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Antonio Costa assume la guida del Consiglio Europeo: sfide e prospettive

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Con l’insediamento di Antonio Costa come presidente del Consiglio Europeo, si apre un nuovo capitolo per l’istituzione che riunisce i leader dei 27 Stati membri dell’Unione Europea. L’ex primo ministro portoghese, primo rappresentante di una minoranza etnica a ricoprire questa carica, si prepara a affrontare il difficile compito di mediare tra le diverse visioni dei leader europei e imprimere un nuovo corso ai lavori del Consiglio.

Nato a Lisbona nel 1961, Costa porta con sé un bagaglio culturale unico: il padre era un comunista mozambicano e la famiglia ha radici in India e Francia. Questo background, insieme alla sua esperienza come sindaco di Lisbona e primo ministro del Portogallo, lo rende particolarmente adatto a ridefinire le relazioni dell’UE con Asia, Africa e Sud America, regioni che il politico considera cruciali per il futuro dell’Europa.

Costa intende trasformare il modus operandi del Consiglio Europeo. Tra i suoi obiettivi:

  • Snellire le riunioni, limitando le discussioni a pochi temi centrali e producendo conclusioni concise.
  • Promuovere i ritiri strategici, incontri informali in cui i leader europei possano dialogare lontano dalla pressione mediatica. Il primo è previsto per febbraio in Belgio e sarà dedicato alla difesa, con ospiti di spicco come il Segretario Generale della NATO e il premier britannico Keir Starmer.

Costa eredita un Consiglio Europeo segnato dalle tensioni tra il suo predecessore Charles Michel e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Tuttavia, il portoghese ha dichiarato di avere un rapporto personale e politico positivo con von der Leyen, che intende sfruttare per migliorare la cooperazione tra le due istituzioni.

Con una visione pragmatica e un tocco personale, Costa si prepara ad affrontare le prime sfide: il vertice con i leader dei Balcani occidentali il 18 dicembre e il Consiglio Europeo del 19-20 dicembre. Il cammino non sarà facile, ma Costa punta a rendere il Consiglio Europeo un motore più efficiente e strategico per l’Unione.

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