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Politica

Renzi “Meloni bravissima influencer ma non risolve i problemi”

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“La presidente del Consiglio è bravissima a comunicare, però non sta risolvendo nemmeno un problema della vita quotidiana degli italiani: le bollette del gas aumentano, le multe con l’aumento che ha fatto Salvini impattano sul bilancio delle famiglie. Gli stipendi non crescono. I trasporti, pendolari e lunga percorrenza, sono fermi. Io ritengo Giorgia Meloni una bravissima influencer, e anche per questo le dedicheremo un 2025 non solo di critiche ma di proposte alternative”. Lo afferma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, a margine di “Next”, l’iniziativa che si svolge a Firenze in occasione del suo 50esimo compleanno.
Per Renzi “in questo momento la presidente del Cons ha un consenso fortissimo perchè appare tutti i giorni sui quotidiani come quella che dice sempre la cosa che la gente si vuole far sentire dire, ma poi nella quotidianità mancano le risposte”.

A chi gli chiede se voglia “rottamare” Meloni, l’ex premier risponde così: “E’ più giovane di me per cui non potrei mai. Il mio obiettivo per i 50 anni intanto è dire grazie, io sono un uomo felice, e poi cercare di dare un’alternativa. Molti italiani vogliono bene a Giorgia Meloni, poi c’è una oparte di italiani che dice che lei non è capace. Io penso che sia arrivato il momento di dare una svolta”.
Secondo Renzi “si apre la fase in cui il centro farà la differenza, il centro che farà vincere il centrosinistra”.
“Oggi è un giorno di festa per me, ma è anche il giorno nel quale cerchiamo di parlare del futuro del Paese – aggiunge -. Ci sembra che si parli di tante questioni di cui ai cittadini non interessa, poi ci sono i treni bloccati, gli stipendi bloccati e le liste d’attesa bloccate. Da Firenze proviamo a rilanciare un messaggio non per guardare a quello che è successo negli ultimi 50 anni ma per parlare di futuro”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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“Giorgia, salveremmo anche te”: la provocatoria campagna di Open Arms sui migranti

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Open Arms ha lanciato una nuova campagna destinata a suscitare un intenso dibattito, trasformando i leader mondiali, inclusa la premier italiana Giorgia Meloni, in migranti naufraghi attraverso immagini generate dall’intelligenza artificiale. Tra i volti noti presenti nella campagna compaiono Donald Trump, Ursula von der Leyen, Marine Le Pen, Viktor Orban, Matteo Salvini, e persino Elon Musk. Tutti sono raffigurati in mare, indossando giubbotti di salvataggio, con la didascalia: “Salveremmo anche te. Quando una vita è in pericolo in mare, la salviamo”.

Con questa iniziativa, Open Arms intende trasmettere un messaggio chiaro: l’importanza di salvare ogni vita in pericolo, indipendentemente dall’identità o dal ruolo della persona coinvolta. Il messaggio accompagna ogni immagine, sottolineando la missione umanitaria dell’organizzazione di soccorso.

Particolarmente significativa è l’immagine di Giorgia Meloni, accompagnata dalla didascalia: “Hai creato centri di detenzione per migranti in Albania, ma sai una cosa? Noi siamo soccorritori e se la tua vita fosse in pericolo non esiteremmo a rischiare la nostra per salvare la tua”. Questo riferimento ai centri di detenzione per migranti in Albania, fortemente voluti dal governo Meloni, rappresenta una critica alle politiche migratorie italiane.

La campagna include anche un video che mette in evidenza Matteo Salvini, ribadendo il messaggio di solidarietà e il dovere umanitario di salvare vite umane, indipendentemente dalle politiche adottate dai leader coinvolti.

La campagna di Open Arms è destinata a suscitare reazioni forti, sia di sostegno sia di critica, mettendo al centro del dibattito pubblico il tema del soccorso in mare e delle politiche migratorie europee. Il messaggio provocatorio punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e a stimolare una riflessione sulle conseguenze umane delle decisioni politiche in materia di immigrazione e accoglienza.

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Scuola, nuove modalità di valutazione: giudizi sintetici e condotta determinante

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l sistema scolastico italiano si appresta a cambiare volto con l’introduzione di nuove modalità di valutazione per la scuola primaria e secondaria di primo grado, in seguito all’ordinanza firmata dal ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. Le modifiche, che entreranno in vigore dall’anno scolastico 2024/2025, riguarderanno i giudizi sintetici per le scuole elementari e il voto in condotta per le scuole medie.

