Politica
Decreto giustizia: approvato senza ‘bavaglio’ ai magistrati e stretta sul cyber
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto giustizia, ma senza due delle norme più controverse:
- Il cosiddetto “bavaglio” ai magistrati, che prevedeva l’avvio di azioni disciplinari per i giudici che non si astengono da procedimenti in presenza di “gravi ragioni di convenienza”.
- La stretta sul cyber, che avrebbe affidato al Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo il coordinamento delle inchieste sui crimini informatici.
Misure approvate
Nonostante l’eliminazione di queste norme, il decreto include:
- Braccialetti elettronici: potenziamento per prevenire la violenza contro le donne.
- Edilizia carceraria: il commissario straordinario potrà approvare i progetti di nuovi istituti di pena anche senza il consenso dei presidenti delle regioni interessate.
Critiche e divisioni nella maggioranza
Le due norme escluse hanno generato tensioni all’interno della maggioranza:
- Bavaglio ai magistrati: Accantonato dopo le critiche, soprattutto da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm). Il segretario Salvatore Casciaro ha apprezzato la rimozione della norma, definendola “mal formulata” e potenzialmente dannosa per il ruolo tecnico dei magistrati.
- Coordinamento cyber: Fortemente osteggiato da Forza Italia, che non era favorevole al potenziamento del ruolo del Procuratore nazionale antimafia. Nonostante precedenti rassicurazioni del sottosegretario Alfredo Mantovano, la norma è stata esclusa dal decreto, segnalando che i dubbi tecnici e politici non sono stati risolti.
Implicazioni
L’assenza di queste norme dal decreto potrebbe essere il segnale di un compromesso politico volto a evitare ulteriori divisioni nella maggioranza. Tuttavia, resta il nodo della regolamentazione del crimine informatico, una questione che necessita di soluzioni efficaci ma condivise.
Il decreto, nella sua versione attuale, punta su misure immediate e concrete, come la lotta alla violenza di genere e il miglioramento delle infrastrutture carcerarie, lasciando però in sospeso riforme più ampie e discusse.
Politica
Aumento del 2xMille e ritorno del voucher per le scuole paritarie
Il decreto fiscale, approvato al Senato con 100 voti favorevoli e ora atteso alla Camera, introduce importanti novità, tra cui l’aumento del tetto per il finanziamento dei partiti tramite il 2xMille, portando la cifra totale per quest’anno a quasi 30 milioni di euro. Questo aumento si è concretizzato con un ritocco in extremis in commissione Bilancio, dopo precedenti modifiche richieste dal Quirinale.
I contenuti principali del decreto
Il decreto comprende diverse misure, tra cui:
- Bonus Natale per alcune categorie di lavoratori.
- Rateizzazione per autonomi e partite IVA.
- Finanziamenti straordinari per le forze armate.
- Incentivi per la Transizione 4.0.
- Incremento del tetto del 2xMille per i partiti.
Voucher per le scuole paritarie
Ricompare nel dibattito parlamentare la proposta del voucher per le scuole paritarie, destinato a famiglie con un ISEE sotto i 40.000 euro. La misura, avanzata sia da Fratelli d’Italia che da Lorenzo Cesa, non figura tra gli emendamenti prioritari ma potrebbe essere oggetto di discussione durante l’esame della legge di bilancio.
Critiche e tensioni politiche
L’approvazione del decreto ha messo in luce le tensioni interne alla maggioranza, soprattutto dopo il voto sul canone Rai. Mentre il governo cerca di minimizzare, l’opposizione attacca:
- PD: denuncia una maggioranza basata sul “do ut des”.
- M5S: critica il decreto come privo di soluzioni concrete.
- IV: prevede instabilità politica per la coalizione di centrodestra.
La prossima settimana, la commissione Bilancio della Camera inizierà l’esame della legge di bilancio, che entrerà nel vivo a dicembre. Tra le priorità in discussione: l’aumento delle pensioni minime, la web tax, e la riforma IRPEF per i ceti medi, con tempi stretti per garantire l’approvazione entro il 31 dicembre.
Politica
La Russa: ‘Schermaglie pericolose per chi le mette in atto’
Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha commentato le recenti tensioni nella maggioranza, definendole come “schermaglie” che potrebbero danneggiare chi le alimenta. Il riferimento è ai contrasti interni che hanno portato il governo a subire due sconfitte in commissione al Senato sul decreto fisco, in particolare riguardo al canone Rai.
Lupi su Fitto: “Nessuna autocandidatura”
Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, intervenendo all’assemblea del suo partito, ha ribadito il sostegno a Giorgia Meloni per la scelta del successore di Raffaele Fitto, senza alimentare speculazioni:
- Collaborazione e unità: “Non ci sono autocandidature, né pressioni. La forza del centrodestra sta nella diversità delle sue componenti, che da 30 anni lavorano insieme.”
- Riconoscimento del lavoro di Fitto: Lupi ha lodato il lavoro svolto dal ministro uscente e sottolineato la fiducia nella premier per individuare la soluzione migliore.
Il quadro politico
L’episodio delle sconfitte in commissione ha sollevato interrogativi sull’unità della maggioranza, con tensioni che si manifestano su temi specifici come il canone Rai e le dinamiche interne tra i partiti della coalizione.
La Russa, nel suo intervento, ha invitato alla coesione: “L’unità è la nostra forza, e i dissidi interni rischiano di indebolire tutti.”
L’attenzione ora si concentra su come il governo gestirà queste frizioni, cercando di mantenere compatta la maggioranza in vista delle prossime sfide politiche e legislative.
Politica
Meloni accelera sulla sostituzione di Fitto: incognite e strategie
Con l’addio di Raffaele Fitto, destinato a Bruxelles come vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Giorgia Meloni si prepara a sciogliere il nodo della sua successione. La premier punta a chiudere la questione rapidamente, con una decisione che potrebbe mantenere integre le deleghe di Coesione e PNRR, affidandole a un unico ministro.
Possibili scenari
- Nomina di un tecnico: Tra i nomi in lizza spiccano:
- Ermenegilda Siniscalchi, attuale capo di gabinetto di Fitto.
- Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
- Figura politica agli Affari Europei: L’identificazione di un profilo politico per questa posizione rende la ricerca più complessa, con l’esclusione di candidati come Elisabetta Belloni, impegnata in altri incarichi.
Tempi e strategie
Meloni ha discusso le opzioni con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante un recente pranzo, segnalando l’intenzione di non separare le deleghe di Coesione e PNRR. L’ipotesi di assumere un interim temporaneo sembra invece perdere terreno.
Tensioni nella maggioranza
Il clima interno al governo resta teso:
- Lega e Rai: La Lega insiste sull’aumento dei tetti pubblicitari per la TV pubblica.
- Forza Italia e cybersicurezza: Il partito di Berlusconi festeggia lo stop alle norme sul cyber nella giustizia.
- Pnrr e braccialetti elettronici: Nel decreto giustizia approvato dal Consiglio dei Ministri, Meloni ha evidenziato l’importanza del PNRR e varato il potenziamento del controllo tramite braccialetti elettronici.
Verso una decisione
Meloni mira a garantire continuità ed efficienza al dicastero, mantenendo la macchina amministrativa operativa per rispettare gli impegni del PNRR. Nei prossimi giorni è attesa una soluzione definitiva che dia stabilità al governo, assicurando il proseguimento dei progetti chiave per il Paese.
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