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Juventus al lavoro sul mercato: attacco, difesa e novità su Conceição

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La Juventus continua a pianificare le mosse di mercato in vista della riapertura di gennaio, con particolare attenzione sia al rinforzo della difesa che alla ricerca di un attaccante di livello. Mentre il difensore centrale rimane una priorità assoluta, il club bianconero non abbassa la guardia nemmeno sull’attacco, dove la posizione di Dusan Vlahovic è sotto esame e Thiago Motta ha richiesto una valida alternativa per rinforzare il reparto offensivo.

Con Milik che rientrerà solo nei primi giorni di gennaio, la Juventus ha messo gli occhi su Joshua Zirkzee, attaccante che piace molto al tecnico Motta. Il giocatore non è al centro del progetto di Ruben Amorim al Braga, ed è considerato un obiettivo concreto della Juventus. La Vecchia Signora è pronta a fare un’offerta per aggiungere Zirkzee alla sua linea offensiva.

Nel frattempo, il mercato dello United è sotto osservazione, in particolare per quanto riguarda la situazione di alcuni giocatori chiave. Joshua e Rashford potrebbero lasciare il club di Manchester, con il Napoli che ha mostrato interesse per il primo. Rashford, escluso per la quarta volta consecutiva dai convocati, ha visto il suo rapporto con il club deteriorarsi. La Juventus è stata informata sulle condizioni di ingaggio del giocatore, ma il suo maxi stipendio da 15 milioni di euro lordi rende difficile una trattativa, e al momento sembra che si rimandi ogni discussione su di lui.

In altre notizie di mercato, la Juventus ha ricevuto buone notizie riguardo a Conceição. Secondo quanto rivelato da Jorge Mendes, noto procuratore del giocatore, il giovane talento portoghese è felice a Torino e resterà con la Juventus anche la prossima stagione. Tuttavia, il club dovrà comunque fare i conti con la clausola rescissoria di 30 milioni di euro imposta dal Porto, che potrebbe rappresentare un ostacolo nella conclusione dell’operazione.

La Juventus, quindi, continua a lavorare su più fronti, con l’obiettivo di rafforzare la squadra per il futuro. Ma, come spesso accade, sarà necessario un impegno finanziario importante per portare a termine alcuni dei colpi più ambiziosi.

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Ranieri “Serve una super Roma per fermare questo Milan”

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“Il Milan ha giocatori fortissimi. Serve uno sforzo di tutta la squadra e bisogna essere attentissimi quando si perde palla. Dobbiamo fare una super partita”. Lo ha detto il tecnico della Roma, Claudio Ranieri, in conferenza stampa in vista del match esterno sul campo del Milan. “Gli allenatori quando prendono una squadra in mano hanno sempre delle complessità, poi sta a loro riuscire a gestirle e superarle. Alcune volte è più facile, altre è più complicato – ha aggiunto il mister giallorosso, soffermandosi sulle difficoltà incontrate da lui e Fonseca con le rispettive squadre – Dipende anche dalla piazza e dall’incontro con gli addetti ai lavori. Io ho trovato giocatori splendidi che sono a mia disposizione, proprio come lo è la società. So di avere un compito doppiamente gravoso, ma lo sto portando avanti con tutto il mio entusiasmo e il mio amore”.

“Se voglio che Dybala, Paredes e Hummels facciano parte della squadra del prossimo anno? Sicuramente sì”, ha poi chiarito Ranieri in merito futuro dei tre giocatori in scadenza di contratto a giugno 2025. Da valutare la invece situazione di capitan Pellegrini: “Il giocatore gode di tutta la mia fiducia, se arriveranno offerte le valuteremo come tutte le altre. Mi auguro che Lorenzo possa restare qui con noi, ma deve essere contento anche lui perchè è la cosa più importante”. Parlando della scelta del nuovo amministratore delegato: “Non sono coinvolto, mi concentro solamente sull’aspetto tecnico. Non entro in questi meandri che spettano giustamente alla società”.

