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Pescara | Omicidio del 17enne Cristopher Thomas Luciani: il racconto shock del testimone
Il già sconvolgente delitto di Cristopher Thomas Luciani, il 16enne ucciso a coltellate a Pescara, assume tratti ancora più agghiaccianti. Giovani testimoni hanno fornito dettagli tremendi agli inquirenti, delineando uno scenario da film dell’orrore.
Secondo uno dei testimoni, i due minori arrestati si sono accaniti sul 16enne: “Cristopher faceva versi quasi di morte e loro gli dicevano di stare zitto. Lui a terra, con una gamba accavallata sull’altra, ripiegato per terra, esposto ai colpi sul fianco destro”. Il resoconto inizia dall’incontro con gli amici alla stazione di Pescara, poco dopo le 16.30.
L’intento era andare al mare e parlare con Cristopher Thomas, che doveva 200/300 euro a M. Dopo un litigio tra M. e Cristopher vicino alla stazione, il gruppo si è spostato verso il parchetto di via Raffaello Sanzio. M., irritato per la mancata restituzione del denaro, ha costretto Cristopher a dirigersi verso una zona appartata del parco, dove ha mostrato un coltello agli amici.
L’aggressione è iniziata con 25 coltellate, 15 inferte da un giovane e 10 dall’altro: “Ho visto Cristopher perdere sangue e ho capito che M. lo aveva accoltellato. M. ha continuato a colpirlo mentre Cristopher, a terra, si lamentava. A un certo punto, anche C. ha preso il coltello e ha colpito più volte Cristopher. Sono rimasto attonito e senza forza di reagire. Quando ci siamo ricongiunti al gruppo, ho raccontato cosa era successo”. Nonostante l’accaduto, il gruppo è andato al mare, dove M. si è disfatto del coltello, avvolgendolo in un calzino sporco di sangue e lanciandolo dietro agli scogli.
Uno dei testimoni, frastornato, ha raccontato tutto ai genitori e si è recato in questura per denunciare il fatto. Le indagini suggeriscono un possibile premeditazione: i due giovani avevano mostrato il coltello già in stazione, insieme a un cambio di vestiti. Un altro testimone ha riferito che uno dei ragazzi aveva anche una piccola pistola e cercava di intimidire il gruppo.
La madre di uno dei minori indagati, avvocato, ha dichiarato al Corriere della Sera: “Non posso dire molto, c’è il segreto istruttorio. Prego per chi c’è e per chi non c’è più”. Ha aggiunto di non sapere “fino in fondo” cosa pensasse suo figlio e di avere fiducia nella giustizia.