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Approvato il ddl Lavoro: semplificazioni burocratiche e nuove polemiche sindacali

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ADN24

Con 81 voti favorevoli, 47 contrari e un’astensione, il Senato ha dato il via libera definitivo al disegno di legge sul Lavoro collegato alla Manovra. Il provvedimento, già approvato alla Camera il 9 ottobre scorso, è ora legge, introducendo misure volte a semplificare adempimenti burocratici, migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro e garantire maggiore flessibilità salariale.

Il testo, frutto di uno stralcio del Collegato Lavoro, ha come obiettivo dichiarato quello di ottimizzare le condizioni operative nei contesti lavorativi e di offrire tutele migliorate ai lavoratori, inclusi i liberi professionisti. Durante l’iter parlamentare, nessun emendamento proposto in Aula o in Commissione è stato accolto, aspetto che ha sollevato forti critiche da parte dei sindacati e delle opposizioni.

Le organizzazioni sindacali hanno espresso profonda insoddisfazione per il mancato dialogo e confronto durante la discussione parlamentare. La segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli, ha accusato il governo di ignorare le istanze dei rappresentanti dei lavoratori, affermando che il ddl peggiora le condizioni di milioni di persone e rappresenta una negazione del dialogo sociale.

Dello stesso parere Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil, che ha definito l’iter del provvedimento “incredibile” e ha ribadito la contrarietà del sindacato in ogni sede, dalle audizioni parlamentari alle piazze. Secondo Veronese, la legge favorisce in maniera eccessiva le imprese, aumentando la precarietà in un mercato del lavoro già caratterizzato da instabilità. Citando dati Inps, ha evidenziato come oltre l’80% dei nuovi contratti attivati siano temporanei, sottolineando la mancanza di misure efficaci per contrastare questa tendenza.

L’approvazione del ddl segna un punto fermo nell’agenda del governo, ma lascia sul tavolo un dibattito acceso. Se da un lato si punta a una semplificazione normativa e a una maggiore flessibilità operativa, dall’altro resta vivo il timore che queste misure possano tradursi in un aumento della precarietà e in una riduzione delle garanzie per i lavoratori. I prossimi mesi saranno cruciali per valutare gli effetti concreti delle disposizioni introdotte.

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