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Sconti e promozioni sulle auto di novembre 2024: le migliori offerte del mese

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Novembre 2024 si presenta come un mese ricco di occasioni per chi è alla ricerca di un’auto nuova. Le principali case automobilistiche hanno lanciato numerose promozioni, che permettono di risparmiare anche una cifra consistente sul prezzo di listino. Se hai in mente un acquisto, è il momento ideale per approfittare degli sconti e delle offerte finanziarie vantaggiose. Ecco una panoramica delle proposte più allettanti del mese.

BMW Serie 2 Active Tourer

La BMW Serie 2 Active Tourer, uno dei pochi modelli monovolume ancora in produzione, offre un’importante riduzione del prezzo: il modello 218i M Sport ha uno sconto del 13%, che abbassa il prezzo da 40.120 a 34.925 euro. Grazie al programma Why-Buy, la proposta finanziaria prevede un anticipo di 8.700 euro, con rate mensili da 300 euro per 48 mesi. Alla fine del finanziamento, la vettura potrà essere riscattata per 17.485 euro.

Citroën C4

La Citroën C4, nella versione mild hybrid da 100 CV, scende da 27.650 a 20.150 euro, con uno sconto del 27%. L’offerta è valida per chi sottoscrive il finanziamento SimplyDrive, con un anticipo di 2.874 euro e rate mensili da 129 euro. Alla fine dei 3 anni, se si decide di riscattare l’auto, la rata finale sarà di 16.775 euro.

Ford Tourneo Courier

La Ford Tourneo Courier, una multispazio con motore EcoBoost da 125 CV, ha un’offerta che la porta sotto i 20.000 euro: il prezzo scende infatti da 23.950 a 19.900 euro, grazie a uno sconto del 17%. Rottamando un veicolo immatricolato prima del 2014, si può ottenere un ulteriore sconto di 4.050 euro. Il finanziamento prevede un anticipo di 2.750 euro e 36 rate mensili da 194 euro, con una maxi rata finale di 13.412 euro.

Hyundai Bayon

La Hyundai Bayon, crossover compatta con motore 1.2 da 79 CV, ha uno sconto del 17%, con il prezzo che passa da 21.150 a 17.650 euro. L’offerta riguarda le vetture in pronta consegna ed è vincolata al finanziamento Hyundai Plus, che prevede un anticipo di 5.020 euro, 35 rate mensili da 109 euro e una rata finale di 10.998 euro.

Kia XCeed

La Kia XCeed, crossover di medie dimensioni, offre uno sconto di oltre 4.000 euro, con il prezzo che scende da 24.950 a 20.650 euro. La promozione è valida fino al 30 novembre e prevede il finanziamento Scelta Kia Special, con anticipo di 4.230 euro e rate mensili da 199 euro. Alla fine del contratto, se si decide di tenere l’auto, la maxi rata finale sarà di 12.974 euro.

MG ZS Classic

La MG ZS, con il motore 1.5 Comfort, è una delle SUV più economiche in circolazione. A novembre, grazie al finanziamento, il prezzo scende a 15.840 euro, con uno sconto del 12% rispetto al prezzo iniziale di 17.990 euro. Il finanziamento prevede un anticipo di 6.250 euro, 36 rate mensili da 99 euro e una rata finale di 8.995 euro.

Skoda Octavia Wagon

La Skoda Octavia Wagon, una delle station wagon più apprezzate in Europa, propone una promozione sulla versione microibrida con motore 1.5 TSI da 116 CV. Il prezzo scende da 32.500 a 25.597 euro, con uno sconto del 21%. Il finanziamento prevede un anticipo di 3.000 euro, rate mensili da 199 euro e una maxi rata finale di 19.144 euro.

Suzuki Swift

Infine, la Suzuki Swift, citycar compatta con motore 1.2 mild hybrid da 83 CV, ha uno sconto del 16%, con il prezzo che scende da 22.500 a 18.900 euro. L’offerta si attiva con un anticipo di 3.650 euro e rate mensili di 149 euro per 3 anni, con una maxi rata finale di 12.860 euro.

Queste sono solo alcune delle offerte disponibili a novembre 2024. Se stai pensando di cambiare auto, questo mese potrebbe essere il momento giusto per approfittare di sconti significativi e finanziamenti vantaggiosi.

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Rincari in arrivo per le multe: dal 2025 gli importi potrebbero aumentare fino al 17%

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A partire dal 1 gennaio 2025, gli automobilisti italiani potrebbero trovarsi di fronte a sanzioni più salate per le violazioni del Codice della strada. Dopo un periodo di stabilità che ha permesso di mantenere fermi gli importi delle multe al livello del 2020, dal prossimo anno è previsto un aggiornamento degli importi in base all’andamento dell’inflazione, che negli ultimi due anni ha registrato un aumento significativo.

