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Gli Stati Uniti chiedono l’estradizione dell’iraniano arrestato a Malpensa: legami con l’arresto della giornalista Cecilia Sala

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ADN24

Gli Stati Uniti hanno formalizzato la richiesta di estradizione nei confronti di Mohammad Abedini Najafabadi, un cittadino iraniano di 38 anni, arrestato il 16 dicembre scorso all’aeroporto di Malpensa su ordine della giustizia americana. Il 38enne, noto come “tecnico dei droni”, è accusato di terrorismo per aver violato le leggi americane sull’esportazione di componenti elettronici sofisticati dagli USA all’Iran e per aver fornito materiale a un’organizzazione terroristica straniera. Attualmente detenuto nel carcere di Opera, Najafabadi sarà ora esaminato dalla Corte d’Appello di Milano, che dovrà decidere se accogliere la richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti. Se la corte darà il via libera, la decisione finale spetterà al Ministero della Giustizia, che avrà dieci giorni per concludere il processo di estradizione.

Un dettaglio che aggiunge complessità alla vicenda è il caso di Cecilia Sala, giornalista italiana arrestata in Iran il 19 dicembre, proprio pochi giorni dopo l’arresto di Najafabadi. Sala, che si trovava a Teheran per motivi di lavoro, è stata prelevata senza alcuna accusa formale, sebbene i motivi del suo arresto restino ufficialmente sconosciuti. La giornalista era in Iran dal 12 dicembre, e il suo ultimo podcast, in cui trattava della storia di un’iraniana arrestata per le sue battute comiche, è stato pubblicato il 18 dicembre, un giorno prima del suo arresto. Anche se non ci sono connessioni ufficiali tra i due eventi, la cronologia degli episodi potrebbe suggerire che l’arresto di Najafabadi e quello di Sala siano legati da una vicenda più ampia, che ha attirato l’attenzione delle autorità internazionali.

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