Ranieri entra invece nel merito circa il recupero di Cristante: “Ho letto che c’è stata qualche critica ai nostri dottori, ma bisogna spezzare una lancia a loro favore perchè hanno fatto, nè più nè meno, quel che il referto radiologico ci ha detto di fare. Abbiamo subito rimproverato chi bisognava rimproverare e siamo corsi ai ripari”. Sulla formazione da schierare a San Siro: “Decido la sera prima della gara, domani tirerò le conclusioni. Sono convinto che chi andrà in campo farà una buona partita, tutti hanno la mia fiducia”, ha concluso l’allenatore testaccino.
– Foto Ipa Agency –

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Boxing Day in B, al Pisa il big match col Sassuolo

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Una sfida tra prime della classe, ma anche tra campioni del mondo 2006 in panchina. E’ il Pisa di Filippo Inzaghi a vincere 3-1 il big match del Boxing Day di Serie B contro il Sassuolo di Fabio Grosso, che resta capolista ma con soli tre punti di vantaggio sui toscani (43 a 40). Scatenato Tramoni, autore di una doppietta (24′ e 61′), mentre è di Toure (33′) la terza rete della serata prima del gol della bandiera di Pierini al 71′. Rallenta lo Spezia che resta così a 38 punti in classifica al terzo posto: la squadra di Luca D’Angelo non va oltre l’1-1 casalingo contro il Mantova. Anzi, è la formazione di Davide Possanzini quella con più rimpianti visto il vantaggio di Debenedetti al 18′ e il pareggio di Falcinelli siglato solamente al 93′. Quarta posizione in solitaria per la Cremonese che sale a 29 punti grazie alla vittoria esterna per 1-0 sul Cesena con il gol decisivo di Vandeputte (60′).

Non sorride la Juve Stabia, sconfitta 2-1 sul campo della Reggiana che si affida alle reti di Portanova (12′) e Vergara (24′) per rendere ininfluente il gol nel finale di Adorante (82′). Rocambolesco 3-3 tra Brescia e Modena: gli ospiti vanno due volte in vantaggio con Gerli (16′) e Santoro (45′), ma per due volte si fanno raggiungere dalle reti di Verreth (34′) e Cistana (50′). All’83’ è un autogol di Magnino a regalare il vantaggio al Brescia, ma cinque minuti dopo Bozhanaj salva il Modena con il sigillo che vale un punto. Ne vale tre invece il gol di Pandolfi (80′) che permette al Cittadella di battere in rimonta in trasferta il Sudtirol 2-1 dopo il primo tempo rocambolesco di Casolari, autore di un autogol al 6′ e del momentaneo pareggio al 45′. Nei bassifondi della classifica spicca la vittoria del Frosinone per 2-0 sulla Salernitana allo ‘Stirpè grazie alle reti di Kvernadze (63′) e Ambrosino (85′).

La squadra granata scivola in terzultima posizione davanti al Sudtirol e al Cosenza, che (in 10 uomini dal 21′) agguanta l’1-1 contro il Catanzaro grazie alla rete di Ciervo dopo 16 minuti di recupero in risposta al momentaneo 0-1 di Pompetti (80′). Nella partita delle 18 il Palermo vince il derby del Sud contro il Bari per 1-0 grazie al gol di Le Douaron (41’), mentre nel posticipo serale la Sampdoria si ferma sull’1-1 contro la Carrarese al ‘Ferraris’: alla rete di Finotto (4′) degli ospiti, risponde Veroli (67′).
– foto Ipa Agency –

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Alpinismo, Lunger “La fatica mi è sempre piaciuta, paura va affrontata”