Un aggiornamento atteso da tempo

Il periodo di sospensione che ha bloccato le multe al 2020 stava per scadere, dopo essere stato introdotto dalla legge di Bilancio 2023 come risposta alla situazione economica complessa derivante dalla pandemia e dalla crisi energetica. Questo ha permesso di evitare l’aggiornamento annuale previsto inizialmente per gennaio 2023. Tuttavia, la sospensione terminerà il 31 dicembre 2024, con la conseguente revisione delle sanzioni. Se non saranno introdotte nuove misure nella legge di Bilancio 2025, le multe subiranno un adeguamento pari al 5,7% in base all’inflazione registrata dall’Istat dal 2022 al 2024.

Le sanzioni più comuni vedranno l’aumento

Gli automobilisti si troveranno quindi a dover fare i conti con importi più alti. Per esempio, la multa per divieto di sosta passerà da 42 a 44 euro, mentre per il passaggio con il semaforo rosso l’importo salirà da 167 a 177 euro. Anche l’uso del telefono alla guida, che attualmente prevede una multa di 165 euro, vedrà un incremento a 174 euro. La sanzione per eccesso di velocità, in caso di superamento del limite di oltre 60 km/h, potrebbe addirittura aumentare di quasi 50 euro, passando da 845 a 893 euro.

Un possibile aumento maggiore

Ma c’è anche una prospettiva più preoccupante. Un documento dell’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale (Asaps) ha suggerito che il governo potrebbe decidere di applicare l’adeguamento non solo sugli ultimi due anni, ma sull’intero periodo di sospensione, includendo anche il biennio 2020-2021. Se questa opzione dovesse essere adottata, l’incremento delle multe potrebbe arrivare al 17,3%, ben più alto rispetto al 5,7% inizialmente previsto.

Cosa aspettarsi?

Se il decreto interministeriale che fisserà i nuovi importi arriverà entro metà dicembre, gli automobilisti dovranno prepararsi a rincari non solo sul costo delle multe, ma anche su un possibile incremento maggiore di quanto inizialmente ipotizzato. In ogni caso, la revisione è imminente, e i cittadini sono chiamati a prendere atto delle nuove disposizioni che entreranno in vigore a partire dal 2025.

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Android auto wireless sotto i 25€: la prova del dongle cinese

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La tecnologia Android Auto, che consente di collegare lo smartphone al sistema infotainment della propria auto, ha ormai conquistato un numero crescente di automobilisti. Tuttavia, non tutte le vetture supportano la modalità wireless, obbligando chi desidera questa funzione a utilizzare un cavo USB. Un’alternativa economica, però, è rappresentata dai dongle wireless, che promettono di abilitare la connessione senza fili anche su modelli non compatibili nativamente. La vera sfida, tuttavia, è capire se questi adattatori siano davvero efficaci e quanto costino. Abbiamo messo alla prova uno di questi dongle cinesi venduto a meno di 25€, scoprendo come funziona nella pratica e se vale la pena acquistarlo.

L’acquisto del dongle

Il nostro test inizia con una ricerca su Amazon, dove abbiamo trovato una vasta gamma di dongle per Android Auto Wireless. L’idea iniziale era quella di comprare un semplice cavo USB, ma ci siamo chiesti se un adattatore wireless, a pochi euro in più, potesse offrire un’esperienza simile. Tra centinaia di opzioni, abbiamo scelto un prodotto venduto a 24€ senza recensioni, sperando di testare un prodotto che potesse rappresentare le potenzialità e le problematiche di questi adattatori economici.

Configurazione semplice e rapida

Una volta ricevuto il dongle, l’installazione si è rivelata incredibilmente semplice. Basta collegarlo alla porta USB della vettura, quella normalmente destinata al cavo Android Auto, e accoppiare il dispositivo tramite Bluetooth con lo smartphone. Nessuna applicazione da installare, nessun aggiornamento da eseguire. L’adattatore si limita a rendere possibile la connessione wireless, replicando esattamente l’esperienza che si ha utilizzando un cavo, senza aggiungere funzionalità extra.

Come funziona il dongle

Durante i test, il dongle ha mantenuto una connessione stabile, senza alcuna perdita di segnale anche durante sessioni di utilizzo prolungate. Le app di navigazione come Google Maps e Waze, insieme a Spotify, hanno funzionato perfettamente, senza lag o ritardi. Le chiamate telefoniche e le notifiche sono state gestite senza problemi, sfruttando la funzionalità “OK Google” per rispondere vocalmente.

