Politica
Foti “Caduta del governo sogno che la sinistra coltiva inutilmente”
Sul canone Rai ci sono divergenze nella maggioranza? “E’ normale che ci siano nei gruppi parlamentari sugli emendamenti. L’importante è vedere come vanno a finire le votazioni sui provvedimenti. Lo abbiamo già visto sul terzo mandato per i governatori”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, in una intervista al “Corriere della Sera”. “Alla fine sul terzo mandato dei governatori la maggioranza ha votato compatta sul provvedimento nonostante le divergenze sugli emendamenti. Ci stiamo fissando su un solo voto – sottolinea -. Sono svariati mesi che votiamo emendamenti, e abbiamo assistito praticamente a tutte votazioni positive”. Ieri però sono volate ‘parole grossè tra la Lega e Forza Italia: “Ci sono cose più importanti delle quali occuparsi che di qualche battuta” e “la caduta di questo governo è un sogno che la sinistra coltiva inutilmente. Parlano i numeri”. “Il governo di Giorgia Meloni è il sesto governo più longevo di questo Paese” e arriverà “ovviamente” alla fine della legislatura ribadisce ancora Foti. Anche sullo Ius scholae spiega che “quando alla Camera c’è stato un voto su questo tema la maggioranza ha votato compatta”. Su questo tema però Tajani ha rimarcato una distanza: “E’ giusto rivendicare legittime opinioni. Ed è normale che queste ci siano. La maggioranza non è mica una caserma”, aggiunge.
Politica
Decreto giustizia: approvato senza ‘bavaglio’ ai magistrati e stretta sul cyber
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto giustizia, ma senza due delle norme più controverse:
- Il cosiddetto “bavaglio” ai magistrati, che prevedeva l’avvio di azioni disciplinari per i giudici che non si astengono da procedimenti in presenza di “gravi ragioni di convenienza”.
- La stretta sul cyber, che avrebbe affidato al Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo il coordinamento delle inchieste sui crimini informatici.
Misure approvate
Nonostante l’eliminazione di queste norme, il decreto include:
- Braccialetti elettronici: potenziamento per prevenire la violenza contro le donne.
- Edilizia carceraria: il commissario straordinario potrà approvare i progetti di nuovi istituti di pena anche senza il consenso dei presidenti delle regioni interessate.
Critiche e divisioni nella maggioranza
Le due norme escluse hanno generato tensioni all’interno della maggioranza:
- Bavaglio ai magistrati: Accantonato dopo le critiche, soprattutto da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm). Il segretario Salvatore Casciaro ha apprezzato la rimozione della norma, definendola “mal formulata” e potenzialmente dannosa per il ruolo tecnico dei magistrati.
- Coordinamento cyber: Fortemente osteggiato da Forza Italia, che non era favorevole al potenziamento del ruolo del Procuratore nazionale antimafia. Nonostante precedenti rassicurazioni del sottosegretario Alfredo Mantovano, la norma è stata esclusa dal decreto, segnalando che i dubbi tecnici e politici non sono stati risolti.
Implicazioni
L’assenza di queste norme dal decreto potrebbe essere il segnale di un compromesso politico volto a evitare ulteriori divisioni nella maggioranza. Tuttavia, resta il nodo della regolamentazione del crimine informatico, una questione che necessita di soluzioni efficaci ma condivise.
Il decreto, nella sua versione attuale, punta su misure immediate e concrete, come la lotta alla violenza di genere e il miglioramento delle infrastrutture carcerarie, lasciando però in sospeso riforme più ampie e discusse.
Politica
Pnrr, Cabina di regia: spesi 59 miliardi, Meloni rivendica il primato italiano
La Cabina di regia sul Pnrr si è riunita a Palazzo Chigi per fare il punto sull’andamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Presieduta dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro Raffaele Fitto, l’incontro ha confermato il pagamento della sesta rata di finanziamento da parte dell’Unione Europea, pari a 8,7 miliardi di euro, portando a 59 miliardi il totale delle risorse spese fino ad oggi.
