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Torre Annunziata (NA) | Confermata la condanna a Giorgio e Domenico Scaramella e Francesco e Antonio Cirillo per l’omicidio di Maurizio Cerrato

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La Corte d’assise d’appello di Napoli ha confermato la pena di 23 anni per i responsabili dell’omicidio di Maurizio Cerrato, avvenuto a Torre Annunziata durante una disputa legata a un parcheggio. Giorgio e Domenico Scaramella, Francesco e Antonio Cirillo sono stati riconosciuti colpevoli e la sentenza di primo grado è stata mantenuta. La moglie Tania Sorrentino e la figlia Maria Adriana Cerrato erano presenti durante la lettura del verdetto, quest’ultima devastata dalle lacrime per la perdita del padre, ucciso mentre cercava di difenderla.

Maria Adriana è stata non solo testimone chiave ma anche parte offesa nel processo, assistita dall’avvocato Giovanni Verdoliva. Anche il sindaco di Torre Annunziata, Corrado Cuccurullo, ha rappresentato il Comune come parte civile. Gli imputati erano difesi da un team di penalisti presenti in aula, tra cui Domenico Scaramella e Francesco Cirillo.

L’avvocato Verdoliva ha espresso soddisfazione per la conferma della sentenza, sottolineando la credibilità delle testimonianze di Maria Adriana supportate dalle prove raccolte. Nonostante la richiesta dell’accusa di aggravare le pene fino all’ergastolo, la Corte ha optato per non modificare il verdetto di primo grado, ignorando altre circostanze aggravanti proposte.

L’omicidio è avvenuto il 19 aprile 2021 in seguito a una lite in cui Maurizio Cerrato aveva cercato di difendere la figlia da aggressori. Il gruppo armato di coltelli lo ha circondato e accoltellato mortalmente, impedendo alla figlia di portarlo in ospedale. L’epilogo giudiziario potrebbe essere scritto dalla Corte di Cassazione, considerando un possibile ricorso delle parti coinvolte.

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