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I Big del Web Conquistano l’Italia: Google Insidia la Rai

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ADN24

Nel 2022, il valore economico complessivo del Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC) in Italia è stato stimato in 19,4 miliardi di euro, pari all’1% del Prodotto Interno Lordo (PIL). L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha recentemente analizzato la ripartizione di queste risorse, rivelando un cambiamento significativo nelle dinamiche di mercato, con i colossi tecnologici internazionali che continuano a guadagnare terreno, mentre i tradizionali operatori italiani mostrano segni di declino.

La Domina della Rai e l’Ascesa di Google

La Rai, storicamente il principale attore nel panorama mediatico italiano, mantiene la leadership con una quota del 13,1% dei ricavi complessivi del SIC, ma è in lieve calo rispetto al 13,5% registrato nel 2021. Dietro di essa, Google, rappresentata dal colosso Alphabet, ha visto un significativo aumento della sua quota, passando dall’10% all’11,3%, conquistando la seconda posizione. Questo cambiamento dimostra come i giganti del web stiano guadagnando terreno nel mercato pubblicitario italiano, insidiando progressivamente la supremazia della televisione tradizionale.

Comcast/Sky e Fininvest, i tradizionali gruppi mediatici italiani, hanno visto calare la loro incidenza sul SIC: Sky è passata dal 12,1% al 9,9%, mentre Fininvest è scesa dal 10,3% al 9,8%. Al contrario, Meta/Facebook ha registrato una crescita significativa, passando dal 6,9% al 7,6%, mentre Amazon ha mantenuto una quota più modesta, con il 3,7%.

La Pubblicità Online Cresce Senza Sosta

Una delle principali tendenze emerse dal rapporto è la continua ascesa della pubblicità online, che ha raggiunto i 6,3 miliardi di euro nel 2022, rappresentando il 32,6% del SIC, con una crescita impressionante del 55% negli ultimi due anni. Questo risultato evidenzia il crescente divario tra la pubblicità digitale e quella sui mezzi tradizionali, che ha visto una stabilità con un valore di 4,98 miliardi di euro, pari al 29,6% del SIC.

Le entrate pubblicitarie derivanti da Internet continuano a superare quelle provenienti dai media tradizionali, segnando un cambiamento strutturale nel settore delle comunicazioni italiane. Questo trend riflette la globalizzazione del mercato pubblicitario e l’espansione dei servizi online, con un impatto sempre maggiore sulle strategie dei media tradizionali.

Le Nuove Dinamiche nei Ricavi del SIC

In termini di distribuzione delle fonti di ricavi, il SIC del 2022 ha mostrato una crescente predominanza dei ricavi da servizi digitali. I ricavi derivanti dai fondi pubblici rappresentano il 12,2% del SIC, mentre quelli ottenuti dalla vendita diretta di prodotti e servizi sono saliti al 29,4%. In particolare, i ricavi delle offerte televisive a pagamento su Internet, come i servizi di streaming, hanno visto un forte incremento, contrastando il calo delle entrate derivanti dagli abbonamenti alla pay TV satellitare e dalle vendite di copie di quotidiani.

L’analisi suggerisce che la televisione tradizionale stia affrontando una crescente difficoltà nel competere con le nuove forme di distribuzione dei contenuti, come lo streaming e le piattaforme on-demand, che stanno attirando sempre più investimenti.

Prospettive Future: Il Dominio dei Giganti del Web

Con il rafforzamento della posizione di Google e Meta nel mercato italiano, i grandi gruppi mediatici tradizionali stanno affrontando una sfida sempre più ardua. La continua crescita della pubblicità online e l’ascesa di nuove forme di fruizione dei contenuti stanno ridisegnando il panorama delle comunicazioni in Italia, portando a un riassetto delle risorse e dei protagonisti del settore.

Se da un lato la Rai mantiene una posizione dominante, dall’altro è chiaro che l’industria delle comunicazioni italiane sta cambiando rapidamente, con i Big Tech che svolgono un ruolo sempre più cruciale. I prossimi anni potrebbero segnare un ulteriore consolidamento della posizione di Google e Meta, con effetti significativi non solo per il mercato pubblicitario, ma anche per la produzione e distribuzione dei contenuti in Italia.

