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Politica

USA 2024 | Momenti salienti del dibattito in tv tra Harris e Trump

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Il primo dibattito tra Kamala Harris e Donald Trump, sebbene caratterizzato da toni accesi e accuse reciproche, non è degenerato in una vera e propria rissa verbale. Harris ha mantenuto una postura di attacco costante, mettendo in evidenza le controversie legali che coinvolgono Trump e i suoi problemi giudiziari in corso. Dal canto suo, Trump ha focalizzato il dibattito sui temi dell’immigrazione, criticando l’aumento dei migranti senza documenti negli Stati Uniti e definendoli negativamente.

Durante il confronto, Harris ha cercato di mettere in luce la sua proposta di riforma per l’aborto, promettendo di lavorare per una legge che ne garantisca la legalità a livello nazionale. Ha anche sottolineato la presenza di repubblicani che la sostengono e ha citato l’opposizione di alcuni ex membri dell’amministrazione Trump, descrivendo il possibile ritorno di quest’ultimo come dannoso per il paese. Trump, d’altra parte, ha avanzato accuse gravi contro i democratici, sostenendo che vorrebbero legalizzare pratiche estreme in relazione all’aborto.

Nonostante la vivacità del dibattito e i chiari tentativi di Harris di delineare le differenze tra lei e Trump, il confronto non ha portato alla luce nuove e dettagliate proposte politiche da parte di entrambi i candidati. Trump ha insistito su politiche di deportazione per gli immigrati senza documenti, mentre Harris ha ribadito il suo impegno per aiuti economici alle famiglie e sgravi fiscali per le piccole imprese.

Le reazioni immediate al dibattito, come mostrano i primi sondaggi, suggeriscono che molti spettatori abbiano ritenuto Harris la vincitrice del confronto, con un margine di consenso del 63% contro il 37% per Trump. Questo risultato rappresenta un netto miglioramento rispetto alla performance di Joe Biden nel dibattito di giugno. Tuttavia, nonostante la percezione positiva del dibattito da parte di Harris, non è certo che questo influenzerà significativamente l’esito delle elezioni di novembre.

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Manovra, FI incontra Giorgetti “Obiettivo stabilità e crescita”

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Una delegazione di Forza Italia composta dai capigruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, dal responsabile dei Dipartimenti, Alessandro Cattaneo, e dal responsabile economia del movimento azzurro, Maurizio Casasco, ha incontrato questa mattina, presso la sede del ministero dell’Economia e delle Finanze, il ministro Giancarlo Giorgetti per un confronto sulla imminente manovra di bilancio.
In linea con la valutazione espressa in questi giorni dal segretario nazionale Antonio Tajani, Forza Italia ha espresso “condivisione e apprezzamento per l’impostazione della manovra economica, confermato la propria attenzione ai conti pubblici all’insegna di una politica di responsabilità che coniughi la stabilità dei bilanci dello Stato con la crescita della nostra economia, nel rispetto del quadro europeo”.
La priorità di Forza Italia, si legge in una nota, “è da sempre il sostegno alla crescita economica con un’attenzione al sistema sociale. In questo senso, lavoriamo per la conferma del taglio del cuneo fiscale, dell’Irpef e la detassazione dei benefit aziendali nonchè proseguire il percorso di incremento delle pensioni minime. All’interno della discussione è stato affrontato anche il tema del costo dell’energia e della competitività delle nostre imprese. Riteniamo inoltre importante continuare ad intervenire sulla riduzione dell’Irpef con particolare riguardo per la classe media, così come estendere le tutele al lavoro femminile anche alle lavoratrici autonome. Per i giovani, si propone di confermare il sostegno al mutuo sulla prima casa e all’inizio dell’attività d’impresa, oltre a interventi sulle student house al fine di calmierare i prezzi degli affitti per gli universitari. Diverse le proposte in merito alla valutazione delle coperture tra possibili efficienze dello Stato, entrate dal percorso di liberalizzazioni e privatizzazioni e la tassazione dei colossi del web, tema da estendere in ambito europeo. Il confronto, avviato oggi con piena condivisione, soddisfazione e collaborazione, proseguirà nelle sedi parlamentari”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Politica

USA 2024 | Atteso il duello tv Trump-Harris, Kamala: “Mi aspetto bugie e attacchi”. Lui: “La lascerò parlare”

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Il dibattito televisivo di martedì sera tra Kamala Harris e Donald Trump potrebbe essere determinante per le elezioni presidenziali americane, previste tra meno di due mesi. I due candidati, al momento appaiati nei sondaggi, si incontreranno in quello che potrebbe essere l’unico dibattito della campagna elettorale.

