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Morte Matthew Perry: Arrestate 5 persone per la morte della star di “Friends”
Le indagini sulla morte di Matthew Perry, l’attore noto per il suo ruolo di Chandler nella celebre serie TV “Friends”, hanno portato a cinque arresti legati all’overdose di ketamina che ha causato la sua morte l’anno scorso. Le autorità californiane hanno arrestato l’assistente personale di Perry, due medici e altre figure coinvolte nella vicenda.
Le indagini, avviate dalla polizia di Los Angeles e dalla Drug Enforcement Administration (DEA), si sono concentrate su come Perry sia venuto in possesso della sostanza che gli è risultata fatale. Il medico legale aveva stabilito che l’alto livello di ketamina trovato nel corpo dell’attore fosse sufficiente per causare il decesso.
I documenti depositati presso la corte federale rivelano che l’assistente dell’attore, Kenneth Iwamasa, e altri collaboratori, tra cui un noto spacciatore di ketamina, Jasveen Sangha, e il medico Salvador Plasencia, sono accusati di aver cospirato per fornire a Perry la sostanza. Sangha, soprannominata “la regina della ketamina”, gestiva un nascondiglio a North Hollywood, mentre Plasencia, un medico di pronto soccorso, è accusato di aver ignorato la storia di abuso di droghe di Perry mentre facilitava l’accesso alla ketamina.
Le accuse contro i coinvolti includono la cospirazione per distribuire ketamina, distribuzione di sostanze stupefacenti con conseguente morte, e possesso di metanfetamine. È emerso che gli arrestati utilizzavano applicazioni di messaggistica criptata e linguaggio in codice per gestire il traffico di droga, riferendosi alla ketamina con termini come “Dr Pepper” e “lattine”.
Le forze dell’ordine hanno eseguito perquisizioni, sequestrando computer e telefoni, e hanno trovato messaggi che documentano le trattative per la fornitura di ketamina a Perry, comprese le discussioni sui pagamenti e sui dettagli del traffico di droga.
Questo sviluppo rappresenta un importante passo avanti nelle indagini su una morte che ha sconvolto il mondo dello spettacolo e ha sollevato interrogativi sullo sfruttamento delle persone vulnerabili nel mondo delle sostanze stupefacenti.