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Denunciò le Pratiche di OpenAI, Trovato Morto l’Ex Ricercatore Suchir Balaji

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Suchir Balaji, un ex ricercatore di OpenAI, è stato trovato morto nella sua abitazione a San Francisco. La sua morte, avvenuta a 26 anni, è stata classificata come suicidio dalle autorità locali, secondo quanto riportato dai media americani.

Balaji era noto per essere stato uno dei principali denunciatori delle pratiche di OpenAI. Lo scorso ottobre, aveva rilasciato un’intervista al New York Times, dove esponeva le sue preoccupazioni riguardo all’uso delle norme sul copyright da parte della società per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale, come ChatGPT. Secondo Balaji, le modalità con cui OpenAI raccoglieva i dati per allenare i suoi algoritmi violavano i diritti d’autore di creatori di contenuti digitali, mettendo a rischio l’industria della creazione di contenuti online.

Balaji aveva anche avvertito che l’espansione delle chatbot basate su IA come ChatGPT avrebbe potuto minacciare l’esistenza di molteplici organizzazioni che si occupano della produzione di contenuti originali, utilizzando i loro lavori per addestrare le intelligenze artificiali senza il loro consenso.

La denuncia di Balaji aveva suscitato un ampio dibattito riguardo le implicazioni legali e etiche delle pratiche di OpenAI, in particolare per quanto riguarda l’uso dei dati e la protezione dei diritti di autori e creatori. La sua morte solleva interrogativi non solo su questi temi, ma anche sullo stato di salute mentale dei ricercatori e dei professionisti nel campo dell’intelligenza artificiale, in un’industria caratterizzata da forti pressioni e rapide evoluzioni.

Il suo caso, insieme alle sue denunce, ha attirato l’attenzione sulla necessità di rivedere le politiche di copyright e l’etica nell’uso delle nuove tecnologie, soprattutto per quanto riguarda il trattamento dei dati sensibili e la protezione dei diritti degli utenti e dei creatori di contenuti.

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L’88% delle Banche Avrà una Strategia per l’Intelligenza Artificiale Generativa Entro il 2025

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Secondo una recente indagine condotta da Abi Lab con il supporto di Deloitte, l’88% delle banche italiane avrà implementato una strategia per la Generative AI entro il 2025. Di queste, il 38% ha già avviato l’adozione di soluzioni di IA generativa, con impatti tangibili sui processi aziendali.

La ricerca, presentata a Milano, ha coinvolto 16 istituti bancari italiani, che rappresentano il 76% dell’attivo bancario nazionale e circa il 79% dei dipendenti del settore. Questo studio sottolinea l’importanza crescente della Generative AI nell’industria finanziaria, poiché la sua adozione è vista come un driver fondamentale per l’innovazione e la competitività delle banche.

Le Opportunità Offerte dalla Generative AI per il Settore Bancario

La Generative AI offre una vasta gamma di opportunità nel settore bancario, a partire dall’iper-personalizzazione dei servizi fino al miglioramento dell’efficienza operativa. Tra le applicazioni emergenti, l’intelligenza artificiale generativa può rivoluzionare i sistemi informativi bancari, ottimizzando la gestione dei dati, migliorando l’esperienza del cliente e automatizzando attività complesse.

Tuttavia, gli esperti avvertono che per sfruttare appieno il potenziale della Generative AI, non è sufficiente implementare semplicemente strumenti tecnologici avanzati. È fondamentale anche un ripensamento dell’organizzazione aziendale e una ristrutturazione dell’offerta di servizi per i clienti, integrando competenze digitali e abilitando i collaboratori a interagire efficacemente con queste nuove tecnologie.

Paolo Gianturco, Financial Services Tech Leader di Deloitte Central Mediterranean, ha sottolineato come la trasformazione digitale delle banche richieda un approccio complesso e olistico, che non si limiti solo all’adozione di tecnologie avanzate, ma coinvolga anche un cambiamento culturale interno per ottimizzare le risorse e i processi aziendali.

Le Fasi di Adottazione della Generative AI nelle Banche

La ricerca evidenzia che il 69% delle banche italiane si trova ancora in una fase di sperimentazione con progetti legati alla Generative AI, mentre l’82% delle realtà bancarie intervistate prevede un aumento significativo del budget destinato a iniziative legate all’IA.

Questo aumento degli investimenti è un segno chiaro della crescente fiducia nel potenziale della Generative AI, che viene riconosciuta come uno strumento cruciale per affrontare le sfide future del settore bancario, come l’efficienza dei processi, la sicurezza dei dati, e la personalizzazione dei servizi.

