Politica
Assemblea costituente M5S: contestazioni e sfide per il futuro del Movimento
L’assemblea costituente del Movimento 5 Stelle, tenutasi al Palazzo dei Congressi di Roma con l’evento “Nova”, ha visto un’importante partecipazione ma è stata segnata da contestazioni. Secondo gli organizzatori, oltre 3.500 persone hanno preso parte all’iniziativa, ma l’atmosfera è stata turbata dall’intervento di un gruppo di dissidenti che hanno espresso malcontento verso la leadership di Giuseppe Conte e la direzione intrapresa dal Movimento. I contestatori, legati al gruppo “I figli delle stelle”, hanno interrotto i lavori con slogan critici come “Siete come il Pd” e “Due mandati e a casa”, accusando il M5S di aver tradito i principi originari di onestà, trasparenza e vicinanza alla gente comune.
Conte, dal palco, ha difeso il processo costituente, dichiarando che il dissenso è un elemento naturale e segno di una forza politica sana, pur ribadendo che opporsi alla partecipazione democratica contraddice i valori fondativi del Movimento. Il leader ha sottolineato che, grazie alla piattaforma digitale Skyvote, il M5S sta superando i modelli tradizionali di democrazia diretta, dando a tutti gli iscritti la possibilità di decidere il futuro del partito.
Tra le decisioni in discussione, spiccano temi fondamentali come il limite dei due mandati, la modifica di nome e simbolo, il ruolo di Beppe Grillo come garante e quello di Conte come presidente. Inoltre, gli iscritti sono chiamati a esprimersi su questioni strategiche quali giustizia, economia, alleanze politiche e la posizione sulla guerra.
Nonostante le contestazioni, Conte ha definito il raggiungimento del quorum “una vittoria della partecipazione” e ha evidenziato l’importanza del coinvolgimento attivo per costruire il futuro del Movimento. L’assemblea rappresenta una tappa cruciale per il M5S, che cerca di consolidare la propria identità e affrontare le tensioni interne in un momento politico complesso. Tuttavia, le divisioni emerse riflettono le difficoltà di un Movimento che, pur rinnovandosi, fatica a mantenere l’unità e la coesione che lo avevano caratterizzato alle origini.