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Tecnologia

OpenAI risolve il disservizio: i rischi della corsa all’Intelligenza Artificiale

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ADN24

Il 27 dicembre, poco prima delle 12 italiane, OpenAI ha comunicato sui social che i disservizi che avevano coinvolto i suoi software, tra cui ChatGPT e Sora, erano stati risolti. Il messaggio di recupero è stato postato su X, con la dichiarazione: “Siamo tornati quasi completamente online, vi ringraziamo per la pazienza”. Il malfunzionamento, che si è verificato durante la notte, ha colpito principalmente l’India e gli Stati Uniti, mentre in Europa l’impatto è stato parzialmente limitato.

Il disguido ha sollevato una riflessione importante sulle infrastrutture digitali e sulla rapida adozione delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale (IA). “È sintomatico di come la corsa all’intelligenza artificiale sia spesso frenetica e non ragionata”, ha dichiarato Franz Russo, esperto di nuove tecnologie e IA. Secondo Russo, “gli investimenti in infrastrutture devono andare di pari passo con le innovazioni tecnologiche offerte agli utenti, altrimenti si rischiano danni maggiori”. L’incidente ha messo in evidenza come un malfunzionamento di un sistema così vasto possa avere ripercussioni non solo sugli utenti privati, ma anche su interi settori economici.

Il recente blackout, infatti, non ha solo messo in difficoltà gli utenti che utilizzano ChatGPT per rispondere a domande o svolgere attività quotidiane, ma ha anche avuto un impatto sulle aziende e sugli enti che hanno sviluppato assistenti personalizzati basati sui modelli di OpenAI. “Più l’economia e i sistemi produttivi poggeranno su ChatGPT e simili, più si dovrà fronteggiare l’eventuale pericolo di un’interruzione su larga scala, capace di bloccare e mettere in difficoltà interi settori”, ha sottolineato Russo, mettendo in luce la vulnerabilità di un sistema economico sempre più dipendente dall’intelligenza artificiale.

Sebbene l’incidente sia stato risolto rapidamente, questo episodio solleva importanti interrogativi sulla capacità di gestione e di risposta alle interruzioni di servizi in un mondo sempre più digitalizzato. La sfida per le aziende tecnologiche, in particolare quelle che sviluppano intelligenza artificiale, non è solo quella di innovare, ma anche di garantire la robustezza e l’affidabilità dei loro servizi. Questo tipo di disservizio, se non gestito correttamente, potrebbe in futuro compromettere non solo la fiducia degli utenti, ma anche l’affidabilità delle tecnologie che stanno trasformando il mondo del lavoro e dei consumi.

In definitiva, mentre l’IA continua a spingere i confini della tecnologia, diventa cruciale investire anche in infrastrutture robuste e resilienti. La lezione del blackout di OpenAI è chiara: l’innovazione deve andare di pari passo con la preparazione per eventuali disagi, per evitare che l’interruzione di un servizio digitale possa provocare danni su larga scala.

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Hacker russi lanciano un nuovo attacco contro i siti web italiani: Malpensa, Linate e la Farnesina nel mirino

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Una nuova controffensiva informatica è stata messa in atto dal gruppo di hacker russi NoName057, che ha rivendicato su Telegram un attacco contro numerosi siti web italiani. Tra gli obiettivi principali ci sono i portali degli aeroporti di Malpensa e Linate, nonché quello della Farnesina. Secondo fonti riportate da Repubblica, altri siti istituzionali italiani sono stati anch’essi coinvolti, risultando inaccessibili o malfunzionanti.

Il gruppo hacker ha dichiarato che questo attacco è una risposta alle accuse di “russofobia” mosse dall’Italia, affermando che il paese “riceve una meritata risposta informatica”. Tra gli altri siti colpiti, si segnala la Federazione Italiana Trasporti e i portali delle Autolinee Siena e Torino.

