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Genova | Arresto Toti, Pd: “Al più presto al voto per cambiare la regione”
“Bisogna cambiare completamente questa regione, andando al più presto alle elezioni, perchè la giunta Toti ha fatto troppi disastri, a partire dalla sanità pubblica. Noi dovremo presentarci con uno schieramento molto largo, aperto anche alle forze che al momento non sono in Consiglio regionale”. Lo afferma il segretario del Pd della Liguria Davide Natale.
“Per quanto riguarda il candidato credo che per cambiare la Regione ci voglia il fisico, e in tre mesi, per quanto ti alleni, non puoi farti il fisico necessario” dice ancora Natale, che non vuole parlare di nomi – ‘prima i programmi ‘ – e perciò non commenta l’ipotesi che il candidato possa essere l’ex ministro Andrea Orlando.
“Bisogna partire dai programmi e dalla coalizione – dice Natale -. Non penso al modello Sardegna, penso al modello Liguria, che coinvolga tutti i partiti presenti in Consiglio regionale (Pd, Lista Sansa, M5S, Linea Condivisa, Azione) allargato a Italia Viva, Alleanza Verdi e Sinistra e +Europa.
Senza preclusioni”. Può essere vincente il modello Savona, dove alle ultime comunali il centrosinistra ha riconquistato il Comune dopo una amministrazione guidata dal centrodestra. “Ma lì manca il M5s” replica Natale.
“Ai disastri lasciati dalla giunta Toti in Liguria – aggiunge Natale – noi rispondiamo in un modo ‘rivoluzionario’, andando nei territori a parlare con i cittadini. Di fronte alla mancanza di responsabilità del centrodestra che sceglie di arroccarsi nel fortino, noi andiamo tra i cittadini. Questo pomeriggio saremo a Sanremo per parlare della sanità pubblica con il candidato al comune, nei prossimi giorni in altre città per presentare le liste”.
Secondo il segretario ligure del Partito Democratico “sono invece da alcuni giorni spariti i rappresentanti della maggioranza regionale sul territorio. Molti candidati prendono le distanze, non solo da Toti ma dalla maggioranza. Le liste civiche fino a poco fa non mancavano di citare e chiamare assessori mentre oggi mi sembra di vedere che c’è meno spinta verso quelle forme di presenzialismo”.