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Economia

La frenata dell’inflazione e il calo dei tassi di interesse

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L’Italia si prepara ad affrontare il 2025 con un clima economico più favorevole per le famiglie, grazie alla frenata dell’inflazione e alla riduzione dei tassi di interesse, due fattori che dovrebbero contribuire significativamente a migliorare le condizioni finanziarie delle famiglie italiane.

Nel corso del 2024, le famiglie italiane hanno già registrato segnali positivi. La riduzione dei prezzi, che ha caratterizzato l’anno, ha avuto un impatto diretto sul potere d’acquisto dei consumatori. Questo fenomeno è stato accompagnato dai rinnovi contrattuali che hanno visto aumentare i salari, contribuendo a dare una boccata d’ossigeno a molti nuclei familiari.

L’inflazione, che aveva pesato sui bilanci delle famiglie italiane negli ultimi anni, ha iniziato a rallentare. Le principali voci di spesa, come i costi energetici e quelli alimentari, hanno registrato un abbassamento dei prezzi, creando un margine di respiro per i consumatori.

Nel 2025, il calo previsto dei tassi di interesse rappresenterà un ulteriore aiuto per le famiglie italiane, in particolare per chi ha mutui o prestiti. Il ridotto costo del denaro si tradurrà in minori oneri finanziari per chi deve far fronte a prestiti a lungo termine, come ad esempio i mutui sulla casa. Questo alleggerimento contribuirà a migliorare il bilancio familiare, aumentando il potere d’acquisto e stimolando i consumi interni.

La politica monetaria più accomodante, attesa per il prossimo anno, dovrebbe anche favorire una maggiore disponibilità di credito, consentendo alle famiglie di affrontare con maggiore serenità le spese quotidiane e, eventualmente, di intraprendere investimenti a lungo termine come l’acquisto di abitazioni.

Guardando al futuro, le previsioni per il 2025 sono ottimistiche. La combinazione di una crescita moderata dei prezzi, il miglioramento dei rinnovi contrattuali e il calo dei tassi di interesse contribuiranno a un miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie italiane. Questo scenario potrebbe portare a un aumento della fiducia dei consumatori e a una ripresa più solida dei consumi interni.

Inoltre, la riduzione dell’inflazione e il rafforzamento del potere d’acquisto potrebbero avere effetti positivi anche sul mercato del lavoro, favorendo l’occupazione e, di conseguenza, migliorando ulteriormente la stabilità economica delle famiglie.

In sintesi, il 2024 ha già segnato un anno di ripresa per le famiglie italiane, con un aumento del potere d’acquisto e una riduzione dei prezzi. Le prospettive per il 2025 sono altrettanto promettenti, grazie alla frenata dell’inflazione e al calo dei tassi di interesse. Questi fattori, uniti ai rinnovi contrattuali, garantiranno una maggiore stabilità finanziaria per le famiglie italiane, favorendo una ripresa sostenibile dell’economia domestica. Con un clima economico più favorevole, le famiglie potranno affrontare con maggiore serenità le sfide future, contribuendo al rafforzamento dell’economia nazionale.

Economia

La crisi dell’auto colpisce Bosch: previsti 5.500 tagli globali

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La crisi che sta investendo l’industria automobilistica continua a farsi sentire, colpendo duramente anche Bosch, uno dei principali fornitori mondiali di tecnologie e componenti per veicoli. L’azienda ha annunciato un piano di riduzione del personale che coinvolgerà circa 5.500 dipendenti a livello globale, con una significativa concentrazione di tagli in Germania, dove si prevede la perdita di 3.800 posti di lavoro.

Il settore automobilistico sta attraversando una fase di trasformazione epocale, caratterizzata da:

  1. Maggiore concorrenza: La crescente presenza di competitor, soprattutto asiatici, sta mettendo sotto pressione i produttori tradizionali.
  2. Riduzione della domanda: Le vendite di veicoli, soprattutto con motore a combustione, sono in calo a causa della transizione verso l’elettrico e del rallentamento economico globale.
  3. Pressione sui prezzi: I costi per mantenere competitivi i prodotti tradizionali, uniti agli investimenti necessari per sviluppare nuove tecnologie, stanno riducendo i margini di profitto.

Bosch, leader nelle tecnologie per motori a combustione, si trova a dover affrontare un cambiamento strutturale. La transizione verso veicoli elettrici e sostenibili sta cambiando radicalmente la domanda di componenti, riducendo l’importanza dei sistemi tradizionali per motori termici, di cui Bosch è uno dei principali fornitori.

In Germania, cuore produttivo dell’azienda, la situazione appare particolarmente critica. La chiusura o il ridimensionamento di alcune fabbriche e il passaggio verso produzioni più moderne comportano difficoltà per migliaia di lavoratori, soprattutto nelle aree tradizionalmente legate alla produzione automobilistica.

Nonostante la crisi, Bosch ha dichiarato di voler rafforzare i propri investimenti nelle tecnologie legate all’elettrificazione, alla guida autonoma e alla digitalizzazione dei veicoli. L’obiettivo è rimanere competitivi in un mercato che sta rapidamente evolvendo, ma ciò comporta una dolorosa fase di ristrutturazione.

