Politica
Politica | Di nuovo tensioni tra Lega e Forza Italia sullo ius scholae e l’autonomia
Le tensioni tra Lega e Forza Italia tornano a farsi sentire su due temi chiave: lo ius scholae e l’autonomia. La recente presa di posizione di Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha riacceso il dibattito, scatenando una risposta decisa dalla Lega. Il vicesegretario del partito di Salvini, Andrea Crippa, ha ribadito che la legge sulla cittadinanza non necessita di cambiamenti, creando una frattura tra i due alleati.
Questo scontro, latente da tempo, emerge ora in un momento delicato per la maggioranza, rischiando di complicare ulteriormente il lavoro del governo guidato da Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio si trova già ad affrontare questioni complesse come la legge di Bilancio e la riforma del Consiglio di amministrazione della Rai, due dossier particolarmente sensibili. Il rinnovo del Cda della Rai, in particolare, potrebbe subire dei ritardi, poiché l’opposizione, con il Partito Democratico in testa, si è opposta alla nomina di Simona Agnes alla presidenza, chiedendo un approccio bipartisan.
Nel frattempo, Giorgia Meloni ha cercato di mediare tra le varie anime della maggioranza, convincendo Salvini a rinunciare alla richiesta di un direttore generale della Rai, proponendo invece ruoli di rilievo per la cultura e il cinema. Tuttavia, la fragile alleanza tra Lega e Forza Italia potrebbe mettere a rischio questo precario equilibrio.
Sul fronte dello ius scholae, Tajani ha rilanciato la sua proposta di riforma della legge sulla cittadinanza, nonostante l’opposizione ferma della Lega. Il partito di Salvini ha ribadito la sua contrarietà, mentre il sottosegretario Nicola Molteni ha persino suggerito di inasprire le norme, prevedendo la revoca della cittadinanza per chi commette reati. Forza Italia, dal canto suo, ha reagito riaffermando le sue posizioni sull’autonomia e ottenendo l’adesione dei consiglieri del Partito Sardo d’Azione, un gruppo che fino ad ora era legato alla Lega.
Un altro tema cruciale è la legge di Bilancio, che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dovrà presentare a Bruxelles entro il 20 settembre. Tra le misure principali figurano la proroga del taglio del cuneo fiscale e la riduzione delle aliquote Irpef. Tuttavia, la scarsità delle risorse rende il dialogo interno al centrodestra complesso. La Lega insiste sull’estensione dei prepensionamenti con quota 41, mentre Forza Italia preme per un nuovo intervento sulle pensioni minime, avvicinandosi ulteriormente alla soglia dei 1.000 euro.
In questo contesto, le tensioni tra i due partiti rischiano di complicare il lavoro del governo, in un periodo in cui l’esecutivo è chiamato a prendere decisioni cruciali su temi che spaziano dalla cittadinanza all’economia.
Politica
Orban sfida la Corte Penale Internazionale e invita Netanyahu in Ungheria
Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha annunciato la sua intenzione di invitare il leader israeliano Benyamin Netanyahu in Ungheria, in aperto contrasto con il mandato di arresto emesso nei confronti di quest’ultimo dalla Corte Penale Internazionale (CPI). Orban ha dichiarato che la decisione della Corte non avrà alcun effetto sul territorio ungherese, segnalando la volontà di sfidare apertamente l’autorità dell’organismo internazionale.
Questo gesto riflette il consolidamento dell’alleanza tra Budapest e Tel Aviv, evidenziando la vicinanza politica tra i due leader e la condivisione di una visione comune su molte questioni globali. L’Ungheria, attualmente alla guida della presidenza di turno dell’Unione Europea, rischia però di alimentare tensioni con gli altri Stati membri, che generalmente appoggiano le decisioni della CPI e considerano l’organismo una componente essenziale del diritto internazionale.
La mossa di Orban solleva interrogativi sull’adesione degli Stati membri dell’UE alle norme della giustizia internazionale e sottolinea le crescenti divisioni all’interno dell’Unione su temi fondamentali. Il caso potrebbe rappresentare un test per la coesione europea e per l’influenza della CPI nel perseguire crimini internazionali in un contesto sempre più polarizzato.
Politica
Lettera Papa anche su Corriere dell’Umbria “Pace, la parola dimenticata”
Il Corriere dell’Umbria e gli altri quotidiani del Gruppo Corriere pubblicano oggi in apertura delle prime pagine, con il titolo “Pace, la parola dimenticata”, la lettera inviata da Papa Francesco al Nunzio apostolico in Ucraina, Visvaldas Kulbokas, per i mille giorni dall’inizio del conflitto Russia-Ucraina, riportata ieri dall’Osservatore Romano.
“Pubblichiamo questa lettera di Papa Francesco – si legge nell’introduzione – non per esprimere una presa di posizione a favore di una dell’altra parte coinvolta nel conflitto” ma “per mantenere alta l’attenzione su una tragedia che, ormai da troppo tempo si sta consumando e che, nelle ultime ore, registrato un aggravamento tale da prospettare scenari drammatici”.
“Papa Francesco – continua il Corriere – ha scelto il nome del santo di Assisi, perchè uomo di pace oltre che uomo di povertà. E’ lo stesso motivo per cui, in questo momento, il Corriere dell’Umbria non può non sottoporre all’attenzione dei suoi lettori parole e valore, anticipati otto secoli fa, dall’umbro più celebre del mondo”.
“Mai come ora – si sottolinea nell’introduzione – si avverte l’urgente necessità di pace di percorsi di dialogo e non è più solo un problema di chi ha ragione o torto”. “Siamo in bilico – conclude il Corriere dell’Umbria – sopra il punto di non ritorno”.
– foto: Agenzia Fotogramma –
Politica
Conte “Il Movimento resti progressista o dovrà trovarsi un altro leader”
“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento, riaccendendo l’entusiasmo e facendo sentire tutti protagonisti del nuovo percorso. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi. Mi sembra evidente che se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership, mi farei da parte. Si chiama coerenza”. Lo afferma il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in un’intervista al quotidiano “La Repubblica”. “Ci teniamo strette le radici, dalle quali discende la radicalità delle nostre battaglie. Ma nel 2021, raccogliendo centinaia di suggerimenti, ho elaborato e messo ai voti una carta dei principi e dei valori approvata a larghissima maggioranza dalla comunità degli iscritti. E’ un manifesto progressista – aggiunge – che marca una distanza netta da questa destra che persegue la frammentazione dell’Italia, la mordacchia ai giudici, l’abbattimento degli equilibri costituzionali con una chiara deriva autocratica”.
Per Conte “se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”. L’indicazione porta a un’alleanza col Partito democratico. “Su questo, la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd, non sarebbe compatibile con il dna del M5S. Ho sempre ragionato di un dialogo da coltivare con le forze del campo progressista per valutare intese, stando sempre attento a difendere la nostra identità e le nostre battaglie. Non possiamo avere paura di confrontarci anche con il Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sè un programma politico”. Alla domanda se spera o teme che Beppe Grillo venga al palacongressi di Roma, l’ex premier replica così: “Non lo temo. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea”. “Non mi sento isolato. Perchè io ci metto sì la faccia, ma combatto le nostre giuste battaglie accanto a tanti appassionati attivisti”.
– foto: Agenzia Fotogramma –
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