Conclusioni

Con l’88% delle banche italiane pronte a implementare una strategia per la Generative AI entro il 2025, il settore bancario si sta preparando a una trasformazione digitale radicale. L’adozione di queste tecnologie avanzate promette non solo di migliorare l’efficienza operativa, ma anche di innovare profondamente nell’offerta di servizi personalizzati e nell’interazione con i clienti. Tuttavia, il successo di questa transizione dipenderà dalla capacità delle banche di integrare la Generative AI in modo strategico e sostenibile, ripensando processi e competenze interne per ottenere il massimo vantaggio competitivo.

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Meno Fili e Più Potenza: La Nuova Strada dei Chip Quantistici

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Il futuro dei computer quantistici potrebbe essere segnato da una rivoluzione che mira a ridurre il numero di connessioni complesse e costose nei chip, rendendoli più potenti ed economici. Questa nuova visione è al centro di uno studio innovativo in fase di valutazione sulla rivista npj Quantum Inf, e riguarda una nuova architettura progettata dalla startup italiana Planckian, un spin-off dell’Università di Pisa e della Scuola Normale Superiore.

La Sfida dei Chip Quantistici: Scalabilità e Cablaggio

Uno dei principali ostacoli allo sviluppo di computer quantistici più potenti e scalabili è il cablaggio, ossia l’insieme di fili e connessioni necessari per controllare i qubit all’interno dei chip. Questi chip, che devono operare a temperature estremamente basse, vicino allo zero assoluto, richiedono numerose connessioni per ogni qubit. Attualmente, per far funzionare ogni singolo qubit, è necessario utilizzare due o tre fili, un numero che risulta accettabile quando il numero di qubit è ridotto a poche decine. Tuttavia, questo sistema diventa insostenibile quando si cerca di scalare il numero di qubit a migliaia o milioni.

Marco Polini, responsabile scientifico di Planckian, spiega: “Il cablaggio diventa un problema critico, non solo per la necessità di raffreddarlo a circa meno 270 gradi centigradi, ma anche perché la sua presenza disturba il processo di raffreddamento, limitando le possibilità di espandere il numero di qubit. Inoltre, il cablaggio rappresenta anche una voce di spesa significativa, arrivando a costare milioni di euro”.

La Nuova Soluzione: Pochi Fili, Più Potenza

Il progetto di Planckian si propone di affrontare questo problema introducendo una soluzione che potrebbe cambiare radicalmente la progettazione dei chip quantistici. La nuova architettura proposta è capace di gestire decine di qubit con appena tre linee di controllo, riducendo notevolmente la quantità di cablaggio necessaria. Questo approccio potrebbe rendere i chip quantistici più scalabili, più economici e, soprattutto, più potenti, permettendo lo sviluppo di macchine quantistiche in grado di gestire milioni di qubit, un obiettivo che oggi sembra lontano.

Questa innovazione rappresenta un cambio di paradigma significativo nel campo della tecnologia quantistica. Se confermato dai successivi sviluppi, potrebbe portare a un’era di computer quantistici molto più potenti e più accessibili, aprendo nuove frontiere per l’uso delle tecnologie quantistiche in numerosi settori, dall’intelligenza artificiale alla simulazione molecolare, fino alla crittografia avanzata.

Prospettive Future

La soluzione proposta da Planckian è ancora in fase sperimentale, ma se i risultati saranno positivi, potrebbero avere un impatto profondo sul futuro della computazione quantistica. Ridurre il cablaggio non solo abbatterebbe i costi di produzione, ma permetterebbe anche di costruire macchine più efficienti, con un miglioramento delle prestazioni complessive.

Il progetto si inserisce in un contesto globale di crescente interesse verso le tecnologie quantistiche. A livello internazionale, si stanno compiendo enormi investimenti in ricerca e sviluppo per superare i limiti attuali e portare la computazione quantistica a un livello di maturità che possa essere applicato a problemi reali, dall’ottimizzazione dei processi industriali alla creazione di nuovi farmaci.

Con questo approccio innovativo, l’Italia si conferma come uno degli attori chiave nel campo delle tecnologie quantistiche, mettendo a disposizione della comunità scientifica e industriale soluzioni che potrebbero definire il futuro dei computer quantistici.

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