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Bologna | Omicidio Ex vigilessa, Gualandi rimane in carcere.
Il fermo non è stato convalidato, ma è stato ordinato il carcere per gravi sospetti di colpevolezza nei confronti del vigile di 63 anni accusato dell’omicidio volontario di Sofia Stefani. La versione difensiva riporta l’incontro inaspettato della donna, una lite e un colpo di pistola: una ricostruzione dettagliata di quanto accaduto. Tre minuti. È il tempo che separa l’incontro nella stanza della stazione di polizia dalla chiamata al 118. È in questo breve intervallo che Sofia Stefani avrebbe perso la vita, colpita in pieno volto da un proiettile sparato dalla pistola di Giampiero Gualandi. Durante l’udienza di convalida del fermo, il vigile di 63 anni, accusato di omicidio volontario aggravato da motivazioni futili e dal legame sentimentale con la vittima, ha fornito al giudice la sua versione dei fatti riguardanti quel pomeriggio ad Anzola. Ha ribadito che il colpo partì accidentalmente durante una lite con l’ex collega. Il giudice Domenico Truppa ha deciso di non convalidare il fermo per mancanza di rischio di fuga, ma ha ordinato il carcere in base ai gravi indizi contro l’indagato, come richiesto dal pm. Durante l’udienza, dopo giorni di silenzio, Stefani ha raccontato al giudice la sua versione: l’ex collega l’aveva raggiunto negli uffici della “Casa Gialla” di Anzola senza preavviso. Nella stanza si trovava la pistola di ordinanza su cui il vigile stava eseguendo la manutenzione, operazione simile a quella eseguita il giorno precedente da un collega in occasione di un’esercitazione al poligono di tiro. Durante un litigio tra i due, il colpo partì durante una colluttazione, uccidendo la ragazza sul colpo. Le indagini sui motivi dell’incontro stanno analizzando i tabulati telefonici e le chat dei due. Gualandi e Stefani, entrambi coniugati e fidanzati rispettivamente, avevano una relazione. È emerso dalle indagini che l’uomo voleva porre fine alla relazione e che la ragazza potrebbe essere andata dal suo ex superiore quel giorno perché non accettava la fine della relazione.