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Tecnologia

Searchgpt: il nuovo motore di ricerca di OpenAI

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L’arrivo di SearchGpt segna una svolta importante nel panorama dei motori di ricerca, presentando un’alternativa che promette di rivoluzionare il modo in cui gli utenti cercano e ricevono informazioni online. Con questa nuova funzionalità, OpenAI introduce un sistema in grado di fornire risposte rapide, integrate con link a fonti web pertinenti, rendendo obsoleti i metodi tradizionali di ricerca.

Il funzionamento di SearchGpt è semplice ed efficace: gli utenti possono porre domande direttamente a ChatGPT, il quale decide se utilizzare la ricerca sul web in base alla richiesta. Inoltre, gli utenti hanno la possibilità di avviare manualmente una ricerca cliccando sull’icona dedicata. Questa opzione sarà disponibile su chatgpt.com e nelle app desktop e mobile, offrendo un accesso immediato per gli abbonati a ChatGPT Plus e Team, mentre gli utenti Enterprise ed Edu vedranno un rollout nelle prossime settimane.

La base tecnologica di SearchGpt si fonda su un modello avanzato di GPT-4o, ottimizzato tramite tecniche innovative di generazione di dati sintetici. OpenAI ha collaborato con vari fornitori di notizie e dati per garantire informazioni sempre aggiornate, migliorando l’esperienza utente anche con design visuali per categorie come meteo e sport. Ogni risposta fornita include link alle fonti, consentendo agli utenti di approfondire ulteriormente gli argomenti.

In un contesto competitivo, SearchGpt si confronta con servizi come Perplexity AI, che offrono risposte dirette e sintetiche alle domande degli utenti. Tuttavia, mentre i motori di ricerca tradizionali, come Google, presentano risultati basati su algoritmi che privilegiano la popolarità, il modello di ricerca basato sull’intelligenza artificiale potrebbe generare una certa opacità, lasciando gli utenti con interrogativi su come vengono selezionate le informazioni.

Questa evoluzione del motore di ricerca rappresenta un cambio di paradigma non solo tecnologico, ma anche culturale, suggerendo che le nuove generazioni potrebbero affrontare sfide legate alla fiducia e alla verifica delle fonti. Con l’introduzione di SearchGpt, OpenAI si pone come pioniere nel cercare di rendere l’accesso alle informazioni più diretto e affidabile, ma resta da vedere come reagiranno gli utenti e quali saranno le implicazioni a lungo termine di questa nuova modalità di ricerca.

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La campagna di Call of Duty: Black Ops 6

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Call of Duty: Black Ops 6 segna un ritorno entusiasmante per la famosa saga, presentando una campagna single-player che si distacca dalle tradizionali linee narrative. Sviluppato da Treyarch, questo capitolo offre una combinazione di missioni esplorative e un gameplay più dinamico, mettendo in risalto la libertà di scelta del giocatore. I fan della serie possono aspettarsi un mix di azione, strategia e citazioni videoludiche e cinematografiche che rendono l’esperienza unica.

La campagna è caratterizzata da missioni che spaziano in scenari ampi e dettagliati, offrendo approcci diversi a seconda dello stile di gioco preferito, che sia stealth o più diretto. Una delle novità principali è il sistema di “omnimovement”, che consente movimenti più fluidi e manovre complesse, elevando il livello di coinvolgimento durante le sparatorie. La possibilità di raccogliere denaro e migliorare le abilità del protagonista, William “Case” Calderon, arricchisce ulteriormente il gameplay.

Anche se la campagna è piuttosto breve, con un tempo di completamento inferiore alle otto ore, il suo ritmo incalzante e i colpi di scena la rendono comunque appassionante. L’intreccio narrativo ricorda i film d’azione, con missioni che si ispirano a storie di infiltrazione e rapine, coinvolgendo il giocatore in un’avventura che si snoda tra vari contesti storici e geopolitici.

Parallelamente alla campagna, la modalità multiplayer riprende elementi dei capitoli precedenti, offrendo un’esperienza frenetica con mappe progettate per diversi stili di gioco. La modalità Zombi, un classico della serie, ritorna con nuove mappe e nemici, continuando a intrattenere i fan con sfide in grado di mantenere alta la tensione.

