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10 migranti trovati morti su imbarcazione: ONG Resqship accusa l’Europa

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Dieci migranti sono stati trovati morti su una barca nel Canale di Sicilia, in un’altra tragica testimonianza delle difficoltà e dei pericoli affrontati dai migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. L’ONG Resqship, operante con la nave Nadir, ha segnalato che tra i 61 migranti a bordo della barca in legno, situata a oltre 100 miglia al largo delle coste libiche e a circa 40 miglia da Lampedusa, 51 sono stati evacuati e soccorsi, mentre altri 10 sono stati trovati morti nel ponte inferiore.

La nave Nadir ha dovuto utilizzare un’ascia per aprire lo scafo e accedere all’interno del barcone, rivelando una scena tragica che ha suscitato rabbia e tristezza nell’organizzazione non governativa tedesca. “I nostri pensieri sono con le vittime e i loro familiari. Siamo indignati e addolorati. La ‘Fortezza Europa’ uccide”, ha accusato l’ONG.

Questo incidente segue altri interventi recenti della nave Nadir per soccorrere migranti in difficoltà nel Mediterraneo. Domenica scorsa, la nave ha risposto a una chiamata di soccorso di una barca alla deriva segnalata da AlarmPhone, fornendo assistenza a 27 persone fino all’arrivo della guardia costiera italiana. La sera precedente, la Nadir ha aiutato un’altra imbarcazione di legno con 62 persone a bordo, in avaria al motore.

Le partenze di migranti continuano nonostante le condizioni meteorologiche favorevoli attuali, come riportato dal giornalista Sergio Scandura di Radio Radicale, esperto della rotta del Mediterraneo Centrale. Questa situazione mette in evidenza l’importanza cruciale dei soccorsi marittimi in mare aperto, soprattutto per le imbarcazioni sovraffollate e malandate che spesso si trovano alla deriva.

Nel frattempo, emergono nuove accuse contro la guardia costiera greca per presunti respingimenti illegali e atti che hanno portato alla morte di migranti. Un’inchiesta della Bbc ha documentato diversi casi di presunti respingimenti forzati in mare e altre azioni che hanno causato la morte di almeno nove migranti nelle acque greche tra il 2020 e il 2023. Il governo greco ha respinto categoricamente tutte le accuse di comportamenti illegali, anche se queste accuse sollevano serie preoccupazioni riguardo al rispetto dei diritti umani e alle politiche di confine dell’Unione Europea.

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