Motori
Le auto più convenienti con rate sotto i 100 euro al mese
Per chi sta cercando un’auto nuova ma non vuole superare la soglia dei 100 euro al mese, ci sono diverse opzioni da valutare. Molte case automobilistiche offrono promozioni vantaggiose con rate mensili contenute, rendendo l’acquisto di una vettura nuova accessibile anche a chi ha un budget ridotto.
Partiamo dalla Dacia Sandero Stepway, disponibile a 99 euro al mese con la versione 1.0 TCe ECO-G STEPWAY EXPRESSION, in vendita a 16.900 euro. Un’altra proposta interessante è la MG ZS Classic 1.5 VTi-Tech Comfort, in promo a 99 euro al mese, con un prezzo di listino di 15.840 euro. Allo stesso prezzo mensile troviamo anche la Opel Corsa 1.2 75cv Edition MT5, in vendita a 15.900 euro, e la Hyundai i20 1.2 MPI 79cv Techline, con un prezzo di 16.500 euro.
Anche la Peugeot 208 Style PureTech 100 S/S, una delle auto più popolari, è disponibile con rate mensili di 99 euro, per un prezzo di listino di 17.270 euro. Per chi è alla ricerca di un SUV compatto, la Seat Arona 1.0 Eco TSI 70kW Black Edition è un’ottima scelta, acquistabile sempre con rate da 99 euro al mese per un prezzo complessivo di 20.797 euro.
Anche la Fiat 600 Hybrid si inserisce in questa fascia di prezzo, con un finanziamento a 99 euro mensili per la versione 1.2 MHEV 100cv, venduta a 21.950 euro. Più alto il prezzo della Nissan Juke 1.0 DIG-T 114 Mt Acenta, che si può acquistare con 36 rate da 99 euro al mese per 21.500 euro.
Le opzioni si diversificano ulteriormente con la Renault Clio 1.5 DCI 74KW EVOLUTION e la Škoda Fabia 1.0 MPI Evo 59KW YOUNG EDITION, che richiedono rispettivamente rate di 98 e 90 euro mensili, con prezzi di listino di 18.200 e 18.607 euro.
Per chi cerca un’auto ancora più economica, la Dacia Sandero 1.0 TCe ECO-G STREETWAY ESSENTIAL è disponibile a 89 euro al mese, con un prezzo di vendita di 14.750 euro, così come la MG3 1.5 Hybrid+ Standard, venduta a 18.640 euro. Infine, per i più attenti al budget, ci sono due modelli che offrono le rate più basse: la Hyundai i10 1.0 MPI Connectline (79 euro al mese) e la Fiat Panda 1.0 FireFly 70cv S&S Hybrid (69 euro al mese), rispettivamente a 15.900 e 12.900 euro.
In sintesi, per chi cerca un’auto nuova con rate contenute, ci sono molteplici opzioni che permettono di accedere a veicoli moderni e funzionali senza gravare troppo sul bilancio mensile.
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Perché calano le auto intestate ai giovani: la sfida tra costi e alternative di mobilità
Negli ultimi anni, si è registrato un notevole calo delle automobili intestate ai giovani in Italia, con un crollo del 33% tra il 2012 e il 2022. Le auto di proprietà di guidatori sotto i 25 anni sono scese sotto le 600.000 unità, in controtendenza rispetto alla crescita generale del parco auto, aumentato dell’8%. Questo fenomeno è legato a due principali fattori: l’interesse ridotto per l’auto come simbolo di indipendenza e l’alto costo delle assicurazioni.
L’automobile non è più vista dalle nuove generazioni come un elemento indispensabile di emancipazione, come accadeva in passato. Un dato interessante emerge dall’analisi dell’età in cui i giovani conseguono la patente di guida: mentre tra gli over 50 il 72% ottiene la patente a 18 anni, tra gli under 25 la percentuale scende al 46%, con un calo evidente nelle grandi città del Nord come Milano e Torino, dove le alternative di trasporto pubblico efficiente contribuiscono a ridurre l’interesse per la proprietà di un’auto.
