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Tecnologia

Cos’è la macchina di von Neuman? Nata negli anni 40 e utilizzata in tutti i computer attuali

La Macchina di Von Neumann, conosciuta anche come architettura di Von Neumann, è un modello concettuale per la struttura dei computer moderni. Proposta dal matematico e fisico John von Neumann negli anni ’40, questo modello descrive l’organizzazione logica di un computer e ha influenzato profondamente lo sviluppo dell’informatica.

Principi chiave dell’architettura di Von Neumann

L’architettura di Von Neumann si basa su alcune idee fondamentali che sono alla base della maggior parte dei computer attuali:

  1. Memoria unificata per dati e istruzioni: In un computer di Von Neumann, dati e istruzioni (il codice) sono memorizzati nella stessa memoria. Questo è diverso rispetto ad architetture precedenti, dove i dati e le istruzioni erano memorizzati in posti separati. La memoria unificata permette al computer di leggere e modificare sia i dati che il codice durante l’esecuzione di un programma.
  2. Processore centrale (CPU): La macchina di Von Neumann ha un’unità di elaborazione centrale, o CPU, che esegue le istruzioni del programma. La CPU è divisa in due componenti principali:
  • Unità di controllo: Si occupa di dirigere il flusso delle istruzioni e dei dati tra la memoria e le altre parti del sistema.
  • Unità aritmetico-logica (ALU): Esegue operazioni aritmetiche (come addizioni e sottrazioni) e logiche (come confronti tra dati).
  1. Ciclo di esecuzione istruzioni: La CPU segue un ciclo chiamato ciclo di fetch-decode-execute per eseguire le istruzioni:
  • Fetch (prelievo): La CPU preleva un’istruzione dalla memoria.
  • Decode (decodifica): L’istruzione viene decodificata per capire quale operazione deve essere eseguita.
  • Execute (esecuzione): La CPU esegue l’istruzione, che può essere un’operazione aritmetica, un trasferimento di dati, o un’istruzione di controllo (come un salto nel programma).
  1. Memoria RAM: Nella macchina di Von Neumann, la memoria è di tipo RAM (Random Access Memory), che permette al processore di accedere a qualsiasi indirizzo di memoria in modo diretto e casuale, senza dover seguire un ordine sequenziale.
  2. I/O (input/output): L’architettura di Von Neumann include anche dispositivi di input e output per permettere al computer di interagire con il mondo esterno (come tastiere, schermi, stampanti, ecc.).

Vantaggi dell’architettura di Von Neumann

  • Flessibilità: Un singolo computer può essere programmato per svolgere qualsiasi compito semplicemente modificando il programma caricato in memoria.
  • Economia e semplicità: L’utilizzo di una sola memoria per dati e istruzioni semplifica la progettazione hardware e riduce i costi rispetto ad architetture precedenti.
  • Base per lo sviluppo moderno: Molti dei computer moderni seguono ancora il modello di Von Neumann o varianti di esso, dato che è un modello generale e potente.

Limiti dell’architettura di Von Neumann

  1. Collo di bottiglia di Von Neumann: Uno dei principali svantaggi di questo modello è il cosiddetto collo di bottiglia di Von Neumann, che si verifica perché la CPU e la memoria condividono lo stesso bus (canale di comunicazione). Ciò significa che la CPU può accedere ai dati e alle istruzioni uno alla volta, il che rallenta le prestazioni, soprattutto nei moderni sistemi ad alta velocità.
  2. Sicurezza: Poiché i dati e le istruzioni condividono lo stesso spazio di memoria, è possibile che errori di programmazione o attacchi informatici possano portare alla modifica del codice in esecuzione, creando problemi di sicurezza.
  3. Limiti per applicazioni specializzate: Sebbene l’architettura di Von Neumann sia molto flessibile, per applicazioni specifiche, come il calcolo parallelo o l’intelligenza artificiale, sono state sviluppate altre architetture più efficienti, come le architetture Harvard o le GPU.

Storia e contesto della macchina di Von Neumann

John von Neumann propose questo modello nel contesto dello sviluppo del primo computer elettronico digitale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Von Neumann collaborò al progetto dell’ENIAC, uno dei primi computer elettronici digitali. Tuttavia, l’ENIAC era programmato manualmente, cambiando i collegamenti fisici e interruttori per eseguire diversi programmi.

Von Neumann, insieme ai suoi colleghi come John Presper Eckert e John Mauchly, capì che un sistema di calcolo poteva essere più flessibile ed efficiente se i programmi fossero stati memorizzati direttamente nella memoria del computer, come i dati, e non richiedessero configurazioni manuali per ogni nuova operazione.

Questo concetto fu formalizzato nel documento del 1945 noto come First Draft of a Report on the EDVAC, scritto da Von Neumann, in cui venivano descritti i principi alla base dell’architettura dei computer moderni.

Influenza sui computer moderni

L’architettura di Von Neumann è ancora oggi il fondamento di molti sistemi di calcolo. Tuttavia, alcune modifiche sono state apportate per migliorare l’efficienza:

  • I computer moderni utilizzano cache per ridurre il collo di bottiglia tra CPU e memoria.
  • Alcuni sistemi utilizzano architetture Harvard modificate, che separano memoria per istruzioni e dati per evitare il collo di bottiglia.

Conclusione: L’architettura di Von Neumann è stata una delle pietre miliari nell’evoluzione dell’informatica. La sua intuizione di memorizzare dati e programmi nello stesso spazio di memoria ha rivoluzionato la progettazione dei computer, rendendo possibile la realizzazione di macchine programmabili in modo flessibile, e costituisce la base della maggior parte dei sistemi di calcolo che utilizziamo ancora oggi.