Unico inconveniente riscontrato è stato il posizionamento del LED di stato del dongle, che si trova verso il basso e non visibile una volta collegato. Tuttavia, questo non ha influito sull’usabilità, e il dongle è stato comunque poco ingombrante.

Tempo di connessione

La connessione wireless non ha impiegato più tempo rispetto a quella cablata. In meno di 20 secondi, l’infotainment ha caricato il sistema Android Auto, sia all’avvio della macchina che dopo aver spento e riacceso l’auto senza chiudere le portiere. La connessione Bluetooth ha fatto sì che l’avvio fosse immediato, con un’esperienza praticamente identica a quella di un cavo USB.

Considerazioni finali

Nonostante alcuni utenti abbiano riscontrato problemi di compatibilità con alcuni modelli di auto e smartphone, nel nostro caso il dongle ha funzionato perfettamente. Il principale vantaggio di questo prodotto è la sua economicità, con una spesa che si aggira sui 24€. Sebbene ci siano alternative più economiche su altri marketplace, come Aliexpress, scegliere un prodotto su Amazon può offrire maggiore sicurezza grazie alla politica di reso e al supporto clienti.

In definitiva, se siete alla ricerca di una soluzione economica per attivare Android Auto Wireless nella vostra auto, questo dongle potrebbe essere la scelta giusta, soprattutto se cercate un prodotto che costi meno di 25€. La scelta finale dipende dalle vostre esigenze e dalla compatibilità della vostra auto e smartphone.

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Il 14 novembre si decide sullo sciopero dei benzinai

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Il 14 novembre 2024 potrebbe essere una giornata cruciale per il settore della distribuzione carburanti in Italia, con la possibilità che venga proclamato uno sciopero da parte dei benzinai. La decisione sarà presa durante un incontro convocato dai principali gruppi sindacali Faib, Fegica e Figisc/Anisa, che rappresentano i gestori degli impianti di carburante, un settore che sta vivendo un periodo di forte incertezze a causa di scelte aziendali e legislative.

I motivi dietro questa mobilitazione sono legati alla crescente precarizzazione del lavoro nel settore. Le organizzazioni sindacali denunciano che le politiche adottate dai petrolieri, in particolare da Eni, stanno portando alla destabilizzazione del mercato, con l’introduzione di contratti di appalto di breve durata, che non garantiscono diritti e tutele ai lavoratori. Questo sistema, secondo i sindacati, minaccia la stabilità e la qualità del servizio offerto dai benzinai, che sono visti come una categoria cruciale per la mobilità in Italia.

A preoccupare maggiormente è l’adozione di appalti con contratti annuali, senza un riconoscimento adeguato per chi svolge il servizio quotidiano nelle stazioni di servizio. Inoltre, si segnala una crescente sostituzione dei gestori storici degli impianti con “appaltisti”, costretti ad accettare condizioni precarie per non rischiare di perdere il posto di lavoro. Questo fenomeno, già presente in altri settori come quello della logistica e dei call center, si sta ora estendendo anche alla rete dei benzinai, con il rischio di un ulteriore impoverimento delle condizioni di lavoro e una riduzione della qualità del servizio.

Le rivendicazioni dei sindacati si concentrano principalmente sulla richiesta di un rispetto delle leggi già esistenti che regolano il settore e che, secondo Faib, Fegica e Figisc/Anisa, non sono state adeguatamente applicate. Nonostante l’approvazione di risoluzioni parlamentari nell’ottobre dello scorso anno, le organizzazioni denunciano che non è stato fatto abbastanza per risolvere la situazione. Il Parlamento aveva chiesto un riordino del settore, ma le risposte finora ottenute sono state considerate insufficienti.

Il Governo, pur riconoscendo l’importanza di un intervento sul tema, ha recentemente deciso di avviare un ulteriore approfondimento sulla riforma del settore, dopo aver preso atto che il primo tentativo non aveva soddisfatto le necessità dei lavoratori e dei consumatori.

Il 14 novembre sarà quindi il momento in cui le organizzazioni sindacali decideranno come proseguire la loro battaglia. Se le trattative non porteranno a una risoluzione soddisfacente, i benzinai potrebbero decidere di fermarsi, con le possibili conseguenze per l’approvvigionamento dei carburanti nelle stazioni di servizio, sia lungo le strade che sulle autostrade. Gli sviluppi di questa giornata potrebbero segnare l’inizio di una lunga stagione di conflitti nel settore della distribuzione carburanti, che potrebbero avere ripercussioni su tutta la filiera.

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