Il confronto avrà luogo a Filadelfia, una città simbolo della democrazia americana, e vedrà Harris e Trump affrontarsi su una serie di temi cruciali. Harris, vicepresidente in carica, e Trump, ex presidente, arriveranno sul palco con stili e visioni molto diversi. Harris, che si è preparata con attenzione, ha già anticipato che si aspetta attacchi personali e menzogne da parte di Trump, e ha intenzione di presentarsi come una difensora dell’unità e degli interessi degli americani. Trump, invece, ha criticato Harris sui social e minacciato azioni legali contro eventuali frodi elettorali.

Il dibattito, programmato per le 21 di martedì (le 3 di notte in Italia), sarà seguito da un vasto pubblico e potrebbe influenzare notevolmente l’esito delle elezioni. Mentre Harris ha utilizzato l’evento per migliorare la sua visibilità e definire la propria immagine, Trump dovrà controllare la sua inclinazione per l’aggressività e l’insulto, evitando di sabotare se stesso.

Il confronto non sarà solo un test di personalità, ma anche un’opportunità per i candidati di delineare le loro posizioni su temi come l’aborto, i diritti civili, l’immigrazione, le politiche economiche e fiscali, e le crisi internazionali, tra cui le guerre in Gaza e in Ucraina. Harris e Trump si presenteranno come rappresentanti di due visioni opposte dell’America, e il dibattito di martedì sera sarà l’occasione per chiarire le loro posizioni e cercare di ottenere il sostegno degli elettori indecisi.

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Economia | Manovra: “Dipendenti pubblici in pensione a 70 anni”

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Il governo italiano sta esaminando una proposta che permetterebbe ai dipendenti pubblici di continuare a lavorare fino ai 70 anni, con il compito di affiancare e formare i nuovi assunti. Questa misura, che non sarà obbligatoria ma facoltativa per ciascuna amministrazione e dipendente, prevede che il mantenimento in servizio di un dirigente o altro personale senior comporti la rinuncia all’assunzione di nuovo personale per lo stesso importo, limitato al 10% delle facoltà assunzionali. L’obiettivo è contenere i costi del lavoro e ridurre la spesa previdenziale senza aumentare il bilancio delle amministrazioni pubbliche.

Questo provvedimento è parte della manovra finanziaria in fase di sviluppo, che i leader del centrodestra hanno discusso oggi a Palazzo Chigi. La riunione, presieduta dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha avuto come focus principale il Piano Strutturale di Bilancio (PSB) e la legge di bilancio. I leader hanno sottolineato la necessità di una gestione prudente delle risorse, evitando nuove spese e concentrandosi su priorità come famiglie, imprese, giovani e natalità. Inoltre, si è deciso di escludere nuove misure di bonus, che non hanno dimostrato risultati significativi.

Il PSB, che deve essere approvato il 17 settembre e successivamente notificato a Bruxelles, determinerà il quadro programmatico per la legge di bilancio. Il ministro Giorgetti ha invitato alla cautela riguardo al debito pubblico, evitando “tesoretti” da spendere e puntando a una manovra equilibrata.

Nel contesto della legge di bilancio, resta centrale la questione delle pensioni. Si discute la possibilità di limitare il pensionamento anticipato e di rivedere la rivalutazione degli assegni pensionistici rispetto all’inflazione. Massimo Garavaglia, presidente della Commissione Finanze del Senato, ha sollecitato attenzione particolare per le pensioni minime e sociali.

Le previsioni economiche sono incoraggianti, con un incremento delle entrate del 6,2% e prospettive positive dalla crescita economica e dagli investimenti. Questi fattori potrebbero influenzare favorevolmente la legge di bilancio, che potrebbe includere il taglio del cuneo fiscale, una revisione dell’Irpef a tre aliquote, e un potenziamento del bonus per le mamme lavoratrici e dell’assegno unico.

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