Politica
Conte rifiuta l’etichetta di sinistra: ‘Non vogliamo fare l’alternativa da soli’
Giuseppe Conte, ex premier e leader del Movimento 5 Stelle, ha recentemente rifiutato l’etichetta di “sinistra”, rivelando la sua intenzione di smarcarsi dal Partito Democratico. In un’intervista a SkyTG24, Conte ha dichiarato che, oggi, la distinzione tra destra e sinistra non ha più significato. Secondo lui, l’area progressista rappresenta un’alternativa alla destra, ma non si limita a essere una “contrapposizione” alle forze politiche tradizionali di sinistra.
Conte ha sottolineato la differenza tra il suo partito e il Pd, puntando il dito su alcuni comportamenti che considera incoerenti con le politiche progressiste, come il voto degli europarlamentari del Pd a favore di Meloni in Europa. “Sono stati i socialisti francesi e tedeschi a non votare con Meloni, non il Pd”, ha dichiarato, criticando anche le politiche economiche e sociali che, a suo avviso, molti partiti di sinistra hanno adottato, accusandoli di seguire linee neo-liberiste simili a quelle della destra.
L’ex premier ha rivendicato la necessità di mantenere una “identità chiara” per il Movimento 5 Stelle, che, pur trovandosi nella stessa area politica della sinistra, vuole essere progressista e indipendente, senza limitarsi a essere un “cespuglio rosso”. Con l’intensificarsi della rivalità con Beppe Grillo e le sfide politiche interne, Conte sembra voler tracciare una linea ben definita tra il Movimento 5 Stelle e il Pd, senza compromettere la propria autonomia politica.
Politica
Archiviato Grillo si guarda al futuro del M5S
Il Movimento 5 Stelle archivia per sempre la stagione di Beppe Grillo. Dopo la ripetizione del voto sulle modifiche allo statuto, così come era stato richiesto dallo stesso fondatore e garante, una maggioranza ancora più larga rispetto alla prima votazione ha confermato la scelta di abolire il suo ruolo con l’80,56% dei voti a favore, rispetto al 63,24% della prima votazione nel corso dell’assemblea nazionale Nova. L’appello di Grillo a disertare il voto, per far mancare il quorum del 50% più uno degli aventi diritto, è stato de tutto disatteso dalla comunità pentastellata e, anzi, la partecipazione è stata più numerose della precedente tornata di consultazione. Per i quesiti relativi alle modiche dello statuto, infatti, hanno votato 58.029 iscritti, pari al 64,90% degli aventi diritto, circa 4mila iscritti in più. Confermati anche gli delle altre votazioni statutarie ripetute.
“Questa – ha commentato Conte sui social – è l’onda dirompente di una Comunità che non conosce limiti e ostacoli, in cui tutti contano davvero. Ora si volta pagina. Il Movimento si rifonda sulle indicazioni arrivate con Nova dagli iscritti. Andiamo avanti con grande forza, con l’orgoglio di quel che abbiamo fatto, ma lo sguardo fisso nel futuro. Abbiamo una passione immensa e tante battaglie da fare tutti insieme per cambiare il Paese”. Il presidente del M5S ha dato poi appuntamento a oggi pomeriggio ale 16 agli iscritti per una diretta social, per nuove comunicazioni e rispondere alle loro domande. Da parte sua Grillo ha commentato in nottata sui social “Casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte”. La frase, così come la foto a corredo in cui “l’Elevato” è raffigurato in cielo, in cima a delle scale, con le braccia aperte e una porta spalancata alle sue spalle, richiama al film “The Truman Show”. Ora resta aperta la strada del contenzioso legale sul simbolo e quella di una scissione, ipotesi che però Conte ha detto di sentirsi di smentire.
-Foto: Agenzia Fotogramma-
Politica
Crosetto “Con nuovo contesto più potere a Erdogan, quadro peggiora”
Con la caduta di Assad “si apre una transizione difficile e piena di incognite: da un lato, ribelli vittoriosi già spaccati in fazioni, dall’altro la volontà di ripristinare un sistema democratico. Ma anche divisioni nel mondo arabo, estremisti che si odiano tra loro, tensioni sui confini: Libano, Iraq, Israele, Arabia Saudita, che non è confinante ma vicina e Turchia”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un’intervista a La Stampa, per il quale “questo contesto regala potere a Erdogan. Un pragmatico. Potrebbe non accontentarsi più di aiuti economici, ma sfruttare la fragilità Ue per puntare all’ingresso in Europa. Per la Turchia, una rivoluzione: stabilità monetaria e prospettive enormi per l’industria, ma con un impatto negativo, di pari entità, sull’industria Ue”. Per quanto riguarda il Libano, dopo il collasso siriano, secondo Crosetto “è in condizioni disperate da tempo.
Col collasso della Siria e la crisi di Hezbollah, innescata dalla guerra di Israele il quadro peggiora. E noi dobbiamo difendere, senza mollare di un punto, la tregua a Sud o rischiamo scenari apocalittici”. Ecco perchè il ministro chiede di cambiare le regole d’ingaggio: “Non ci deve essere una sola arma di Hezbollah nella zona blu, o lo garantisce la coalizione Onu o Israele coi carri armati. Lo dico, inascoltato, da mesi, ma ora nessuno può più far finta di non vedere”. Infine, sulle polemiche legate al 2% del Pil per le spese militari, Crosetto chiosa: “L’Italia deve affrontare seriamente il tema e non nascondersi dietro presunti ‘obblighi’ perché lo chiede la Nato o Trump. Noi dobbiamo difendere l’Italia, preparati ad affrontare crisi anche dure”.
-Foto: Agenzia Fotogramma-
Politica
Per Musumeci seconda laurea in Scienze politiche
“Aderendo alle continue richieste di colleghi, si conferma la notizia che il senatore Nello Musumeci, attuale ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, ha conseguito il secondo Diploma di laurea. La tesi, in storia contemporanea, è stata discussa presso l’Aula magna del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università degli Studi di Catania e ha ottenuto la votazione di 110/110 e lode.
Per Musumeci è l’epilogo di una antica passione per la storia, affidata negli anni ad alcuni saggi legati alla Sicilia del Novecento”. Lo dichiara il portavoce del ministro Musumeci.
– foto ufficio stampa Musumeci –
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