Politica
Unione Europea | Per Orban Meloni è fondamentale, “è la mia sorella cristiana”
Durante il forum Ambrosetti a Cernobbio, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha elogiato il premier italiano Giorgia Meloni, definendola “sorella cristiana” e sottolineando l’importanza delle relazioni basate su valori culturali e religiosi condivisi.
Orbán ha spiegato che, rispetto al passato, le affinità culturali e religiose stanno acquisendo un ruolo più rilevante nell’ambito dell’Unione Europea. Secondo Orbán, la connessione con Meloni va oltre il semplice rapporto professionale, riconoscendola come una figura chiave e fondamentale nel contesto politico attuale.
Politica
Sciopero generale del 29 novembre: chiesta la riduzione a quattro ore per il trasporto passeggeri
Il Garante per gli scioperi ha chiesto al ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, di limitare a quattro ore la durata dello sciopero previsto per il prossimo venerdì 29 novembre nei settori del trasporto passeggeri. La richiesta è motivata dal “fondato pericolo di un pregiudizio grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”.
La decisione ha ricevuto il plauso del ministro Salvini, che ha prontamente inoltrato ai sindacati la richiesta formale di riduzione. Il trasporto ferroviario, già escluso dalla mobilitazione indetta da Cgil e Uil in seguito allo sciopero dello scorso fine settimana, non sarà coinvolto dalla misura. La limitazione a quattro ore impatterà invece il trasporto aereo, marittimo e il trasporto pubblico locale, comprendendo bus, tram e filobus.
Nel settore aereo, le ripercussioni si stanno già facendo sentire: Ita Airways ha annunciato la cancellazione di 41 voli, di cui 39 previsti per il 29 novembre e due per il giorno successivo, come misura preventiva.
La richiesta del Garante punta a bilanciare il diritto alla protesta con la necessità di garantire i servizi essenziali per i cittadini. Tuttavia, resta alta l’attenzione sulle conseguenze dello sciopero, che coinvolgerà diverse categorie e settori cruciali.
I sindacati non hanno ancora espresso una posizione ufficiale sulla richiesta di riduzione, mentre cresce l’attesa per comprendere l’impatto effettivo della mobilitazione sui trasporti e sulla giornata lavorativa di milioni di cittadini.
Politica
M5S, scontro al vertice tra Grillo e Conte: il Movimento torna a votare
È guerra aperta all’interno del Movimento 5 Stelle. Lo scontro, che vede protagonisti i due volti più rappresentativi del M5S, Beppe Grillo e Giuseppe Conte, potrebbe segnare un punto di svolta decisivo per il futuro del Movimento.
A meno di ventiquattr’ore dalla chiusura della Costituente, Grillo ha compiuto una mossa dirompente: ha chiesto la ripetizione delle votazioni online che hanno sancito le modifiche allo Statuto, tra cui la cancellazione del ruolo di garante, un cambiamento che avrebbe di fatto “rottamato” il suo potere formale all’interno del Movimento. Ma non solo: in discussione sono anche la modifica del simbolo e la revisione dei poteri del presidente.
La decisione di Grillo ha suscitato l’ira di Giuseppe Conte, che ha denunciato l’azione come un tentativo di sabotaggio. “Grillo ha avviato un estremo tentativo di sabotaggio”, ha scritto Conte sui social. Nonostante ciò, l’ex premier ha deciso di non contestare legalmente il ricorso avanzato da Grillo. “Potremmo vincere questo contenzioso legale, ma preferiamo la democrazia e la libertà di scelta”, ha spiegato Conte, annunciando una nuova convocazione online per votare sui quesiti impugnati.
Un parlamentare del M5S ha anticipato che il voto potrebbe avvenire entro pochi giorni, ma l’esito di questa nuova consultazione appare tutt’altro che scontato. Lo scontro fra Grillo e Conte mette in evidenza divisioni profonde nel Movimento e potrebbe determinare non solo il futuro assetto interno, ma anche il peso politico dei Cinque Stelle nello scenario italiano.
Politica
Trump promette una tariffa del 25% su Messico e Canada per fermare droga e immigrazione illegale
Donald Trump ha annunciato che, in caso di ritorno alla presidenza, uno dei suoi primi ordini esecutivi sarà l’imposizione di una tariffa del 25% su tutti i prodotti importati da Messico e Canada. La misura, secondo quanto dichiarato dall’ex presidente sul suo social network Truth Social, mira a costringere i due paesi a fermare il traffico di droga, in particolare di Fentanyl, e l’immigrazione illegale verso gli Stati Uniti.
“Come tutti sanno, migliaia di persone stanno attraversando Messico e Canada, portando criminalità e droga a livelli mai visti prima”, ha scritto Trump, definendo la situazione attuale una “invasione”. Ha inoltre sottolineato che una carovana di migliaia di migranti provenienti dal Messico starebbe cercando di attraversare il confine, approfittando delle “ridicole frontiere aperte” degli Stati Uniti.
La tariffa, ha precisato, resterà in vigore fino a quando Messico e Canada non agiranno per bloccare l’arrivo di droga e migranti clandestini. “Entrambi i paesi hanno il potere assoluto di risolvere facilmente questo problema”, ha aggiunto, avvertendo che è giunto il momento per loro di “pagare un prezzo molto alto”.
Le dichiarazioni di Trump riflettono il tono aggressivo della sua campagna elettorale, che continua a puntare sui temi della sicurezza dei confini e della lotta alla criminalità, temi centrali del suo primo mandato. La proposta ha suscitato forti reazioni, sollevando dubbi sulla sua fattibilità e sulle possibili ripercussioni economiche e diplomatiche.
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