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Economia

Oro: quotazioni in rialzo all’inizio della settimana

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Le quotazioni dell’oro iniziano la settimana con un deciso rialzo, confermando l’appeal del metallo prezioso come bene rifugio in un contesto economico incerto. Sul mercato spot, il lingotto con consegna immediata registra un incremento dello 0,83%, portandosi a 2.584 dollari l’oncia.

Parallelamente, i contratti futures sull’oro con scadenza dicembre evidenziano un guadagno ancora più marcato, segnando un aumento dello 0,91% e attestandosi a 2.591 dollari l’oncia.

L’ascesa del prezzo dell’oro riflette diversi fattori, tra cui:

  • Tensioni geopolitiche: crescenti preoccupazioni globali spingono gli investitori a cercare asset sicuri.
  • Politiche monetarie: aspettative di tassi di interesse più bassi o di un rallentamento nell’inasprimento delle politiche delle banche centrali favoriscono il metallo prezioso, che non offre rendimenti diretti ma beneficia di un costo del denaro più contenuto.
  • Inflazione e domanda fisica: un’inflazione ancora elevata in molte economie e la forte domanda di oro fisico nei mercati asiatici, come Cina e India, continuano a sostenere il prezzo.

Gli analisti prevedono che l’oro potrebbe mantenere una tendenza rialzista nelle prossime settimane, soprattutto in caso di ulteriori segnali di debolezza economica o di turbolenze sui mercati azionari. Tuttavia, eventuali dati macroeconomici più solidi o un rafforzamento del dollaro statunitense potrebbero limitare i guadagni.

L’oro, dunque, conferma ancora una volta il suo ruolo centrale nei portafogli degli investitori, offrendo protezione contro volatilità e incertezze globali.

Economia

Le prospettive economiche globali tra inflazione e innovazione: una panoramica

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Negli ultimi mesi, il panorama economico mondiale ha evidenziato una complessa combinazione di sfide e opportunità. Tra inflazione persistente, tassi di interesse elevati e l’emergere di nuove tecnologie, i mercati globali si trovano a un punto di svolta.

L’inflazione rimane un tema cruciale in molte economie avanzate. Negli Stati Uniti e in Europa, le banche centrali hanno adottato politiche monetarie restrittive, aumentando i tassi di interesse per contenere la crescita dei prezzi. Tuttavia, ciò ha generato un rallentamento nella crescita economica, con segnali di recessione tecnica in alcune nazioni europee.

Nel contesto italiano, i dati recenti mostrano un lieve rallentamento dell’inflazione, che però resta sopra il 5% annuo. La Banca Centrale Europea ha dichiarato che ulteriori rialzi potrebbero essere evitati se il calo dei prezzi proseguirà.

Parallelamente, il settore tecnologico continua a rappresentare un motore di crescita. L’intelligenza artificiale (AI), in particolare, sta rivoluzionando settori come la sanità, la finanza e i trasporti. Questo cambiamento non solo stimola l’economia globale, ma richiede anche un adattamento dei mercati del lavoro, con investimenti significativi in formazione per garantire che le competenze siano allineate alle esigenze del futuro.

La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio è un altro fattore chiave. Investimenti in energie rinnovabili e infrastrutture sostenibili stanno crescendo a ritmo sostenuto, ma il settore continua a fronteggiare criticità legate ai costi iniziali e alla dipendenza da materie prime strategiche.

Paesi come la Cina e gli Stati Uniti sono leader in questo campo, ma l’Europa sta recuperando terreno grazie ai fondi stanziati nel contesto del Green Deal.

La sfida principale per i governi e le aziende sarà bilanciare la necessità di stimolare la crescita economica con l’obiettivo di garantire stabilità finanziaria. La chiave del successo risiede nella capacità di adattarsi rapidamente a un mondo in continua evoluzione, promuovendo innovazione e sostenibilità.

Le prossime decisioni politiche e aziendali avranno un impatto significativo non solo sui mercati globali ma anche sulle vite quotidiane di milioni di persone.

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Economia

Abi, il tasso sui mutui calato di oltre un punto da dicembre

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Il tasso sui mutui in Italia ha visto una significativa diminuzione negli ultimi mesi, segnando una flessione di oltre un punto percentuale dal mese di dicembre 2023. A febbraio 2024, il tasso medio per i mutui ha raggiunto il 3,90%, rispetto al 4,42% registrato a dicembre. Questo calo ha interessato principalmente le nuove operazioni di finanziamento per l’acquisto di abitazioni, mentre le previsioni indicano che questo trend potrebbe continuare nei prossimi mesi, beneficiando soprattutto chi ha contratto mutui a tasso variabile​

Nonostante la Banca Centrale Europea non abbia ancora ridotto il costo del denaro, il mercato dei tassi sta rispondendo anticipando una possibile discesa dei tassi di interesse. Le attese di un eventuale abbassamento dei tassi da parte della BCE sono state percepite nei mercati finanziari, portando a una riduzione dei tassi bancari, tra cui quelli sui mutui​

Se il trend di calo dovesse proseguire, le rate mensili dei mutui potrebbero subire modifiche sostanziali, migliorando la situazione per i mutuatari, in particolare quelli con mutui a tasso variabile​

Questo potrebbe anche incentivare un ritorno alle surroghe per coloro che desiderano spostarsi da tassi più elevati a quelli più bassi, anche se il tasso fisso, che attualmente si attesta tra il 3,2% e il 3,5%, è ancora un’opzione vantaggiosa​.

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Economia

Audi chiude la fabbrica di Bruxelles, 3.000 operai a rischio licenziamento: scoppiano le proteste

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Audi ha recentemente annunciato la chiusura del suo stabilimento di Bruxelles, una decisione che ha sconvolto i circa 3.000 lavoratori coinvolti. La fabbrica, che faceva parte del gruppo Volkswagen, ha cessato la produzione di modelli come la Audi Q8 e-tron, un passo che ha segnato l’inizio di un periodo incerto per i dipendenti. Nonostante diversi tentativi di vendita dell’impianto, l’assenza di offerte concrete ha costretto la casa madre a optare per il definitivo abbandono della struttura.

Il sito di Bruxelles, che aveva già affrontato sfide logistiche ed economiche legate alla sua posizione centrale nella città, ha visto crescere i suoi costi operativi, contribuendo alla decisione di chiusura. La fabbrica, attiva sin dal 1948, ha una lunga storia produttiva ma non è riuscita a rimanere competitiva nel panorama attuale del settore automobilistico. La chiusura dello stabilimento ha generato intense proteste tra gli operai, che si preparano ad affrontare i licenziamenti previsti.

Il futuro della fabbrica era già stato messo in discussione nel luglio scorso, quando il gruppo Volkswagen aveva parlato di un possibile ridimensionamento, preludio alla chiusura definitiva. Ora si aprono le trattative sindacali per gestire il licenziamento collettivo, mentre la situazione rimane tesa tra i lavoratori​.

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