Nonostante i malfunzionamenti, che si manifestano in particolare durante la verifica degli orari dei voli e la prenotazione dei parcheggi, sembra che i voli in partenza da Malpensa e Linate non siano stati influenzati direttamente. Le operazioni aeroportuali, infatti, sembrano proseguire regolarmente.

L’attacco è stato condotto attraverso un’azione di DDOS (Distributed Denial of Service), che ha sommerso i sistemi informatici con un’enorme quantità di richieste fasulle, causando il loro blocco. Al momento, non ci sono segnalazioni di furto di dati personali degli utenti.

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Caricabatterie universale: da oggi in Europa tutti i dispositivi adottano la usb-C

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A partire da oggi, 28 dicembre 2024, entra ufficialmente in vigore una nuova normativa dell’Unione Europea che impone l’adozione di un caricabatterie universale per una vasta gamma di dispositivi elettronici. Questo cambiamento implica che tutti i nuovi dispositivi immessi sul mercato europeo dovranno essere dotati di una porta USB-C, unificata per smartphone, tablet, fotocamere digitali, cuffie, altoparlanti, lettori di ebook, e molti altri dispositivi. La misura è stata introdotta per ridurre i rifiuti elettronici e semplificare la vita dei consumatori, che non dovranno più portarsi dietro diversi cavi e caricabatterie per ogni dispositivo.

Una delle principali novità è che, grazie a questa normativa, i consumatori non dovranno più acquistare caricabatterie separati, risparmiando così sul costo di accessori che, spesso, rimangono inutilizzati. Inoltre, la semplificazione di avere un solo tipo di caricatore per tutti i dispositivi ridurrà anche il volume di rifiuti elettronici, un problema crescente a livello globale. Si stima che ogni anno circa 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici vengano prodotte in Europa a causa dei vecchi caricabatterie.

I benefici non sono solo per l’ambiente, ma anche per il portafoglio dei consumatori, che annualmente spendono circa 250 milioni di euro per acquistare caricabatterie nuovi. La normativa entrerà in vigore immediatamente per tutti i nuovi dispositivi, mentre per i computer portatili l’obbligo sarà esteso a partire dal 28 aprile 2026. I produttori dovranno rispettare la nuova regolamentazione, ma potranno continuare a utilizzare standard proprietari per la ricarica rapida, a condizione che supportino il protocollo universale “USB Power Delivery”, il quale consentirà una velocità di ricarica uniforme per tutti i dispositivi compatibili.

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AMD rilascerà le Radeon RX 9000, ma salta la serie RX 8000

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AMD ha deciso di saltare direttamente alla serie Radeon RX 9000, senza rilasciare alcuna GPU top di gamma per la serie RX 8000. Secondo i report di alcuni noti leaker del settore hardware, come Momomo_US e HXL, nonché del database All The Watts, AMD non lancerà alcuna GPU della serie RX 8000 nel 2024, ma adotterà un rebranding per la sua intera linea di schede grafiche.

Le Radeon RX 9000 saranno basate sull’architettura RDNA4 e saranno presentate al CES di Las Vegas, che si terrà tra l’8 e l’11 gennaio 2024. La serie RX 8000 non scomparirà completamente, ma sarà utilizzata per le schede grafiche mobili Strix Halo, che sfrutteranno l’architettura RDNA 3.5.

Per quanto riguarda la nomenclatura, AMD adotterà un nuovo formato X0Y0. La prima cifra (X) indicherà la serie, mentre la seconda cifra (Y) verrà spostata dopo il primo zero per indicare la posizione della scheda nella lineup. Ad esempio, la scheda che sostituirà la Radeon RX 7900 sarà chiamata Radeon RX 9090, mentre quella che prenderà il posto della RX 7600 sarà la Radeon RX 7060.

La top di gamma della linea RX 9000 sarà la Radeon RX 9070 XT, destinata a sostituire la RX 7700 XT, ma sembra che non ci saranno schede grafiche AMD di fascia alta nel 2024, confermando la mancanza di un modello top di gamma per il prossimo anno.

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