La crisi di Bosch è solo uno degli esempi più evidenti di come l’intero settore automobilistico europeo stia affrontando una sfida senza precedenti, diviso tra la necessità di innovare e il peso di una transizione tecnologica ancora in corso.

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Economia

Piazza Affari avvio in rialzo, Ftse Mib +0,64%

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Avvio di seduta in rialzo a Piazza Affari dopo i primi scambi. L’indice Ftse Mib, alla prima
rilevazione, segna un +0,64% a quota 33.509 punti, anche l’Ftse All Share guadagna +0,60% a 35.650 punti. In salita anche l’Ftse Star che segna +0,25% a 4.748,09 punti.

 

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Economia

Sace, focus sul Piano Mattei per le imprese italiane

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Un percorso formativo dedicato alle imprese italiane che desiderano acquisire competenze per operare nelle geografie incluse nel Piano Mattei, che mira a creare relazioni commerciali e valorizzare le eccellenze italiane. E’ “Africa Champion Program”, lanciato da Sace con il patrocinio del ministero degli Esteri e con il supporto della struttura di missione per l’attuazione del Piano Mattei della Presidenza del Consiglio dei ministri insieme ad attori istituzionali come l’Agenzia Ice, Cop, Simest, Confindustria Assafrica & Mediterraneo e Càmara de Comèrcio Mocambique-Itàlia, che prenderà ufficialmente il via nel 2025.
“Si tratta di un programma di formazione e di incontri con quelli che possono essere i nuovi player con cui le aziende italiane possono confrontarsi in Africa. Assieme al mondo delle istituzioni italiane e agli attori del sistema, vogliamo accompagnare questo avvicinamento verso l’Africa e lo possiamo fare perchè partiamo da quella che è la nostra conoscenza di quel territorio. Dall’inizio del Piano Mattei abbiamo già realizzato 1,2 miliardi di iniziative e da qui stiamo partendo per far si che ci sia uno slancio ancora maggiore per le Pmi per entrare in Africa”, ha spiegato Alessandra Ricci, Ad di Sace, sottolineando come l’attuale situazione geopolitica non sta creando difficoltà in quanto “ha investito altre aree. Noi avevamo già identificato l’Africa come uno dei potenziali Paesi cosiddetti gate, infatti, stiamo aprendo una nuova sede a Rabat in Marocco in aggiunta alle altre due sedi a Il Cairo e Johannesburg”.
Per Alessandro Terzulli, Chief Economist di Sace, si tratta di “un Continente dalle alte potenzialità, è posizionato per cogliere alcuni macro trend che sempre più si affermeranno come quello demografico, quello dello sviluppo di una classe media, dell’urbanizzazione, quello tecnologico. E’ necessario un approccio di traino per le nostre imprese affinchè possano cogliere le potenzialità, ma è improntare anche l’aspetto bilaterale”.
Il progetto si articola in due fasi: un percorso formativo suddiviso in 3 moduli con approfondimenti verticali su Costa D’Avorio, Egitto, Marocco, Mozambico, Tunisia, Kenya e su tre settori chiave: energia, infrastrutture e agroalimentare; Business Matching, ovvero una seconda fase dedicata alla creazione di opportunità commerciali mediante sessioni di business matching, tra imprese italiane e controparti africane, anche nell’ambito del programma di push strategy di Sace.
Africa Champion Program è solo l’inizio di una serie di opportunità di confronto e condivisione di visioni e strumenti concreti a supporto delle imprese italiane che sono interessate ad approcciare il mercato africano o che sono già presenti e intendono potenziare la loro presenza nell’area geografica. L’Africa guarda al futuro con lo slancio di una regione che, dopo anni non facili, mira a essere la prossima protagonista della crescita globale. Pur con le consuete, profonde differenze tra gli oltre 50 Paesi che compongono il continente africano, si evidenziano segnali positivi provenienti da mercati di interesse per le nostre imprese. L’interscambio tra Italia e Africa ha già mostrato notevoli potenzialità nel corso del 2024 raggiungendo 60 miliardi di euro, come mostrano i dati Istat raccolti dall’Ufficio Sudi di Sace. Le previsioni sul 2025 sono positive: è previsto infatti un incremento del 7,7% nel Nord Africa e dell’8,5% nell’Africa Subsahariana, considerando rispettivamente 14 miliardi e 6,5 miliardi di, export italiano registrati nel 2023. In questo contesto, il nuovo approccio di Sace per l’Africa ha visto una crescente esposizione verso il continente: dal 2022 Sace ha deliberato 1,2 miliardi nel 2024, data di inizio del Piano Mattei. Alla tradizionale offerta export credit, in collaborazione con la Struttura di Missione del Piano Mattei Sace ha aggiunto l’operatività push per rafforzare il ruolo delle imprese italiane in Africa, individuando geografie ad alto potenziale come Costa d’Avorio, Senegal e la prima operazione di Push Strategy in Benin, concedendo una garanzia a copertura di un finanziamento di 120 milioni di euro destinato al Ministero delle Finanze del Benin. Inoltre Sace ha garantito il primo finanziamento da 100 milioni di euro alla banca multilaterale di sviluppo Trade Development Bank (TDB) per favorire la crescita sostenibile e l’integrazione regionale africana, aumentando le opportunità di export per le imprese italiane.

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