Il mondo del calcio italiano è scosso da un nuovo scandalo legato all’arbitraggio, in particolare all’uso del VAR. Dopo una serie di decisioni discutibili in diverse partite, i tifosi e gli esperti del settore si interrogano sull’efficacia della tecnologia e sulla sua applicazione. La confusione regna sovrana, con errori di valutazione che si ripetono e che stanno minando la credibilità degli arbitri.
L’introduzione del VAR era stata salutata come una svolta, destinata a ridurre la discrezionalità delle decisioni arbitrali. Tuttavia, sembra che la situazione sia addirittura peggiorata, con episodi di incoerenza che lasciano sgomenti. Alcuni falli che dovrebbero essere sanzionati non lo sono, mentre altri vengono puniti in modo severo senza apparente logica. La sensazione è che i direttori di gara, i VAR e gli assistenti siano sempre più in difficoltà nell’applicare un sistema che avrebbe dovuto semplificare il loro lavoro.
Particolare attenzione è stata rivolta a una recente partita tra Monza e Napoli, dove due errori di giudizio hanno sollevato un polverone. Il primo episodio riguarda un gol annullato per un contatto giudicato falloso, ma che secondo molti non avrebbe dovuto essere sanzionato. Il secondo, una mancata espulsione per un intervento falloso, ha ulteriormente messo in discussione l’operato dell’arbitro. Questi casi hanno evidenziato come la mancanza di coerenza nelle decisioni stia causando frustrazione tra i giocatori e le squadre.
Non è solo una questione di singoli episodi, ma di un sistema che sembra non funzionare. Anche le nuove leve dell’arbitraggio si trovano a fare i conti con questa incertezza. La pressione su giovani arbitri è alta, e spesso si sentono disorientati nel dover gestire le aspettative e le dinamiche di una partita, con decisioni che possono avere ripercussioni enormi.
L’opinione pubblica è divisa: c’è chi chiede un ritorno a una gestione più tradizionale e chi invece insiste sulla necessità di perfezionare il sistema VAR. In ogni caso, la sensazione è che il calcio italiano abbia bisogno di una riflessione profonda su come gestire l’arbitraggio e la tecnologia, affinché il gioco possa tornare a essere apprezzato per la sua bellezza, senza il peso di decisioni contestate che possono influenzare il risultato finale.