Risultati e obiettivi raggiunti
L’Italia si conferma al primo posto in Europa per i fondi ricevuti, con 122 miliardi di euro già incassati, pari al 63% del totale previsto di 194,4 miliardi. Durante il 2024 sono stati ottenuti significativi risultati, inclusi i 39 obiettivi necessari per la sesta rata. Per la settima rata, pari a 18,2 miliardi di euro, l’attenzione sarà concentrata su 67 nuovi obiettivi, tra cui:
- Infrastrutture: potenziamento di porti, ferrovie, strade e urbanistica.
- Trasporto green: rafforzamento della flotta di autobus e treni a emissioni zero, modernizzazione di stazioni ferroviarie e nodi metropolitani.
- Cybersicurezza e aggiornamento delle reti di trasmissione energetica, come il Tyrrhenian Link.
- Istruzione e ricerca: 55.000 borse di studio per studenti meno abbienti e 7.200 borse di dottorato.
- Sanità: attivazione di 480 Centrali Operative Territoriali (Cot).
Tra le riforme strategiche in corso: la legge sulla concorrenza, la velocizzazione dei pagamenti della Pubblica Amministrazione e misure per la produzione di energia rinnovabile legate alla missione REPowerEU.
Meloni: “Primato italiano grazie a un lavoro efficace”
La premier Meloni ha sottolineato i progressi fatti:
“Con il raggiungimento di questi obiettivi, confermiamo il nostro primato in Europa. L’Italia ha mostrato capacità di gestione e di rendicontazione, lavorando in sinergia con enti e istituzioni per rispettare le scadenze.”
Sfide future
Il ministro Fitto ha ribadito la necessità di mantenere un ritmo elevato, accelerando la gestione delle risorse e potenziando la collaborazione tra i vari livelli istituzionali. Tra le novità operative, le Cabine di coordinamento prefettizie e la possibilità per i soggetti attuatori di richiedere anticipazioni fino al 90% del costo dei singoli interventi.
La Cabina di regia guarda ora alla settima rata, con l’obiettivo di formalizzare la richiesta entro fine anno e consolidare ulteriormente la posizione dell’Italia come leader nell’attuazione del Pnrr.
Politica
Un italiano su due apprezza e condivide il nuovo codice della strada
Nei giorni scorsi il Senato ha approvato in via definitiva la nuova riforma del Codice della Strada con l’introduzione di nuove norme e sanzioni che hanno acceso il dibattito pubblico e politico. Nel complesso, sulla base delle prima informazioni diffuse dai media, 1 italiano su 2 (il 50,4%) dichiara di apprezzare e condividere il nuovo codice della strada. Le nuove multe e sanzioni introdotte con questa riforma sono giudicate giuste per il 40,9% della popolazione, mentre 1 cittadino su 4 le ritiene troppo elevate e restrittive. Entrando nello specifico delle principali novità introdotte, le norme che raccolgono il maggior grado di condivisione (circa 3 italiani su 4) sono quelle legate all’utilizzo del cellulare alla guida, l’introduzione di targhe e assicurazioni per i monopattini, l’estensione delle limitazioni per i neopatentati e le sanzioni per il consumo di stupefacenti. Poco meno condivisa, invece, la scelta di aggravare i provvedimenti per chi guida in stato di ebrezza con l’inserimento di pene detentive e l’obbligo dell’utilizzo di sistemi alcolock che bloccano l’avviamento dell’auto in caso di tasso oltre i limiti. Infine, poco meno di 1 italiano su 2 condivide l’inasprimento delle multe legate al superamento dei limiti di velocità e sospensione della patente in caso di recidiva.
Dati Euromedia Research – Realizzato il 25/11/2024 con metodologia CATI/CAWI su un campione di 1.000 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne
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