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Deschamps lascerà la Francia nel 2026 “Bisogna saper dire basta”

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“Bisogna anche saper dire basta, c’è una vita anche dopo”. Didier Deschamps ufficializza che al termine dei Mondiali del 2026 lascerà la guida della nazionale francese. In un estratto dell’intervista che nella versione integrale andrà in onda su TF1 alle 13 di oggi, il ct che ha portato i blues sul tetto del mondo nel 2018 in Russia, spiega: “Sono qui dal 2012, il mio programma arriverà fino al Mondiale del 2026, poi si fermerà lì perchè a un certo punto bisogna fermarsi. Ho lavorato e lavorerò con la stessa voglia e la stessa passione, sempre con l’obiettivo di mantenere la Francia ai massimi livelli. Il 2026 mi sembra il momento giusto per dire basta. Nessuno vorrebbe mettere fine a una cosa bella, ma nel 2026 saranno 14 anni da ct, va bene così e la cosa più importante per me è che la Francia resti ai vertici mondiali così come ha fatto per tanti anni”. L’avventura dell’ex centrocampista e allenatore della Juventus (da calciatore campione del mondo e d’Europa con i ‘bleus’) come ct è iniziata dopo gli Europei del 2012, quando prese il posto di Laurent Blanc.
Il 56enne di Bayonne da ct ha vinto i Mondiali del 2018 e quattro anni dopo, in Qatar, ha difeso il titolo, arrendendosi in finale e soltanto ai rigori all’Argentina di Lionel Messi. Nel 2016, invece, perse la finale degli Europei giocati in casa con il Portogallo che si impose ai supplementari. Nel palmares di Deschamps, che non rinnoverà il suo contratto da ct alla scadenza del 2026, anche la Nations League vinta nel 2021 in Italia. Secondo la stampa francese il suo successore alla guida dei ‘bleus’ sarà il suo ex compagno di squadra e di Nazionale, Zinedine Zidane.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Bolelli e Vavassori in semifinale ad Adelaide: una vittoria convincente in vista degli Australian Open

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Simone Bolelli e Andrea Vavassori si qualificano per le semifinali del torneo ATP 250 di Adelaide, un’importante vetrina per affinare la preparazione in vista degli Australian Open, che prenderanno il via domenica a Melbourne. Alla loro prima uscita insieme nel 2025, i due tennisti italiani hanno dimostrato grande solidità e affiatamento in campo, vincendo un incontro ricco di intensità.

Nel quarto di finale, Bolelli e Vavassori hanno avuto la meglio sulla coppia australiana-belga formata da Matthew Ebden e Joran Vliegen con il punteggio di 7-6(5), 7-6(5), dopo un’ora e cinquanta minuti di gioco. La partita, molto equilibrata, ha visto i due italiani prevalere nei tiebreak di entrambi i set, dimostrando nervi saldi nei momenti cruciali.

Domani, Bolelli e Vavassori cercheranno di conquistare un posto in finale affrontando i vincitori del match tra la coppia formata dal salvadoregno Marcelo Arevalo e dal croato Mate Pavic (attuali numero 1 del torneo) e quella composta dal monegasco Hugo Nys e dal francese Edouard Roger-Vasselin. Una nuova sfida attende gli azzurri, che proseguono la loro preparazione in vista degli Australian Open con grande determinazione.

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Paura per Bentancur durante Tottenham-Liverpool: il centrocampista uruguaiano soccorso in campo

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Tensione e preoccupazione durante la semifinale di andata della Carabao Cup tra Tottenham e Liverpool, quando Rodrigo Bentancur è stato colpito da un episodio che ha fatto temere il peggio. Il centrocampista uruguaiano, ex Juventus, stava cercando di staccare su un calcio d’angolo quando, dopo aver colpito il pallone di testa, è improvvisamente crollato a terra, apparentemente privo di sensi.

