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Dipendenti pubblici a rischio per l’adozione dell’Intelligenza Artificiale

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L’adozione dell’Intelligenza Artificiale avrà un impatto significativo sul settore pubblico italiano, secondo una ricerca condotta da Fpa. Circa il 57% dei dipendenti pubblici, pari a circa 1,8 milioni di lavoratori, sarà fortemente esposto alla nuova tecnologia, mentre il 12% degli impiegati, corrispondente a 218 mila persone, rischia di essere sostituito.

La ricerca evidenzia che gran parte dei dipendenti pubblici, pari all’80%, potrebbe integrare l’Intelligenza Artificiale nel proprio lavoro, ottenendo notevoli miglioramenti. Tuttavia, per un altro 12% dei lavoratori, principalmente appartenenti a professioni meno specializzate caratterizzate da compiti ripetitivi e prevedibili, c’è il rischio concreto di essere sostituiti dalla tecnologia.

Tra i settori più esposti all’impatto dell’IA ci sono dirigenti, ruoli direttivi, tecnici, ricercatori, insegnanti, legali, architetti, ingegneri, professionisti sanitari e assistenti amministrativi. I dipendenti pubblici con ruoli di leadership e gestione possono operare in modo complementare con le nuove tecnologie, ma è necessario che siano adeguatamente formati e che vi sia un’organizzazione abilitante.

La ricerca sottolinea l’importanza di una riforma strutturale nella pubblica amministrazione per affrontare questo impatto. Si suggerisce una revisione dei processi di formazione, orientata allo sviluppo di competenze come creatività, adattabilità, pensiero critico e laterale e soft skill. A livello organizzativo, si auspica l’abbandono della logica gerarchica e burocratica per introdurre la flessibilità necessaria a gestire il cambiamento. Inoltre, la dirigenza è chiamata a adottare una cultura orientata per obiettivi e risultati anziché l’adempimento.

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