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Economia | Fegica-Cisl: “ddl carburanti carente, non prevede chiusura di 7-8mila impianti, regole solo per i nuovi”

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La riforma della rete di distribuzione dei carburanti, attualmente al centro del dibattito, è oggetto di critiche da parte della Fegica-Cisl, il sindacato dei gestori di carburanti, che ha espresso la sua opposizione al disegno di legge in discussione. Secondo il sindacato, la riforma sarebbe incompleta e non affronterebbe adeguatamente alcune problematiche cruciali.

Uno dei punti principali sollevati riguarda l’assenza di misure che impongano la chiusura dei vecchi impianti: le nuove normative, infatti, si applicherebbero soltanto alle stazioni di servizio di nuova costruzione, mentre quelle esistenti non sarebbero soggette alle stesse regole più rigide. Questo, secondo la Fegica-Cisl, rappresenterebbe un limite significativo, poiché non favorirebbe un rinnovamento complessivo della rete di distribuzione.

Inoltre, la transizione ecologica – uno degli obiettivi chiave della riforma – viene giudicata insufficiente. La previsione di installare colonnine di ricarica elettrica riguarda solo i nuovi impianti, lasciando quelli già esistenti senza obblighi di adeguamento alle nuove tecnologie. Il sindacato sostiene che, al contrario, le stazioni di servizio già operative dovrebbero essere potenziate con infrastrutture per l’elettrico e altre fonti energetiche alternative, per favorire una vera transizione verso forme di energia più sostenibili.

La Fegica-Cisl ha inoltre evidenziato come la riforma potrebbe avvantaggiare in modo sproporzionato i grandi gruppi petroliferi, definendo la proposta di legge un “regalo” per questi operatori. A loro avviso, non vengono affrontati con la dovuta attenzione i problemi dei piccoli gestori, che rischiano di essere penalizzati in un contesto sempre più competitivo e dominato dalle grandi compagnie.

Il sindacato ha chiesto al governo di fornire chiarimenti in merito agli approfondimenti e alle valutazioni politiche che hanno portato allo slittamento del disegno di legge, ritenendo necessaria una revisione delle proposte per garantire maggiore equità e sostenibilità nel settore della distribuzione dei carburanti.

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Andrea Orcel premiato come “Inseader of the year 2024”

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Andrea Orcel, CEO di UniCredit Group, è stato votato e premiato come “Inseader of the year 2024” per l’Italia, ovvero la personalità dell’anno tra gli alumni dell’Insead, una delle più prestigiose business school al mondo, con sede a Fontainebleau, in Francia, e campus a Singapore, Abu Dhabi e San Francisco.
Orcel è stato premiato – come recita la motivazione del premio – “per la sua visione, leadership e straordinario percorso professionale che hanno avuto un impatto profondo sul settore bancario internazionale, guidando uno dei maggiori istituti bancari europei attraverso sfide complesse, promuovendo l’innovazione e l’eccellenza”.

Il CEO di UniCredit è stato premiato nella serata di ieri, nel corso di un evento a Milano organizzato dall’Associazione italiana degli alumni dell’Insead; l’appuntamento ha avuto inoltre lo scopo di raccogliere fondi per sostenere una borsa di studio MBA per uno studente italiano.
Orcel è Group Chief Executive Officer di UniCredit; guida la banca paneuropea attraverso un processo di digitalizzazione e semplificazione, sostenuto da un’attenzione continua verso i suoi clienti. E’ uno dei principali esperti nel settore bancario in Europa, con una comprovata esperienza di successo in ruoli di alto livello in diverse importanti istituzioni finanziarie in tutto il mondo. Durante la sua carriera come senior investment banker, Andrea Orcel ha lavorato su alcune delle più innovative e complesse fusioni e acquisizioni e transazioni di mercato dei capitali a livello globale.

– foto ufficio stampa Insead –

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Ascensori, Consorzio per l’Italia “No alla riduzione dei controlli”

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 “La proposta di ridurre la frequenza dei controlli obbligatori semestrali e biennali sugli ascensori a un anno e tre anni non ci trova assolutamente d’accordo”. E’ quanto dichiara all’agenzia Italpress Salvatore Nasca, imprenditore palermitano, da oltre 35 anni nel settore, co-fondatore del “Consorzio per l’Italia”, organismo no profit al quale aderiscono oltre 120 imprese del settore ascensoristico.
La proposta di alcuni deputati altoatesini prevede di modificare il Decreto del Presidente della Repubblica numero 162 del 20 aprile 1999 passando così a controlli annuali per gli ascensori, biennali per i montacarichi e da due a tre anni quelli dell’ente super partes, nominato dai proprietari, che si occupa della verifica sulla sicurezza.
“Il Consorzio per l’Italia si sta battendo per bloccare questo scempio! E’ a rischio la sicurezza di oltre 50 milioni di persone – afferma Nasca -. Tra l’altro, parliamo di un risparmio di una manciata di euro a famiglia. E’ una scelta che non si giustifica. Ricordiamo che l’Italia è il secondo paese al mondo con circa 500 incidenti in un anno e che circa la metà degli ascensori presenti, oltre 500 mila, possono essere considerati obsoleti, quindi i controlli andrebbero fatti ancora più spesso. L’ascensore è a tutti gli effetti un mezzo di trasporto, così come dice lo stesso decreto e quindi in un momento in cui si parla tanto di patente a punti e di aumentare la sicurezza in tutti i settori dimezzare i controlli sarebbe un controsenso”.

 

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Buoni pasto, Ancd “Positivo il tetto massimo del 5% alle commissioni”

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L’Associazione Nazionale Cooperative Dettaglianti (ANCD), che rappresenta le cooperative del mondo Conad, esprime soddisfazione per l’introduzione di un tetto massimo del 5% alle commissioni applicate ai buoni pasto. “Accogliamo con soddisfazione l’introduzione nel DDL Concorrenza di un tetto massimo del 5% alle commissioni delle società emettitrici sul valore dei buoni pasto, così come già avvenuto per quelli usati dai dipendenti degli enti pubblici – ha dichiarato Alessandro Beretta, Segretario Generale di ANCD – I commercianti associati alle cooperative Conad potranno così avere le stesse condizioni per ogni buono pasto, mettendo i loro oltre 3.500 punti vendita a disposizione delle persone che utilizzano questo importante strumento di welfare aziendale”, ha concluso Beretta.
“L’introduzione del tetto alle commissioni non avrà alcun impatto per i dipendenti delle società che li ricevono – spiega ANCD – e darà un nuovo impulso all’impiego di questo strumento perchè amplia il numero degli esercizi che li riceveranno, consentendo ai commercianti e agli operatori della ristorazione di non vedere compromessa la sostenibilità economica delle loro attività., consentendo ai commercianti e agli operatori della ristorazione di non vedere compromessa la sostenibilità economica delle loro attività”.

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