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Politica

Perché Giorgia Meloni è volata negli Stati Uniti per incontrare Donald Trump

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In una missione a sorpresa, Giorgia Meloni ha volato negli Stati Uniti per incontrare Donald Trump a Mar-a-Lago, in Florida, a soli due settimane dall’insediamento del presidente eletto alla Casa Bianca. La visita, organizzata nel massimo riserbo, è stata una mossa inaspettata che ha suscitato molta curiosità, soprattutto considerando la tempistica e il fatto che anticipa di poco la visita di Joe Biden in Italia.

L’agenda dell’incontro è rimasta segreta, ma secondo alcune fonti, uno dei temi principali sarebbe stato il caso della giornalista italiana Cecilia Sala, arrestata in Iran il 19 dicembre scorso e detenuta nel carcere di Evin. Il New York Times ha riportato che Meloni avrebbe “premuto aggressivamente” per ottenere il rilascio della Sala, sottolineando l’importanza di affrontare la questione delle prigioni iraniane e dei prigionieri stranieri. La stampa americana ha fatto notare che l’Iran usa frequentemente i prigionieri con doppia cittadinanza come pedine per scambi politici o economici, e che il governo italiano sta cercando soluzioni per risolvere la situazione.

Non è escluso che tra i temi trattati durante l’incontro ci siano stati anche gli aggiornamenti sulla guerra in Ucraina, le questioni relative ai dazi e, in generale, il rapporto tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Meloni sembra voler stabilire un legame forte con la futura amministrazione Trump, per rafforzare la posizione dell’Italia come ponte tra l’Europa e gli Stati Uniti.

Il viaggio di Meloni: da Roma a Mar-a-Lago in poche ore

Il viaggio di Giorgia Meloni è stato rapido e discreto. Il suo aereo è partito da Roma Ciampino sabato 4 gennaio, con uno scalo tecnico in Irlanda, prima di atterrare a Palm Beach in Florida. Dopo una cena e un colloquio con Trump, il volo di ritorno è decollato alle prime ore della domenica 5 gennaio, con Meloni che è tornata a Roma poche ore dopo.

Durante la visita, Trump ha elogiato Meloni, definendola una “grande alleata” e una “leader forte” che ha “preso d’assalto l’Europa”. Insieme a Meloni e Trump, c’era anche Marco Rubio, futuro segretario di Stato, che ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti alla leader italiana. La serata si è conclusa con la visione del documentario The Eastman Dilemma: Lawfare or Justice, che esplora la battaglia legale di Trump legata alle elezioni del 2020.

Cecilia Sala e le implicazioni politiche

Mentre la politica internazionale è stata senza dubbio una parte fondamentale dell’incontro, è probabile che il caso di Cecilia Sala abbia avuto un ruolo centrale. Sala, giornalista italiana, è stata arrestata in Iran a dicembre senza che le fossero state formalmente mosse accuse. La sua detenzione sembra legata a uno scambio di prigionieri o a un’escalation nelle tensioni tra i due paesi. Meloni, nel suo incontro con Trump, avrebbe spinto per azioni diplomatiche che possano portare alla liberazione di Sala.

Il caso di Cecilia Sala sarà discusso ulteriormente nelle comunicazioni ufficiali del governo italiano al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, il 6 gennaio. L’Italia sta valutando se rifiutare l’estradizione di un ingegnere iraniano arrestato a Milano, il quale è accusato di supportare i pasdaran di Teheran, come parte di una strategia per favorire il rilascio della giornalista.

Con il viaggio di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, la politica italiana compie un passo significativo verso la costruzione di rapporti più stretti con la futura amministrazione Trump, ma al contempo dimostra un impegno forte per la tutela dei cittadini italiani all’estero, in particolare di coloro che si trovano in situazioni di detenzione internazionale.

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Papa Francesco “Nei conflitti sia rispettato il diritto umanitario”

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“C’è bisogno di speranza, di luce e di pace”. Lo dice Papa Francesco durante l’Angelus a Piazza San Pietro commentando il Vangelo di oggi. “Dio ci invita sempre a fare il primo passo” ha aggiunto, quindi ha rivolto il pensiero a tutte le regioni martoriate dalla guerra. “Continuiamo a pregare per la pace in Ucraina, Palestina, Israele, Libano, Siria, Myanmar, Sudan. La comunità internazionale agisca con fermezza perchè nei conflitti sia rispettato il diritto umanitario. Basta colpire i civili, le scuole, gli ospedali, i luoghi di lavoro. Non dimentichiamo che la guerra è sempre una sconfitta” ha aggiunto il Santo Padre.

foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

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Tensione crescente tra Italia e Iran per i casi di Cecilia Sala e Mohammad Abedini Najafabadi

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Il conflitto tra Italia e Iran entra in una fase ancora più critica, con le autorità iraniane che collegano direttamente il destino della giornalista italiana Cecilia Sala, detenuta dal 19 dicembre nella prigione di Evin, a quello di Mohammad Abedini Najafabadi, arrestato a Malpensa il 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti. La situazione, che ha sollevato forti preoccupazioni a livello internazionale, vede un braccio di ferro diplomatico e politico tra i due Paesi.