Tecnologia

Innovazione, Barachini “Con l’intelligenza artificiale serve un approccio antropocentrico”

“L’intelligenza artificiale è uno strumento che sta cambiando le nostre vite, cambierà le nostre vite”. Lo ha detto il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, a Napoli, a margine di Feuromed, il Festival Euromediterraneo dell’Economia.

“Ci saranno – ha proseguito Barachini – sviluppi positivi in moltissimi ambiti scientifici. Da un punto di vista editoriale e informativo, è sicuramente un’innovazione da regolare perché può indurre una modifica sostanziale del lavoro umano e anche, in qualche modo, una sostituzione. Quindi, bisogna cercare di far sì che questo strumento di innovazione aumenti le capacità distributive, anche le capacità di ricerca in un ambito editoriale, ma non sostituisca quella straordinaria esperienza, quella competenza, quel lavoro umano e quella responsabilità umana che deve sempre essere al centro del lavoro di chi fa informazione e giornalismo. L’uomo – ha concluso – deve essere al centro del nostro approccio di visione dell’utilizzo dell’Ai, è un approccio antropocentrico che ponga la responsabilità umana, la faccia di chi produce l’informazione e la sua responsabilità al centro del processo”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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La Trasformazione Digitale degli Smart Plant: Efficienza, Sostenibilità e Competitività nell’Industria Manifatturiera

La trasformazione digitale sta rivoluzionando l’industria manifatturiera, con l’introduzione degli smart plant, impianti industriali intelligenti che, attraverso l’analisi dei dati e processi ottimizzati, permettono a macchine e operatori di prendere decisioni informate, migliorando l’efficienza e la competitività. Le fabbriche del futuro non sono più semplici luoghi di produzione, ma veri e propri ecosistemi connessi, dove l’intelligenza artificiale, l’automazione e la convergenza tra IT (Information Technology) e OT (Operational Technology) giocano un ruolo fondamentale. Questa integrazione consente un’ottimizzazione dei processi produttivi, portando vantaggi significativi anche in termini di sostenibilità ambientale e sicurezza sul lavoro.

Nonostante i vantaggi evidenti in termini di Overall Equipment Effectiveness (OEE) e flessibilità produttiva, molte aziende incontrano difficoltà nella transizione verso gli smart plant. Tra i principali ostacoli ci sono la disponibilità dei dati, l’integrazione tra IT e OT, e la gestione del cambiamento. Tuttavia, le nuove fabbriche digitali offrono un’opportunità unica per progettare l’efficienza fin dall’inizio e diffondere i benefici della smart manufacturing su scala globale. Le aziende che affrontano con successo queste sfide possono migliorare la loro competitività, ottimizzare i processi e massimizzare i risultati economici e ambientali.

Capgemini si posiziona come partner strategico per la trasformazione digitale dell’industria, fornendo soluzioni innovative che combinano processi di gestione snelli, tecnologie modulari intelligenti, analisi avanzata dei dati e automazione. Il suo approccio è altamente flessibile, adattandosi a diversi settori industriali, dalla produzione discreta all’industria di processo, garantendo vantaggi economici e operativi a lungo termine.

La trasformazione verso gli smart plant non riguarda solo il miglioramento delle performance aziendali, ma mira ad avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Le soluzioni proposte contribuiscono alla riduzione degli sprechi, all’ottimizzazione del consumo energetico e al miglioramento delle condizioni di lavoro. L’obiettivo è creare un modello di industria intelligente che coniughi efficienza, sostenibilità e benessere dei dipendenti. “La nostra offerta dedicata agli smart plant basati sui dati mira ad abilitare la totale connettività e intercomunicazione di dispositivi operativi, processi e infrastrutture,” afferma Giulio Lanza, Presales Director di Capgemini Engineering in Italia. “L’uso analitico dei dati raccolti consente a macchine e persone di prendere decisioni intelligenti, basate sui fatti, che si trasformano in attività autonome o azioni umane, aumentando l’efficienza delle prestazioni e la centralità del cliente. Creiamo valore per i nostri clienti trasformando le loro organizzazioni e implementando soluzioni che hanno un impatto positivo sull’ambiente e sulla società, assicurando al contempo benefici finanziari a lungo termine.”

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Tecnologia

L’Ue sospende i contatti con Huawei dopo l’indagine per corruzione

L’Unione Europea ha deciso di sospendere immediatamente tutti i contatti e gli incontri con Huawei, il colosso cinese delle telecomunicazioni, a seguito dell’apertura di un’indagine da parte della giustizia belga per sospetta corruzione legata alle attività di lobbying dell’azienda. La Commissione europea ha comunicato che tutti i dipartimenti dell’esecutivo e i team dei commissari saranno istruiti a non intrattenere ulteriori rapporti con Huawei fino a nuovo ordine.

La decisione arriva in un momento di crescente preoccupazione riguardo alle pratiche aziendali di Huawei e al suo coinvolgimento in attività di lobbying che potrebbero sollevare dubbi su potenziali conflitti di interesse e sulla sicurezza delle comunicazioni all’interno dell’Unione Europea. L’indagine in corso in Belgio sta gettando nuova luce sulle attività dell’azienda, che da tempo è al centro di controversie legate alla sicurezza delle infrastrutture di rete globali.

La sospensione dei contatti riflette una posizione di cautela da parte delle istituzioni europee, che continuano a monitorare attentamente la situazione e le implicazioni legali e geopolitiche che potrebbero derivarne.

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