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Imperia | Appiccarono le fiamme in cella, padre e figlio trasferiti da Imperia a Genova

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Sono stai trasferiti dal carcere di Imperia in quello di Marassi a Genova padre e figlio protagonisti dei disordini che si sono verificati nel penitenziario della Riviera. I due avevano incendiato la propria cella dopo una lite con un altro detenuto. Fabio Pagani, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria sottolinea «possiamo confermare che quella circolare diramata dal capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, tanto decantata sulla stampa dal sottosegretario al ministero della Giustizia, Andrea Ostellari, e finalizzata a contenere la spirale di violenza che si registra nelle carceri, con continue aggressioni al personale, risse fra detenuti e, talvolta, persino omicidi, non sembra affatto risolutiva e, anzi, pare ripercorrere le direttive già vigenti e, per lo più, inattuate». «La violenza e le aggressioni alla polizia penitenziaria, oltre quattro al giorno quelle più gravi, si combattono con la sicurezza, la prevenzione, l’organizzazione, gli equipaggiamenti e, quando occorre, con la repressione concreta – aggiunge Pagani -. Il mero trasferimento dei detenuti facinorosi, per quanto a volte necessario, proprio per la mancanza di tutto quanto anzidetto, non solo non è risolutivo, spostando il problema da una parte all’altra, ma aggrava il già insostenibile carico di lavoro del corpo di polizia penitenziaria che deve operare le traduzioni, finendo per ripercuotersi proprio sui livelli di sicurezza e così alimentando un circolo vizioso». Nel suo intervento il sindacalista denuncia il fatto che «i detenuti più violenti provenienti dal Piemonte «sono stati dirottati rispettivamente nelle carceri di Marassi, Sanremo, La Spezia e Genova Pontedecimo e sono tra i protagonisti degli ultimi eventi critici accaduti in Liguria. Se davvero si vogliono risollevare le sorti dell’esecuzione penale e, particolarmente, di quella inframuraria, il Governo prenda compiutamente atto della perdurante emergenza e vari un decreto carceri che consenta assunzioni straordinarie e con procedure accelerate nel corpo di polizia penitenziaria, mancante di 18mila unità, il deflazionamento della densità detentiva, il potenziamento degli equipaggiamenti, delle strutture e delle infrastrutture e, parallelamente, lavori a riforme complessive che reingegnerizzino il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e riorganizzino il corpo di polizia penitenziaria», conclude Pagani.

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