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Volvo EX30: prestazioni brillanti, ma qualche compromesso nell’ergonomia

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La Volvo EX30 è una crossover elettrica compatta che sa sorprendere per le sue performance, con 272 cavalli che offrono un’accelerazione sportiva. Nonostante il motore potente e una buona autonomia, che tocca i 373 km, ci sono alcuni aspetti che lasciano a desiderare, soprattutto nell’ergonomia e nelle finiture.

A bordo, l’esperienza è minimalista, ma a volte fin troppo spoglia. La maggior parte dei comandi è centralizzata in un grande schermo da 12,3 pollici, che però si rivela una fonte continua di distrazione durante la guida, soprattutto per azioni semplici come l’apertura del cassetto portaoggetti. Inoltre, alcune plastiche dell’abitacolo sono facili da rigare e il montaggio non sempre è impeccabile.

Sul fronte della praticità, l’abitabilità non è ottimale, in particolare per i passeggeri posteriori, dove lo spazio per le ginocchia è limitato e la seduta del divano è bassa. Anche il bagagliaio, con soli 318 litri di capacità, non impressiona.

Nonostante questi difetti, l’auto offre una guida piacevole, con uno sterzo reattivo e una frenata potente. In città è agile e il recupero di energia tramite la modalità “one-pedal” migliora l’efficienza, anche se la potenza frenante non è sempre sufficiente a evitare l’uso dei freni. L’autonomia in autostrada si attesta su 237 km a 130 km/h, ma migliora a 110 km/h.

In definitiva, la Volvo EX30 è un’auto dalle grandi prestazioni, ma con alcune aree di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda l’ergonomia e la praticità d’uso quotidiano.

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Crisi dell’auto: anche Nissan e Honda affrontano difficoltà

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La crisi che sta attraversando l’industria automobilistica globale non risparmia nemmeno i giganti giapponesi. Dopo anni di incertezze e sfide, la Nissan ha annunciato il taglio di 9.000 posti di lavoro come parte di un piano di ristrutturazione che mira a risparmiare circa 3 miliardi di euro. La decisione arriva in un momento di grave difficoltà per la casa automobilistica, che sta affrontando una serie di problemi legati alla concorrenza, alla scarsa diffusione dei veicoli ibridi e a una generale flessione delle vendite.

L’azienda giapponese ha spiegato che la riduzione della forza lavoro e la riduzione della capacità produttiva del 20% sono misure necessarie per invertire un trend negativo. Durante una conferenza stampa, il CEO Makoto Uchida ha definito la situazione “estremamente difficile”, aggiungendo che il piano di ristrutturazione segna un ritorno alla “modalità d’emergenza”. In questo contesto, la Nissan ha anche abbassato le previsioni per le vendite e gli utili operativi per l’anno fiscale 2024, sottolineando che è troppo presto per fare previsioni accurate sul futuro. Inoltre, l’azienda ha deciso di cedere fino al 10% delle sue quote della Mitsubishi, per un incasso che dovrebbe ammontare a circa 420 milioni di euro.

Le difficoltà della Nissan non si limitano alla riorganizzazione interna. La casa giapponese sta infatti perdendo terreno nei mercati strategici come Cina e Stati Uniti. In particolare, la concorrenza locale in Cina sta mettendo a dura prova la posizione della Nissan, mentre negli Stati Uniti l’azienda non ha ancora un’offerta completa di veicoli ibridi, un segmento che sta registrando un forte boom di vendite grazie alla concorrenza di Toyota. Uchida ha ammesso che la rapida diffusione dei veicoli ibridi non era stata prevista e che l’adattamento dei modelli Nissan a questa richiesta si è rivelato più complesso del previsto.

Queste difficoltà sono il risultato di scelte sbagliate nel corso degli anni e della necessità di un ripensamento radicale delle strategie aziendali. Come segno di responsabilità e solidarietà con la situazione difficile, Uchida ha deciso di rinunciare al 50% del suo stipendio mensile, un gesto che è stato seguito anche dagli altri membri del comitato esecutivo.

Nel frattempo, anche Honda sta affrontando difficoltà simili. La seconda casa automobilistica giapponese ha recentemente comunicato un calo del 15% dell’utile operativo nel secondo trimestre, principalmente a causa della diminuzione delle vendite in Cina. Questo ha provocato una perdita del 5% nel valore delle sue azioni, segnalando come la crisi stia avendo un impatto diretto anche su altri marchi storici giapponesi.

