Politica
Mattarella “L’Europa deve colmare il divario di innovazione”
“L’Europa deve riorientare profondamente i suoi sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento al XVII Simposio COTEC Europa, a Las Palmas de Gran Canaria.
“Un bilancio demografico con sempre meno giovani certamente costituisce motivo di allarme per il futuro: è dalle nuove generazioni che arriva la spinta al cambiamento e all’innovazione ma, mentre è utile porre in atto ogni possibile correttivo per invertire un trend così squilibrato, occorre nel contempo attivare politiche nei settori della formazione e della ricerca che affrontino il problema del divario tecnologico”, ha aggiunto il capo dello Stato.
“Per restare competitivi servono risorse. Anzitutto fondi per i nostri sistemi educativi – e in Italia permane un significativo deficit di istruzione nell’ambito delle lauree Stem – e per la ricerca, oltre a intese che assicurino l’approvvigionamento delle materie prime indispensabili per la produzione delle nuove tecnologie – ha sottolineato Mattarella -. La sovranità in campo tecnologico si nutre di questi fatti e di cooperazione, perchè non è indifferente la questione della internazionalizzazione della ricerca e degli investimenti relativi, della tutela del valore strategico di alcuni ambiti”.
“L’Europa deve spingere sull’acceleratore, attuando misure che consentano di promuovere la sua capacità industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico”, ha detto ancora il presidente.
“Le dinamiche internazionali sono sempre state segnate dalle nuove tecnologie” e “la supremazia tecnologica è una componente rilevante nel rapporto tra Stati”, ha proseguito il capo dello Stato. “In questa corsa, l’Europa deve poter competere a parità di condizioni e si impone, in questo senso, la capacità di dar vita a ‘campionì europei, espressione di sovranità condivisa”.
Per Mattarella “sovranità tecnologica non significa chiusura, arroccamento o protezionismo, atteggiamenti che finirebbero per indebolire e marginalizzare ulteriormente l’Europa, gli Stati dell’Unione Europea. Al contrario, è un cantiere in cui potenziare la ricerca, per affrontare con coraggio la transizione digitale, cogliendo i vantaggi dell’intelligenza artificiale nella gestione dei cambiamenti epocali che essa produce”.
“L’apertura e la capacità di inclusione proprie alla cooperazione scientifica internazionale sono fattori essenziali perchè l’accesso all’innovazione non resti prerogativa esclusiva di alcuni Paesi, contribuendo allo sviluppo e alla crescita equa e collettiva”, ha aggiunto il capo dello Stato.
– Foto ufficio stampa Quirinale –
Politica
Orban sfida la Corte Penale Internazionale e invita Netanyahu in Ungheria
Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha annunciato la sua intenzione di invitare il leader israeliano Benyamin Netanyahu in Ungheria, in aperto contrasto con il mandato di arresto emesso nei confronti di quest’ultimo dalla Corte Penale Internazionale (CPI). Orban ha dichiarato che la decisione della Corte non avrà alcun effetto sul territorio ungherese, segnalando la volontà di sfidare apertamente l’autorità dell’organismo internazionale.
Questo gesto riflette il consolidamento dell’alleanza tra Budapest e Tel Aviv, evidenziando la vicinanza politica tra i due leader e la condivisione di una visione comune su molte questioni globali. L’Ungheria, attualmente alla guida della presidenza di turno dell’Unione Europea, rischia però di alimentare tensioni con gli altri Stati membri, che generalmente appoggiano le decisioni della CPI e considerano l’organismo una componente essenziale del diritto internazionale.
La mossa di Orban solleva interrogativi sull’adesione degli Stati membri dell’UE alle norme della giustizia internazionale e sottolinea le crescenti divisioni all’interno dell’Unione su temi fondamentali. Il caso potrebbe rappresentare un test per la coesione europea e per l’influenza della CPI nel perseguire crimini internazionali in un contesto sempre più polarizzato.
Politica
Lettera Papa anche su Corriere dell’Umbria “Pace, la parola dimenticata”
Il Corriere dell’Umbria e gli altri quotidiani del Gruppo Corriere pubblicano oggi in apertura delle prime pagine, con il titolo “Pace, la parola dimenticata”, la lettera inviata da Papa Francesco al Nunzio apostolico in Ucraina, Visvaldas Kulbokas, per i mille giorni dall’inizio del conflitto Russia-Ucraina, riportata ieri dall’Osservatore Romano.
“Pubblichiamo questa lettera di Papa Francesco – si legge nell’introduzione – non per esprimere una presa di posizione a favore di una dell’altra parte coinvolta nel conflitto” ma “per mantenere alta l’attenzione su una tragedia che, ormai da troppo tempo si sta consumando e che, nelle ultime ore, registrato un aggravamento tale da prospettare scenari drammatici”.
“Papa Francesco – continua il Corriere – ha scelto il nome del santo di Assisi, perchè uomo di pace oltre che uomo di povertà. E’ lo stesso motivo per cui, in questo momento, il Corriere dell’Umbria non può non sottoporre all’attenzione dei suoi lettori parole e valore, anticipati otto secoli fa, dall’umbro più celebre del mondo”.
“Mai come ora – si sottolinea nell’introduzione – si avverte l’urgente necessità di pace di percorsi di dialogo e non è più solo un problema di chi ha ragione o torto”. “Siamo in bilico – conclude il Corriere dell’Umbria – sopra il punto di non ritorno”.
– foto: Agenzia Fotogramma –
Politica
Conte “Il Movimento resti progressista o dovrà trovarsi un altro leader”
“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento, riaccendendo l’entusiasmo e facendo sentire tutti protagonisti del nuovo percorso. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi. Mi sembra evidente che se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership, mi farei da parte. Si chiama coerenza”. Lo afferma il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in un’intervista al quotidiano “La Repubblica”. “Ci teniamo strette le radici, dalle quali discende la radicalità delle nostre battaglie. Ma nel 2021, raccogliendo centinaia di suggerimenti, ho elaborato e messo ai voti una carta dei principi e dei valori approvata a larghissima maggioranza dalla comunità degli iscritti. E’ un manifesto progressista – aggiunge – che marca una distanza netta da questa destra che persegue la frammentazione dell’Italia, la mordacchia ai giudici, l’abbattimento degli equilibri costituzionali con una chiara deriva autocratica”.
Per Conte “se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”. L’indicazione porta a un’alleanza col Partito democratico. “Su questo, la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd, non sarebbe compatibile con il dna del M5S. Ho sempre ragionato di un dialogo da coltivare con le forze del campo progressista per valutare intese, stando sempre attento a difendere la nostra identità e le nostre battaglie. Non possiamo avere paura di confrontarci anche con il Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sè un programma politico”. Alla domanda se spera o teme che Beppe Grillo venga al palacongressi di Roma, l’ex premier replica così: “Non lo temo. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea”. “Non mi sento isolato. Perchè io ci metto sì la faccia, ma combatto le nostre giuste battaglie accanto a tanti appassionati attivisti”.
– foto: Agenzia Fotogramma –
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