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Prima delle elezioni arriva il condono di Salvini: cos’è il decreto salva casa?
Le elezioni europee di giugno si avvicinano e il governo Meloni sarebbe pronto a varare sei decreti da utilizzare nelle ultime settimane di campagna elettorale. Questa strategia ha allarmato il Quirinale, che in passato ha chiesto all’esecutivo di non abusare della decretazione d’urgenza, uno strumento da usare con parsimonia e solo in situazioni di effettiva necessità. Mattarella teme anche un “ingorgo” legislativo nei prossimi mesi, quando tutti i provvedimenti approvati in fretta e furia dovranno essere convertiti in legge, creando potenziali complicazioni.
Tra i decreti in discussione, il più controverso è il cosiddetto “salva-casa”, un condono edilizio proposto da Matteo Salvini. La premier Giorgia Meloni si era opposta alla proposta, rifiutando ogni modifica che aumentasse le cubature delle case. Meloni non vuole approvare norme che sanino evidenti abusi edilizi. La fermezza di Palazzo Chigi ha costretto Salvini a ridimensionare le sue pretese, rimodulando la norma per ottenere comunque un risultato. Salvini ha spiegato che “la maggioranza delle case degli italiani ha piccoli problemi interni: bagnetti, finestre, verande, soppalchi, tende. Milioni di case sono bloccate dalla burocrazia. Il nostro obiettivo è sanare queste piccole irregolarità interne”. In termini tecnici, queste sono definite “modeste difformità”. Attualmente, la “tolleranza” è fissata al 2%, ma la nuova norma potrebbe aumentarla all’8% per abitazioni fino a 100 metri quadri, per poi scendere progressivamente al 2% per quelle oltre i 500 metri quadri.
Su due questioni, la premier non sembra disposta a cedere: le eventuali modifiche sul rilascio del certificato di agibilità degli immobili e gli interventi esterni (balconi e modifiche della sagoma dell’edificio). Salvini dovrà anche superare l’opposizione di Forza Italia. Il partito di Antonio Tajani, contrariato dalla chiusura sul Superbonus da parte del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, non sembra disposto a concedere ulteriori “rese incondizionate” agli alleati. Il condono proposto da Salvini cancellerebbe le proposte di legge sulla rigenerazione urbana presentate dai forzisti: “Siamo favorevoli a norme che sblocchino situazioni impantanate per problemi burocratici, ma dobbiamo leggere il testo. Le decisioni si prendono in Consiglio dei ministri, che è un organo collegiale”.
Il decreto Salva Casa…salva anche Milano
Il provvedimento dovrebbe includere una norma specifica per Milano. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il ministro delle Infrastrutture si sono sentiti al telefono venerdì 17 maggio per discuterne. Al centro della telefonata c’era il destino di alcuni edifici della città sotto indagine per abusi edilizi. Questi edifici, costruiti con una Scia (segnalazione certificata di inizio attività), sono stati trattati dagli uffici urbanistici milanesi come “demolizioni e ricostruzioni”. Tuttavia, la procura ritiene che avrebbero dovuto ottenere un vero e proprio permesso a costruire con un piano dei servizi. La demolizione ha riguardato piccoli manufatti, mentre sono stati edificati edifici più alti, aumentando significativamente il numero degli abitanti del quartiere. Secondo la procura, è necessaria una procedura che consideri anche le dotazioni di verde, scuole e strade. Il Comune di Milano ha sempre difeso la propria interpretazione della norma, ma l’aumento delle inchieste ha evidenziato la necessità di un rimedio “politico”.