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Morte Alex Marangon: Decotto di Ayahuasca e Circostanze Sospette

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La Procura di Treviso sta indagando sulla morte del 26enne Alex Marangon, avvenuta il 2 luglio su un isolotto del fiume Piave, due giorni dopo la sua scomparsa. Il ragazzo era partecipante di un ritiro spirituale con musica a Vidor, presso l’abbazia di Santa Bona, quando ha smarrito le sue tracce la notte tra il 29 e il 30 giugno. Si ipotizza che durante questo raduno privato, durante il quale è stata consumata ayahuasca, una bevanda con effetti psicotropi proveniente dall’Amazzonia, Marangon abbia assunto la sostanza.

La Procura sta aspettando i risultati dell’autopsia per determinare se il giovane ha fatto uso di questa droga, vietata in Italia. Le indagini preliminari indicano che il suo corpo presentava ferite compatibili con una caduta nel fiume, ma una conferma definitiva verrà fornita dall’esame post-mortem.

Il raduno, organizzato da una coppia di musicisti e focalizzato sulle tradizioni sciamaniche, sembra aver incluso la consumazione dell’ayahuasca. Secondo testimonianze, il giorno della scomparsa, dopo aver assunto un altro decotto, Marangon si sarebbe tuffato nel Piave e avrebbe poi manifestato una crisi che lo ha portato ad allontanarsi. Nonostante la presenza di personale di sicurezza all’evento, non è stato possibile fermarlo.

L’indagine della Procura di Treviso mira a chiarire se la morte del giovane sia collegata all’uso di ayahuasca, nonostante sia stata introdotta nella lista delle sostanze stupefacenti e psicotrope dal ministero della Salute italiano.

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