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Soverato (CZ)  | Pusher preoccupati nelle intercettazioni: “L’anno prossimo siamo tutti a Siano”

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“L’anno prossimo siamo tutti a Siano”.

Questa è la frase con cui Andrea Vono, Roberto Gentile e Matteo Froiio iniziavano uno dei loro scambi, ascoltati dai carabinieri della Compagnia di Soverato.

Un dialogo intriso di consapevolezza del pericolo, del fiato sul collo delle forze dell’ordine. Si parlava di potenziali arresti, ma anche di una sorta di sfida al destino. Froiio commentava ironicamente: “Ci versano pure i contributi”, mentre Vono proclamava il suo intento di andare ad affrontare un carabiniere che lo aveva chiamato “infame”

«Io sai perché andrò a Siano? Perché picchio “il leccese” Se lo incontro lo picchio». 

Gentile lo metteva in guardia sui rischi, ma Vono, con orgoglio e sfida, ribadiva la sua determinazione, ricordando un passato controverso e il sostegno di alcuni.

«Poi passi i guai», lo ammoniva

«Passo i guai? Quando entro a Siano mi fanno l’applauso. Li vedi tutti che mi battono le mani. A me a 21 anni mi hanno dato il 416 bis che se non era per Staiano sarei morto là dentro. Sto porco di m… Mi ha chiamato infame

Un quadro di sfrontatezza e confronto con l’autorità, incorniciato dalla realtà della vita nel Basso Ionio soveratese.”

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