Nelle scuole elementari, i tradizionali voti numerici saranno sostituiti da giudizi sintetici che andranno da “Ottimo” a “Non sufficiente”. A questi giudizi si affiancheranno descrizioni dettagliate dei livelli di apprendimento per ogni disciplina, compresa l’educazione civica. Questa nuova modalità mira a rendere più chiaro e comprensibile il percorso formativo degli studenti, migliorando la comunicazione tra scuola e famiglie.

Il ministro Valditara ha sottolineato l’importanza di questa riforma per la crescita formativa degli studenti, dichiarando che “i giudizi sintetici permettono di tracciare con maggiore chiarezza il percorso formativo degli alunni, migliorando la comunicazione con le famiglie e l’efficacia della valutazione”.

Nella scuola secondaria di primo grado, il voto di condotta sarà espresso in decimi. Gli studenti che otterranno un voto inferiore a 6/10 non saranno ammessi alla classe successiva o all’esame conclusivo del ciclo. Questo cambiamento intende promuovere una maggiore responsabilità individuale e il rispetto delle regole tra gli studenti.

Valditara ha evidenziato che la valutazione della condotta sarà particolarmente attenta alle esigenze degli studenti con disabilità e disturbi specifici dell’apprendimento, garantendo un approccio inclusivo e personalizzato.

Le scuole avranno tempo fino alla fine dell’anno scolastico in corso per adeguarsi a queste nuove disposizioni, assicurando che le famiglie siano pienamente informate dei cambiamenti.

Questa riforma rappresenta un passo significativo verso un sistema educativo più chiaro e trasparente, volto a migliorare il percorso formativo degli studenti e a promuovere un ambiente scolastico più responsabile e inclusivo.

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Renzi compie 50 anni: una carriera tra successi e rimpianti

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Matteo Renzi celebra oggi il suo cinquantesimo compleanno, un traguardo che segna la distanza temporale dalla sua esperienza come presidente del Consiglio, una posizione oggi occupata da Giorgia Meloni. Mentre l’attuale panorama politico è dominato dalla prima donna premier nella storia repubblicana, Renzi resta il più giovane ad aver ricoperto quell’incarico, nel 2014, un’epoca politica ormai lontana.

La sua ascesa nel Partito Democratico, da sindaco di Firenze a leader nazionale, fu osservata con interesse anche da coloro che non appartenevano al centrosinistra. Renzi portò una ventata di novità, promettendo di “rottamare” la vecchia classe dirigente, una promessa che sembrò affascinare molti nel periodo di declino dell’era berlusconiana. Il suo periodo al governo è stato caratterizzato da una serie di riforme importanti, tra cui la Buona Scuola, il Jobs Act, le unioni civili, e l’Industria 4.0, oltre alla scelta di Sergio Mattarella come presidente della Repubblica.

Tuttavia, Renzi ha anche accelerato il ritmo della politica italiana, trasformando le discussioni collegiali e lunghe in dichiarazioni rapide, spesso ridotte a tweet e kermesse come la “Leopolda”. Questo approccio ha polarizzato l’opinione pubblica, creando più divisioni che unità all’interno del suo partito.

Renzi ha cercato di emulare Silvio Berlusconi sul piano comunicativo, ma non ha assorbito alcune delle sue lezioni fondamentali di diplomazia interna. La sua strategia di rottamazione lo ha lasciato spesso circondato da nemici, sia all’interno che all’esterno del Partito Democratico. La personalizzazione del Referendum Costituzionale del 2016 e la promessa non mantenuta di ritirarsi dalla politica hanno segnato profondamente la sua credibilità. Nonostante alcuni successi, come il ruolo di primo piano durante il governo di Mario Draghi, Renzi non è riuscito a riunire il centrosinistra sotto la sua guida.

Renzi resta un abile politico, capace di catturare l’attenzione mediatica e di manovrare abilmente nelle dinamiche parlamentari. È spesso il più rapido nel reagire e nel proporre controproposte, un tratto che lo rende ancora uno dei leader più efficaci a sinistra. Tuttavia, il suo consenso è ormai ridotto a una piccola percentuale, e molti si chiedono se sia il momento per lui di passare il testimone e mettere a frutto il suo talento in altri ambiti.

Renzi ha incarnato il sogno di una grande stagione riformista, ma non è riuscito a portare a termine la sua visione. Con il suo cinquantesimo compleanno, si apre forse una nuova fase della sua carriera, una che potrebbe vederlo allontanarsi dalla politica attiva per esplorare nuovi orizzonti.

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