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“La fatica mi è sempre piaciuta, fin da bambina. La via facile non mi piaceva mai. Così è stato per tutta la mia vita, direi almeno fino al K2 nell’inverno 2020/2021, che mi ha dato una certa piega. Quando hai quella passione dentro e sei così innamorata di una cosa allora non senti la fatica, non hai voglia di essere a casa e non vorresti essere in un altro posto, ma lì a scalare le cime più complicate”. Intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress, Tamara Lunger, una delle più famose alpiniste italiane, ha parlato della sua esperienza sulle cime più alte del mondo, tra grandi soddisfazioni e dolori che l’hanno segnata. Tra le sue più grandi imprese, quella di aver scalato il K2 senza ossigeno nel 2014, ma resta ancora impresso quanto accaduto circa tre anni fa, sempre sul K2, quando sono morti cinque compagni di cordata. Proprio per ricordare uno di loro, JP Mohr, è nato un progetto di solidarietà, ‘Climbing for a reason’, che mira a insegnare ai bambini pakistani nella Shigar Valley ad arrampicare, allo scopo di farli divertire e allo stesso tempo di garantire un futuro a questi giovani partendo dalle risorse morfologiche della propria terra.

Non solo, perchè partendo da questo trauma Tamara ha scritto un libro, ‘Il richiamo del K2′, nel quale ha parlato delle sofferenze e delle cicatrici nell’anima lasciate dal drammatico epilogo di quella spedizione: “Sapevo già potesse essere la più difficile per me, poi abbiamo perso 5 persone: uno è morto tra le mie braccia e con un altro avevo una connessione molto forte – ha confessato – Mi ha distrutto, è stato una bella sberla e per il primo anno non volevo più saperne nulla della montagna, poi non sapevo più quale obiettivo inseguire per provare a uscire da questo periodo. A quel punto ho pensato che l’unica cosa da fare era aspettare, e pian piano in me ogni settimana è cambiato qualcosa e mi sentivo diversa. E’ stato un percorso intenso”. Tornando alle sue imprese e alla carriera da alpinista, la Lunger ha ricordato come il team sia fondamentale: “Ultimamente ho avuto tanto bisogno di stare da sola, però fino al K2 d’inverno ero spesso in giro con Simone Moro ed eravamo un team fantastico, non avevamo bisogno di parlare. Ho avuto diversi compagni di cordata, è più intenso di un matrimonio, è faticoso – ha spiegato – Se una persona fa qualcosa che ti disturba, dopo due settimane non ce la fai più e dopo quattro vuoi andare a casa. E’ fondamentale essere sulla stessa lunghezza d’onda”.

La conquista delle vette superiori agli 8000 metri è una delle sfide più emblematiche e avventurose nella storia dell’alpinismo. Queste 14 montagne, situate tutte nella catena dell’Himalaya e del Karakorum, rappresentano il limite estremo dell’esplorazione umana. Qui la mancanza di ossigeno, le temperature gelide e pericoli quali valanghe e crepacci mettono alla prova la resistenza fisica e mentale degli alpinisti: “Adesso ho cambiato la mia vita, mi ha dato una frenata importante quanto accaduto sul K2 d’inverno e dovevo capire chi ero – ha ricordato – Avevo dubbi e domande sulla mia vita, è stato il periodo più difficile. Avevo costantemente paura di morire, era così doloroso per me. Prima non avevo mai avuto paura. Da lì in avanti, avendo sempre paura, ho persino pensato che anche camminando sul marciapiede un pazzo mi avrebbe potuto mettere sotto. Dopo questa tragedia, sentivo come se fossi incarcerata da questi pensieri. E ho deciso di liberarmi da tutto questo – ha raccontato – So che non potevo essere la Tamara di prima, ma non potevo nemmeno rimanere così. Mi sono iscritta a delle gare di parapendio, così ho fatto un percorso, mi sono sentita di nuovo bambina e mi sono ripresa. Bisogna affrontare le nostre paure”.

Di recente Tamara è stata in Albania, in uno dei suoi tanti viaggi alla scoperta di territori diversi: “Ogni anno faccio un giro col mio camper per vedere un altro paese. Lì ho fatto bici, parapendio, un pò di canoa e le scalate. All’inizio ero preoccupata, invece ho conosciuto gente semplice che in Italia non esiste più, e mi sono innamorata di questo posto. Non capivo la lingua, ma erano gli occhi e il sorriso a parlare – ha concluso – A volte ho pianto di felicità, mi sentivo così grata…”.

– foto tratta da video Medicina Top –

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