L’altro ostacolo significativo è il costo dell’assicurazione, che rappresenta un onere insostenibile per molti giovani neopatentati. Secondo i dati di Segugio.it, i premi RC auto per gli under 25 sono in media oltre 1.000 euro, con un aumento del 43% rispetto al 2022. L’alto costo delle polizze è uno dei motivi principali che spingono i giovani a rinunciare all’acquisto di un’auto propria, preferendo mezzi di trasporto alternativi o optando per la mobilità condivisa. Questo fenomeno è stato accentuato dal contesto economico degli ultimi anni, con l’inflazione che ha spinto in alto i costi delle assicurazioni, come evidenziato da Ivass e Codacons.
Di conseguenza, le politiche di mobilità nelle città, i costi dell’assicurazione e il cambiamento culturale sulle preferenze dei giovani stanno ridisegnando l’approccio alla mobilità. L’auto non è più un simbolo di status per i giovani, ma piuttosto una scelta economica e pratica legata alla disponibilità di alternative più convenienti e sostenibili.
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Alcol e guida: quanto si può bere senza superare i limiti?
L’assunzione di alcol influisce negativamente sulla capacità di guidare, riducendo i riflessi, la coordinazione e il giudizio. In Italia, il limite massimo consentito di alcolemia per chi guida è di 0,5 g/L, ma è importante sapere che anche piccole quantità di alcol possono compromettere la sicurezza stradale. L’alcol altera il tempo di reazione, aumentando il tempo di frenata e riducendo il campo visivo. È fondamentale non mettersi alla guida dopo aver bevuto, poiché il rischio di incidenti aumenta significativamente.
Anche un solo bicchiere di vino o birra può influire sul tasso alcolemico, e il tempo necessario per eliminare l’alcol dal corpo dipende da diversi fattori, come il tipo di bevanda, la quantità consumata, il peso corporeo e il sesso. In generale, il corpo impiega circa due ore per smaltire un bicchiere di alcol, ma questo tempo può variare a seconda delle circostanze individuali.
Bere a stomaco vuoto accelera l’assorbimento dell’alcol, aumentando il tasso alcolemico più velocemente rispetto a quando si è mangiato. È importante tenere a mente che anche se la legge consente un limite di 0,5 g/L di alcol nel sangue, le capacità di guida sono compromesse già con livelli più bassi. Inoltre, oltre al rischio di incidenti, le multe per chi supera il limite di alcolemia possono essere molto elevate, con sanzioni che vanno da 500 a 6.000 euro, oltre alla sospensione della patente.
Il consiglio migliore, quindi, è sempre quello di evitare di mettersi alla guida dopo aver bevuto. Se si è in compagnia, è preferibile affidarsi a un taxi, un trasporto pubblico o a un conducente designato. La sicurezza stradale deve sempre essere la priorità, e l’alcol è un fattore che incide fortemente sulla nostra capacità di guidare in modo sicuro.
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Cosa cambia per gli autovelox?
La riforma del Codice della Strada, recentemente approvata dal Parlamento e voluta dal ministro Matteo Salvini, introduce importanti modifiche sull’uso degli autovelox in Italia. A partire dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che avverrà tra pochi giorni, gli autovelox saranno ammessi solo su strade extraurbane dove il limite di velocità è inferiore di non più di 20 km/h rispetto al limite previsto per quella tipologia di strada. In pratica, gli autovelox non saranno più utilizzati su strade con limiti di velocità molto bassi.
Inoltre, la riforma stabilisce una distanza minima tra due autovelox consecutivi: 3 km sulle strade extraurbane principali, 1 km sulle strade extraurbane secondarie e 500 metri sulle strade urbane. Questa misura punta a evitare la concentrazione di autovelox in aree ristrette e a garantire un maggiore equilibrio nel controllo della velocità.
Un altro cambiamento importante riguarda le sanzioni: se un automobilista viene multato più volte nello stesso tratto di strada entro un’ora, sarà applicata solo la sanzione più grave, aumentata del 33%. Questo riduce il rischio che gli automobilisti ricevano multe multiple nello stesso tratto per lo stesso tipo di infrazione.
Infine, gli autovelox dovranno essere segnalati con cartelli ben visibili almeno a 1 km di distanza e dovranno essere periodicamente tarati. Gli autovelox saranno installati solo in tratti stradali con un alto tasso di incidentalità o in luoghi dove non è possibile fermare il veicolo in sicurezza dopo l’infrazione, come su autostrade o strade ad alto traffico.
In generale, la riforma mira a rendere il sistema degli autovelox più trasparente ed equo, cercando di bilanciare il controllo della velocità con il rispetto delle condizioni di circolazione e della sicurezza stradale.
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