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Taranto | Processo ‘Ambiente Svenduto’, Codacons a Corte d’appello:  ‘sequestrare impianti Ilva’

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Nell’udienza odierna presso la Corte d’Assise d’Appello di Taranto nel processo “Ambiente Svenduto”, riguardante il presunto disastro ambientale causato dallo stabilimento siderurgico durante gli anni della gestione dei Riva, il Codacons ha fatto appello per “l’immediato sequestro dell’impianto ex Ilva al fine di fermare le emissioni cancerogene dell’acciaieria”.

Secondo l’associazione, questa richiesta è motivata dalla recente decisione della Corte UE, la quale stabilisce che in caso di rischi gravi e rilevanti per l’ambiente e la salute umana, l’attività dello stabilimento siderurgico di Taranto deve essere sospesa.

Il procuratore generale, che potrebbe presentare una simile istanza, al momento sembra non incline ad agire, ma il Codacons sottolinea che tale inazione comporterebbe la responsabilità per ulteriori decessi e malformazioni neonatali dovute all’inquinamento di Taranto. Al termine dell’udienza, il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha dichiarato che “la Corte ha comunque trasmesso la richiesta di sequestro all’ufficio del Procuratore della Repubblica per una valutazione”.

Nel processo di primo grado (sentenza del 31 maggio 2021), 26 imputati sono stati condannati. In appello, sono coinvolti 37 individui e tre società. Il Codacons ha anche chiesto di raddoppiare l’importo delle provvisionali per le parti civili, aumentandolo da 5.000 a 10.000 euro.

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