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Politica

Aumento del 2xMille e ritorno del voucher per le scuole paritarie

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Il decreto fiscale, approvato al Senato con 100 voti favorevoli e ora atteso alla Camera, introduce importanti novità, tra cui l’aumento del tetto per il finanziamento dei partiti tramite il 2xMille, portando la cifra totale per quest’anno a quasi 30 milioni di euro. Questo aumento si è concretizzato con un ritocco in extremis in commissione Bilancio, dopo precedenti modifiche richieste dal Quirinale.

I contenuti principali del decreto

Il decreto comprende diverse misure, tra cui:

  • Bonus Natale per alcune categorie di lavoratori.
  • Rateizzazione per autonomi e partite IVA.
  • Finanziamenti straordinari per le forze armate.
  • Incentivi per la Transizione 4.0.
  • Incremento del tetto del 2xMille per i partiti.

Voucher per le scuole paritarie

Ricompare nel dibattito parlamentare la proposta del voucher per le scuole paritarie, destinato a famiglie con un ISEE sotto i 40.000 euro. La misura, avanzata sia da Fratelli d’Italia che da Lorenzo Cesa, non figura tra gli emendamenti prioritari ma potrebbe essere oggetto di discussione durante l’esame della legge di bilancio.

Critiche e tensioni politiche

L’approvazione del decreto ha messo in luce le tensioni interne alla maggioranza, soprattutto dopo il voto sul canone Rai. Mentre il governo cerca di minimizzare, l’opposizione attacca:

  • PD: denuncia una maggioranza basata sul “do ut des”.
  • M5S: critica il decreto come privo di soluzioni concrete.
  • IV: prevede instabilità politica per la coalizione di centrodestra.

La prossima settimana, la commissione Bilancio della Camera inizierà l’esame della legge di bilancio, che entrerà nel vivo a dicembre. Tra le priorità in discussione: l’aumento delle pensioni minime, la web tax, e la riforma IRPEF per i ceti medi, con tempi stretti per garantire l’approvazione entro il 31 dicembre.

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Tax Credit Cinema: Il Tar accoglie il ricorso, il decreto resta in vigore

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Il Tar del Lazio ha accolto la domanda cautelare dei ricorrenti sul decreto Tax Credit Cinema, fissando l’udienza pubblica per il 4 marzo 2025 per la trattazione del merito del ricorso. La decisione cautelativa lascia inalterata l’efficacia del decreto fino alla sentenza finale. In altre parole, il provvedimento non viene sospeso e continuerà a essere operativo nel frattempo.

Il contesto del ricorso

Il ricorso riguarda il Tax Credit Cinema, una misura che ha suscitato polemiche nel settore audiovisivo italiano. Il provvedimento è stato criticato per gli effetti negativi che avrebbe sul settore, creando disuguaglianze tra le piccole produzioni e le grandi major. L’accoglimento della domanda cautelare significa che il Tribunale ha ritenuto necessario mantenere in vigore il decreto per evitare che la sua sospensione possa creare effetti distorsivi e dannosi per il settore cinematografico italiano.

Le reazioni politiche

  • Irene Manzi (PD): La capogruppo democratica in Commissione Cultura della Camera ha commentato che il governo dovrebbe ritirare la riforma del Tax Credit per il cinema, definita un “pasticcio” che sta causando danni gravi all’industria audiovisiva italiana. Secondo Manzi, la riforma ha portato perdite per le produzioni e danneggiato l’occupazione.
  • M5S (Gaetano Amato e Anna Laura Orrico): I deputati del Movimento 5 Stelle hanno accusato il governo di incompetenza, evidenziando come il Tax Credit Cinema rischi di danneggiare gravemente l’industria cinematografica italiana. Hanno chiesto che vengano ritirate le deleghe della Leghista Lucia Borgonzoni e criticato la riforma, ritenuta dannosa e dannosa per migliaia di lavoratori del settore.

Prospettive future

Con l’udienza fissata per il 4 marzo 2025, si prevede che la questione resti aperta per diversi mesi, lasciando il settore in attesa di una risoluzione definitiva sulla legittimità del decreto. Nel frattempo, la polemica politica continua, con le forze di opposizione che premono per un cambiamento del provvedimento, ritenuto dannoso per il settore.

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Politica

Decima fumata nera per l’elezione dei giudici della Corte Costituzionale

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Il Parlamento in seduta comune ha registrato un nuovo fallimento nell’elezione di un giudice della Corte Costituzionale, con la decima fumata nera per il successore di Silvana Sciarra, il cui incarico è scaduto oltre un anno fa.

Risultati del voto

  • 306 schede bianche e due voti dispersi.
  • Il quorum richiesto per il primo giudice era dei tre quinti dei votanti, mentre per gli altri tre giudici, alla prima votazione, servivano i due terzi.
  • La votazione è avvenuta con due schede distinte: una gialla per il primo giudice e una azzurra per gli altri tre.

Contesto

Oltre alla sostituzione della giudice Sciarra, il Parlamento deve eleggere tre nuovi membri per rimpiazzare Augusto Antonio Barbera (attuale presidente della Consulta), Franco Modugno e Giulio Prosperetti, i cui incarichi scadranno entro fine dicembre.

Mancanza di accordo politico

La difficoltà nel raggiungere un’intesa deriva dalla necessità di equilibrare le nomine tra:

  • Centrodestra (due giudici).
  • Opposizione (un giudice).
  • Un tecnico, condiviso tra le parti.

Prossimi passi

Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha annunciato che il Parlamento sarà convocato in seduta comune ogni settimana fino a quando non si sbloccherà la situazione.

Una possibile strategia prevede di attendere altre due votazioni per riallineare i quorum richiesti, così da poter votare tutti i giudici su un’unica scheda, semplificando il processo decisionale e favorendo un accordo.

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Politica

La Russa: ‘Schermaglie pericolose per chi le mette in atto’

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Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha commentato le recenti tensioni nella maggioranza, definendole come “schermaglie” che potrebbero danneggiare chi le alimenta. Il riferimento è ai contrasti interni che hanno portato il governo a subire due sconfitte in commissione al Senato sul decreto fisco, in particolare riguardo al canone Rai.

Lupi su Fitto: “Nessuna autocandidatura”

Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, intervenendo all’assemblea del suo partito, ha ribadito il sostegno a Giorgia Meloni per la scelta del successore di Raffaele Fitto, senza alimentare speculazioni:

  • Collaborazione e unità: “Non ci sono autocandidature, né pressioni. La forza del centrodestra sta nella diversità delle sue componenti, che da 30 anni lavorano insieme.”
  • Riconoscimento del lavoro di Fitto: Lupi ha lodato il lavoro svolto dal ministro uscente e sottolineato la fiducia nella premier per individuare la soluzione migliore.

Il quadro politico

L’episodio delle sconfitte in commissione ha sollevato interrogativi sull’unità della maggioranza, con tensioni che si manifestano su temi specifici come il canone Rai e le dinamiche interne tra i partiti della coalizione.

La Russa, nel suo intervento, ha invitato alla coesione: “L’unità è la nostra forza, e i dissidi interni rischiano di indebolire tutti.”

L’attenzione ora si concentra su come il governo gestirà queste frizioni, cercando di mantenere compatta la maggioranza in vista delle prossime sfide politiche e legislative.

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