Le difficoltà di Nissan e Honda sono solo un esempio di come la crisi dell’auto stia interessando anche i principali produttori orientali, un fenomeno che si aggiunge a quello che sta già accadendo in Europa e in altre parti del mondo. Se non riusciranno a invertire rapidamente la rotta, potrebbero esserci ulteriori difficoltà per queste storiche case automobilistiche nei mesi a venire.

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Le auto elettriche più economiche del 2024

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Negli ultimi anni, le auto elettriche stanno diventando sempre più popolari, ma il prezzo d’acquisto continua a essere una barriera per molti. Fortunatamente, esistono diverse opzioni accessibili per chi desidera fare il salto verso la mobilità sostenibile senza spendere una fortuna. Ecco una selezione delle 10 auto elettriche più economiche disponibili sul mercato italiano.

Al primo posto troviamo la Dacia Spring, una citycar compatta che si distingue per il suo prezzo contenuto, a partire da soli 17.900 euro. Con una batteria da 26,8 kWh, offre un’autonomia di circa 225 km. Al secondo posto c’è la Leapmotor T03, un’auto cinese che, con un prezzo base di 18.900 euro, offre un’autonomia di 265 km e una dotazione di sicurezza avanzata.

Al terzo posto, la Citroën ë-C3 offre un buon compromesso tra dimensioni compatte e spazio interno, con una batteria che permette di percorrere circa 300 km. A seguire, la Renault Twingo elettrica rappresenta una scelta interessante per chi cerca una piccola e agile vettura, con una batteria di 22 kWh e una autonomia di 189 km.

Le altre opzioni includono la EMC Yudo, un crossover compatto che promette un’autonomia di 325 km e una dotazione tecnologica moderna, e la DR 1.0, una citycar che si distingue per le sue dimensioni ridotte e l’autonomia di 294 km. La Citroën ë-C3 Aircross e la Renault 5 E-Tech sono altre scelte che, pur offrendo spazi e comfort, presentano un’autonomia inferiore ai 350 km.

Infine, la Fiat Nuova 500 e la Opel Frontera sono due modelli ben conosciuti che si pongono come alternative economiche con una autonomia che può variare dai 190 ai 306 km, ma sempre con un buon rapporto qualità-prezzo.

Queste auto dimostrano che è possibile avvicinarsi alla mobilità elettrica senza rinunciare all’economia, sia per famiglie che per singoli in cerca di un’auto pratica e accessibile.

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Renault Rafale plug-in: una crossover agile e tecnologica

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La Renault Rafale nella sua versione ibrida plug-in si presenta come un’auto potente, raffinata e sorprendentemente agile, pensata per chi cerca un mix di performance e comfort. Con i suoi 300 CV e trazione integrale, si posiziona come la proposta più potente della casa francese, ma la dotazione ricca e le soluzioni meccaniche avanzate giustificano ampiamente il suo prezzo di partenza.

La nuova Rafale offre una batteria capace di garantire fino a 100 km di autonomia in modalità elettrica, sebbene la ricarica in corrente alternata con potenza limitata possa richiedere tempi abbastanza lunghi. L’agilità dell’auto è notevole, anche grazie al sistema di sterzo delle ruote posteriori, che migliora la manovrabilità, soprattutto in modalità Sport. Tuttavia, non si può non notare una visibilità limitata, con il montante del parabrezza che ostacola la visione nelle curve.

Sotto il profilo del comfort, gli ammortizzatori a controllo elettronico garantiscono una buona qualità di marcia, adattandosi alle condizioni del terreno. Ma, nonostante il buon isolamento acustico, i fruscii a velocità elevate e la durezza su alcune asperità rimangono evidenti.

La Renault Rafale Plug-in si distingue anche per un abitacolo ben rifinito e una dotazione tecnologica all’avanguardia, con il sistema multimediale basato su Android Automotive, che offre una navigazione precisa e la possibilità di integrare applicazioni tramite Android Auto o Apple CarPlay. I sedili, purtroppo, non sono tra i più comodi a lungo termine, in particolare quelli sportivi che, nonostante siano ben equipaggiati, mancano di una regolazione più completa.

Concludendo, la Rafale Plug-in è una crossover-coupé moderna e ben equipaggiata, capace di offrire prestazioni brillanti, ma con qualche piccola pecca che non compromette l’esperienza complessiva.

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