Politica
Meloni e Salvini all’Atreju: tra ringraziamenti, riforme e battaglie politiche
La tradizionale manifestazione di Fratelli d’Italia, Atreju, ha visto una Giorgia Meloni entusiasta, ma determinata, confermare la compattezza del governo e tracciare la rotta per il futuro. In un intervento energico e carico di determinazione, la presidente del Consiglio ha parlato a una platea calorosa, elogiando l’impegno dei giovani di Gioventù Nazionale e ribadendo la forza della sua compagine politica.
“Grazie per questo entusiasmo contagioso, ne abbiamo bisogno, quanto siete belli, quanta forza ci date”, ha esordito Meloni, subito dopo aver sottolineato l’importanza di Atreju, un appuntamento che per 26 anni ha segnato un punto di riferimento per la politica giovanile di destra in Italia. “Atreju rappresenta una sfida che è iniziata nel 1998, quando eravamo nel parco del Colle Oppio, un’era geologica per la politica italiana”, ha aggiunto, rimarcando come il mondo sia cambiato da allora, ma come sia stato fondamentale non dimenticare da dove si è partiti per poter andare avanti.
Meloni ha fatto anche riferimento alla stabilità del governo, sottolineando che la compattezza della maggioranza è il “più grande elemento di discontinuità” che l’Italia potesse avere in un periodo geopolitico così turbolento. “Molti hanno scommesso sul nostro fallimento, ma hanno puntato sul cavallo sbagliato”, ha dichiarato con determinazione, prima di ribadire che l’Italia sta tornando a correre e che la politica sta diventando un’alleata fondamentale per il bene comune.
La premier ha poi elencato i risultati ottenuti dal governo, tra cui il record di posti di lavoro creati e lo stanziamento record per la sanità, ricordando che “in quasi due anni abbiamo creato quasi un milione di posti di lavoro in più”. Meloni ha anche risposto a chi la criticava, in particolare alla segretaria del Pd Elly Schlein, riguardo ai fondi per la sanità. “Il calcolo non è difficile… prima di noi, l’aumento era di 8 miliardi in 4 anni, noi ne abbiamo messi 10 in due anni. E non sono nemmeno 10, ma 12, se consideriamo i fondi dal Pnrr”, ha detto con una punta di ironia.
Meloni ha poi spaziato su vari temi, confermando l’intenzione di portare avanti riforme ambiziose come quella sul premierato, sull’autonomia differenziata, sulla riforma fiscale e della giustizia. Parlando dell’Europa, ha annunciato la sua intenzione di dimettersi dalla carica di presidente dei Conservatori europei, convinta che la politica italiana abbia bisogno di una guida che possa occuparsi a tempo pieno del Paese. In un passaggio particolarmente ironico, ha commentato le parole di Romano Prodi, facendo riferimento alla sua gestione del governo e sottolineando come, al contrario di quanto sostenuto da Prodi, non essere obbedienti ai poteri forti sia fondamentale per una politica che lavora per l’Italia.
Sul palco virtuale di Atreju è intervenuto anche Matteo Salvini, che ha ribadito la solidità dell’alleanza tra Lega e FdI, esprimendo soddisfazione per il lavoro comune svolto in questi due anni. “Andiamo avanti fino al 2027, prenotandoci anche fino al 2032”, ha dichiarato con un sorriso, dando un chiaro segnale di unità all’interno della coalizione di governo.
Salvini ha anche parlato del processo Open Arms, che lo vedrà a processo il 20 dicembre. “Sarò lì a testa alta, con orgoglio”, ha affermato, assicurando che difendere i confini non è mai stato un reato per lui. “Chi ha puntato su un processo contro di me ha fatto male, perché il mio dovere è proteggere il nostro Paese”, ha aggiunto.
Un altro tema caldo della giornata è stato quello delle parole di Giorgia Meloni nei confronti di Maurizio Landini, segretario della Cgil, accusato di alzare i toni per motivi politici. “Non fa gli scioperi per i lavoratori, ma per la sinistra”, ha dichiarato la premier, lamentando che il sindacato stia utilizzando toni di rivolta sociale che, secondo lei, non sono mai stati usati prima nella storia sindacale italiana.
In tema di economia, Meloni ha ribadito la posizione del governo sulla gestione di Stellantis, sottolineando che, al contrario della sinistra, l’esecutivo non ha pregiudizi né favoritismi, e che continuerà a difendere la crescita e l’occupazione. “Non abbiamo visto il Pd arrivare a difendere Stellantis”, ha ironizzato.
Infine, la premier ha toccato il tema dell’immigrazione, ribadendo l’importanza dei centri per migranti in Albania come parte della sua strategia per combattere la mafia e il traffico di esseri umani. “Non sono io il nemico, io sono una persona perbene”, ha esclamato, suscitando l’applauso della platea.
Concludendo il suo intervento, Meloni ha confermato che l’anno che verrà sarà quello delle riforme e delle sfide politiche, e che il governo continuerà a lavorare con determinazione per il bene del Paese, affrontando i temi che spaventano molti, come la riforma fiscale e quella della giustizia.
La giornata di Atreju si è così conclusa con un forte messaggio di unità e di continuità da parte di Meloni e dei suoi alleati, pronti ad affrontare insieme i prossimi anni di governo.