l’autenticità e la verità che emergono dalla scrittura dei personaggi. Max e Mauro non sono eroi, ma ragazzi comuni che cercano di farsi strada in un mondo che li sembra spesso troppo grande e ostile. La serie ci regala uno spaccato di vita adolescenziale che, pur nella sua apparente semplicità, tocca temi universali: il sogno di emergere, la ricerca di un posto nel mondo, l’amicizia, la passione, ma anche la disillusione, le sfide e le delusioni. È proprio la loro autenticità a rendere il loro percorso così affascinante e coinvolgente.
Nonostante il rischio di cadere nel racconto semplicemente celebrativo, Hanno ucciso l’Uomo Ragno riesce a mantenere un equilibrio perfetto, evitando l’auto-celebrazione e concentrandosi invece sulle sfumature e sulle difficoltà di un percorso di crescita. Il titolo stesso, con il suo riferimento al mito degli 883, ci porta a riflettere sul fatto che, alla fine, i veri protagonisti della storia sono Max e Mauro, due ragazzi che, nonostante tutto, riescono a non perdere mai di vista se stessi, il loro sogno e la loro identità.
La serie, quindi, non è solo una biografia musicale, ma un racconto generazionale che sa come parlare a tutti. Si spinge oltre la semplice nostalgia, proponendo una riflessione sull’adolescenza, sull’arte come strumento di comunicazione e sulla lotta per realizzare un sogno in un mondo che sembra sempre più cinico e commerciale. Con una scrittura accurata, un cast convincente e una regia attenta, Hanno ucciso l’Uomo Ragno è una serie che riesce a emozionare, a far riflettere e, soprattutto, a farci sentire ancora giovani, un po’ come se anche noi, come Max e Mauro, potessimo, un giorno, urlare a gran voce la nostra verità.
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