In conclusione, Call of Duty: Black Ops 6 è un episodio che non solo celebra il passato del franchise, ma lo reinventa con innovazioni che possono soddisfare sia i veterani che i nuovi giocatori. Con una campagna coinvolgente e un multiplayer solido, questo titolo si propone come una delle migliori esperienze dell’intera serie.

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Ecco la chatroom che rende le parole monouso

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Una nuova chatroom ha catturato l’attenzione di chi ama i giochi di parole e le sfide linguistiche. Si chiama Redact-a-chat e si propone come un modo originale per comunicare: gli utenti non possono ripetere le stesse parole più di una volta al giorno. Questa iniziativa, ideata dal collettivo artistico MSCHF, punta a stimolare la creatività e l’originalità nelle conversazioni, spingendo gli utenti a inventare nuovi termini o a riformulare le loro idee in modi inaspettati.

La chatroom ha un’interfaccia semplice e intuitiva. Per iniziare, basta registrarsi sul sito ufficiale, scegliere un nome utente e unirsi a una stanza di chat. Gli utenti possono inviare messaggi illimitati, ma ogni parola utilizzata sarà censurata se già utilizzata in precedenza da qualcun altro. In caso di ripetizione, la parola apparirà sfocata e sostituita da un nome in codice, mentre un assistente virtuale avviserà dell’infrazione.

Le regole di Redact-a-chat possono sembrare restrittive, ma servono a rendere le conversazioni più stimolanti e divertenti. Gli utenti possono inviare messaggi composti da singole parole o frasi, a condizione che rimangano entro il limite di 150 caratteri. Ogni 24 ore, le parole tornano disponibili, permettendo così di utilizzarle nuovamente.

Inoltre, per coloro che desiderano una conversazione più riservata o vogliono sfidare amici e familiari, è possibile creare stanze private da condividere tramite link. Questa funzionalità offre un ulteriore livello di personalizzazione e coinvolgimento, rendendo l’esperienza di chat ancora più unica.

Redact-a-chat rappresenta una nuova frontiera nella comunicazione online, invitando tutti a giocare con le parole e a esplorare la ricchezza del linguaggio in un contesto ludico e interattivo.

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Linkedin hiring assistant: il primo agente ai per il recruitment

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LinkedIn ha recentemente lanciato Hiring Assistant, un innovativo strumento basato sull’intelligenza artificiale progettato per supportare i professionisti delle risorse umane nel processo di selezione del personale. Questo nuovo assistente AI si propone di snellire e ottimizzare numerose mansioni tipiche del recruitment, un settore che ha visto un crescente interesse nell’applicazione di tecnologie avanzate per gestire in modo più efficiente il flusso di lavoro.

La creazione di Hiring Assistant nasce dall’esigenza di affrontare le sfide quotidiane legate alla gestione dei curriculum e alla ricerca dei candidati più adatti. Grazie all’analisi rapida di un’enorme quantità di dati, il sistema è in grado di trasformare semplici appunti su posizioni aperte in descrizioni di lavoro complete e dettagliate. Inoltre, suggerisce candidati in base alle competenze specifiche richieste, andando oltre i tradizionali criteri di ricerca, come il livello di istruzione.

Attualmente, Hiring Assistant è disponibile solo per un numero limitato di clienti aziendali, tra cui nomi di rilievo come AMD e Canva, con un piano di espansione previsto nei prossimi mesi. Questo strumento rappresenta un’importante evoluzione per LinkedIn, che già da tempo integra l’intelligenza artificiale per migliorare le proprie funzionalità, come ad esempio nel potenziamento delle raccomandazioni tra utenti.

Hari Srinivasan, VP of Product di LinkedIn, ha sottolineato come l’obiettivo di questo assistente AI sia quello di alleggerire i recruiter dalle attività più ripetitive, permettendo loro di focalizzarsi su aspetti strategici del loro lavoro. Oltre a facilitare la creazione di annunci di lavoro e la selezione dei candidati, LinkedIn prevede di arricchire ulteriormente Hiring Assistant con strumenti per la gestione della messaggistica, la programmazione dei colloqui e il supporto per i follow-up, cercando così di coprire le esigenze amministrative e analitiche del processo di recruitment.

In un panorama lavorativo in continua evoluzione, l’introduzione di Hiring Assistant segna una tappa significativa nell’integrazione dell’AI nei processi di assunzione, promettendo di rivoluzionare il modo in cui le aziende gestiscono il talento e le risorse umane.

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