Il messaggio inviato dal governo iraniano all’ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, è chiaro e duro: “Roma rigetti la politica sugli ostaggi degli Stati Uniti e crei le condizioni per il rilascio di Abedini, altrimenti i rapporti con Teheran potrebbero subire danni irreparabili”. Con questa richiesta, l’Iran mette in chiaro che la liberazione di Cecilia Sala è legata a quella di Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino iraniano arrestato in Italia.

La situazione appare complessa su più fronti, da quello umano a quello giudiziario, passando per la dimensione geopolitica. Le famiglie coinvolte, soprattutto quella di Cecilia Sala, hanno chiesto il silenzio stampa per evitare che il dibattito mediatico possa complicare ulteriormente la questione. Secondo i familiari della giornalista, l’intensificazione delle discussioni pubbliche rischia di allungare i tempi necessari per trovare una soluzione e rendere più difficile la gestione diplomatica della situazione.

Il caso di Cecilia Sala, una delle giornaliste italiane più note, è stato un tema caldo nei media italiani e internazionali, con diversi appelli alla comunità internazionale per la sua liberazione. La situazione di Abedini Najafabadi, arrestato in Italia su richiesta degli Stati Uniti per presunti legami con il regime iraniano, ha però sollevato anche forti tensioni diplomatiche, con il governo iraniano che insiste sul fatto che l’Italia debba fare il possibile per liberare il suo cittadino, altrimenti rischia di compromettere i rapporti bilaterali con Teheran.

Nel frattempo, le autorità italiane, pur mantenendo una posizione di fermezza in difesa della cittadina italiana, stanno cercando di lavorare discretamente per evitare che l’escalation della situazione porti a conseguenze più gravi. Il caso è destinato a rimanere al centro delle trattative internazionali, con entrambe le parti che si preparano a un lungo e difficile braccio di ferro diplomatico.

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Italia-Usa, Salvini: “Bene Meloni da Trump, altri lo attaccano noi lo sosteniamo”

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Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha commentato positivamente l’incontro tra la premier Giorgia Meloni e il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, in occasione della sua visita in Italia. Salvini ha sottolineato l’importanza di un incontro che ha avuto come temi centrali la pace, la collaborazione industriale e commerciale, la sicurezza internazionale e la liberazione della giornalista italiana Cecilia Sala.

Nel suo messaggio pubblicato su X (ex Twitter), Salvini ha evidenziato il sostegno della Lega al presidente Trump, scrivendo: “Bene Giorgia Meloni da Donald Trump per parlare di pace, di collaborazione industriale e commerciale, di sicurezza e della liberazione di Cecilia Sala. Mentre altri in Italia e in Europa lo attaccano e lo ignorano, noi diciamo Go Donald Go!” Questo messaggio arriva in un momento in cui la politica internazionale e le relazioni tra Italia e Stati Uniti continuano a essere al centro del dibattito, con particolare attenzione alla posizione dell’Italia nel contesto delle alleanze transatlantiche.

Il riferimento di Salvini alla critica che Trump sta ricevendo in Italia e in Europa evidenzia la differenza di approccio tra la Lega e altri partiti italiani, che tendono a mantenere una posizione più critica nei confronti del leader statunitense. Salvini ha sempre sostenuto Trump, in particolare per la sua visione politica di sovranismo e le sue politiche economiche, che rispecchiano molte delle idee promosse dalla Lega in Italia.

L’incontro tra Meloni e Trump, dunque, si inserisce in un momento di rafforzamento delle relazioni bilaterali, con l’Italia che cerca di consolidare la sua posizione in un contesto internazionale sempre più complesso. Nonostante le polemiche che circondano Trump, la Lega e Salvini continuano a sostenere fermamente il suo operato, proponendo un modello di collaborazione che, secondo loro, porterebbe beneficio alla sicurezza e alla prosperità del Paese.

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