Il gioco è proseguito per pochi istanti prima che l’arbitro si accorgesse della gravità della situazione e fermasse la partita, con il pubblico e i giocatori visibilmente preoccupati. I soccorsi sono immediatamente intervenuti, portando Bentancur fuori dal campo in barella e somministrandogli ossigeno. La scena è stata drammatica, ma fortunatamente il giocatore ha fatto cenno con il pollice alzato, rassicurando i tifosi sulla sua condizione.

Il match è poi ripreso regolarmente, ma il lungo intervento medico ha imposto un abbondante recupero, con il direttore di gara che ha aggiunto ben 11 minuti di recupero nel primo tempo. Secondo quanto riportato dalla BBC, Bentancur è cosciente e in grado di comunicare, ma verrà trasportato in ospedale per eseguire degli accertamenti.

L’episodio ha inevitabilmente fatto tornare alla mente un altro caso simile: quello di Edoardo Bove, centrocampista della Fiorentina, che poche settimane fa aveva subito un malore simile durante un incontro contro l’Inter, con il match poi sospeso per precauzione.

Per fortuna, la condizione di Bentancur sembra essere meno grave di quanto inizialmente temuto, ma il suo stato di salute sarà monitorato con attenzione nei prossimi giorni. I tifosi, intanto, sperano in un rapido recupero per il loro giocatore.

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Il Milan e il calcio Italiano in lutto: addio a Fabio Cudicini, leggenda del “Ragno Nero”

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Il calcio italiano piange la morte di uno dei suoi più grandi portieri, Fabio Cudicini, scomparso oggi all’età di 89 anni, a soli due giorni di distanza dalla celebrazione del trionfo in Supercoppa del suo Milan. Cudicini, soprannominato il “Ragno Nero”, è stato una figura iconica del club rossonero, dove ha scritto pagine indimenticabili dal 1967 al 1972, periodo durante il quale ha vinto numerosi titoli tra cui la Coppa dei Campioni, lo Scudetto, la Coppa Italia e la Coppa Intercontinentale.

Il suo percorso calcistico ha avuto inizio nell’Udinese, dove ha fatto il suo esordio tra i professionisti, prima di trasferirsi alla Roma, dove ha conquistato due Coppe Italia e una Coppa delle Fiere. È a Roma che Cudicini ha guadagnato il soprannome di “Pennellone”, per via della sua imponente statura, prima di approdare al Milan sotto la guida di Nereo Rocco. Nonostante il clima di scetticismo che accompagnava il suo trasferimento a San Siro, il portiere triestino ha dimostrato il suo valore, diventando un pilastro della squadra rossonera e contribuendo in maniera decisiva ai successi del club.

Cudicini, paragonato al leggendario Lev Yashin per il suo completo nero e per le sue doti di portiere, ha lasciato il segno anche come specialista nel parare i rigori. Il suo record di imbattibilità a San Siro, che raggiunse i 1132 minuti, è tuttora imbattuto. Nonostante il suo successo a livello di club, la sua carriera in Nazionale non decollò mai, in parte a causa della concorrenza di portieri come Dino Zoff e Ricky Albertosi. La sua unica chiamata in Nazionale fu come riserva di Zoff durante le qualificazioni ai Mondiali del 1970.

Oltre alla sua carriera, Cudicini è ricordato anche per la sua integrità e umanità, tanto che il Milan ha voluto omaggiarlo con un commovente messaggio sui social, estendendo le condoglianze alla sua famiglia, in particolare al figlio Carlo, che ha seguito le orme del padre diventando anch’esso portiere di successo, con esperienze significative in Inghilterra.

La sua morte, che arriva a pochi giorni dalla scomparsa di Aldo Agroppi, altro protagonista del calcio italiano, ha scosso l’intero mondo sportivo. La leggenda di Fabio Cudicini vive nel cuore dei tifosi rossoneri e di tutti coloro che hanno amato il calcio per la sua classe, la sua eleganza e la sua forza in porta. Con lui scompare un pezzo di storia del Milan e del calcio italiano.

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