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Musica | Vasco Rossi: in 50.000 a Bari per la prima data al San Nicola

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Il popolo del Komandante sembra essere l’unico a credere in un mondo migliore, dove il rock, audace e sincero, risuona sotto il cielo di Bari. Ieri, ben 50.000 persone si sono riunite per la prima di quattro date completamente sold-out al San Nicola.

È stato un rito collettivo che ha regalato un’emozione chiamata Vasco Rossi. Le navette che partivano dalla stazione centrale sembravano veri e propri palchi ambulanti, stipati di fan con birre scaldate dal sole tra le mani, che iniziavano già a cantare mentre attraversavano la città per raggiungere lo stadio. I suoi sostenitori arrivano da ogni angolo d’Italia, rappresentando svariate generazioni. “Quanti concerti hai visto quest’anno? Non dirmi che è il primo”, si chiedono l’un l’altro. “Io li ho visti tutti”.

Il San Nicola, ribattezzato “astronave” dai presenti, ha accolto gli ‘alieni’ della notte, illuminati dalle luci dei loro telefoni cellulari. Alcuni, dopo aver atteso per ore sotto il sole mitigato da una leggera pioggia pomeridiana, sono stati colti dal malore, ma rifiutavano di essere portati via dal posto conquistato sotto il palco con tanto sudore. “Curatemi qui, mi promettete di riportarmi indietro?”, chiedevano, prima di salire in barella.

Molti avevano atteso giorni, accampati in tende sull’asfalto rovente intorno allo stadio. Un sbuffo di fumo annunciava il suo arrivo. La folla ‘schiaffeggiava’ le transenne che la separavano dal suo idolo. Vasco saliva dal basso per guidare i suoi fan dritti in paradiso.

“Benvenuti”, esclamava, “questo è il concerto più potente dell’universo, benvenuti al primo di quattro a Bari”, richiamando fino al 30 giugno 200.000 persone per i suoi “magnifici quattro”. Poi, dopo aver citato la premier ‘Giorgia’ in Asilo Republic, aggiungeva: “Più di prima ci sarà ordine e disciplina”, dedicando “Gli spari sopra” “a tutti i farabutti che governano questo mondo”.

I suoi sostenitori affrontano la verità guardando Vasco “in faccia”. “Senza di lui”, ammettono mostrando striscioni e tatuaggi che incorniciano la loro fede nel Komandante, “le nostre vite sarebbero vuote”. Giovani, meno giovani e famiglie con bambini si uniscono nella celebrazione.

Quello che si prova è indescrivibile, quando il mega palco si fonde con il prato e gli spalti, tutti ‘conquistati’ dalla musica e dalle immagini sui curvilinei schermi.

A lui, “basta poco”, come recita il suo brano “Basta poco per essere intolleranti”. “Ditelo a Salvini”, aggiunge. “Basta essere solo un po’ ignoranti… come Salvini”.

Tra i grandi successi canta “Rewind”, mentre le donne si tolgono i reggiseni e danzano ‘libere’; “Vita spericolata”, “C’è chi dice no” e “Bollicine”. E quando il Gallo, con il suo giro di basso, ricorda a tutti che “Siamo solo noi”, il popolo di Vasco si riconosce al cospetto dell’autore della migliore canzone rock italiana del secolo.

Anche se “la tristezza si può racchiudere in una canzone”, la gioia che emana dal suo vasto repertorio non ha confini. E anche quando sembra che il sipario stia per calare sul concerto, Vasco promette che “ogni fine è un nuovo inizio”.

L’alba chiara, da tradizione, li manda a casa “sazi”, tra i fuochi pirotecnici lanciati dal palco, sognando già la prossima volta insieme in uno stadio.

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