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Genova | Dengue, due casi accertati in Liguria, al San Martino e al Galliera
Due casi di dengue sono stati diagnosticati in Liguria nelle ultime ore. Ad essere infettati due cittadini italiani, tornati recentemente da viaggi all’estero e sottoposti alle cure negli ospedali genovesi Policlinico San Martino e Galliera.
Presso il day hospital di Malattie Infettive al San Martino è stato preso in carico ieri un ventitreenne che, rientrato da un viaggio alle Maldive che presentava sintomi compatibili con la patologia. Nella struttura è stata accertata questa mattina la diagnosi di dengue. Le sue condizioni non destano preoccupazione.
Un uomo di 56 anni di rientro dal Brasile è stato invece ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Galliera, dove sono stati effettuati esami specifici per accertare la diagnosi di Dengue. L’uomo si è presentato al pronto soccorso il 6 maggio scorso, lamentando dolori diffusi, febbre e cefalea. L’uomo, ancora ricoverato nel reparto infettivi, è comunque in buone condizioni di salute.
La dengue è una malattia di origine virale ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno già punto una persona infetta. Non si ha quindi il contagio diretto tra esseri umani. Normalmente la malattia dà luogo a febbre alta nell’arco di 5/6 giorni dalla puntura di zanzara. Prima di partire per un viaggio, nei paesi dove sono diffuse malattie trasmesse da zanzare, è opportuno rivolgersi agli ambulatori di medicina dei viaggiatori nelle Asl.
“Al rientro da questi viaggi – spiega Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova e Coordinatore del DIAR (Dipartimento Interaziendale Regionale) Malattie Infettive – in caso di sintomi come febbre alta, mal di testa, dolori, nausea e vomito, occorre informare tempestivamente il medico di famiglia o una struttura ospedaliera. Per quanto riguarda il caso che abbiamo accertato al San Martino, il ragazzo è in buona salute, con un’ottima capacità di reazione rispetto alla potenziale patologia ed è prossimo alla dimissione. I casi registrati dimostrano che la campagna di prevenzione funziona. Non occorre quindi fare allarmismo, lasciando spazio a una buona ed efficace informazione”.