Economia
Aumento della bolletta dell’elettricità per il primo trimestre del 2025
Nel primo trimestre del 2025, le bollette dell’elettricità aumenteranno del 18,2% per i “clienti tipo” vulnerabili, come quelli serviti in Maggior Tutela. Circa 3,4 milioni di persone, tra cui anziani oltre i 75 anni, percettori di bonus sociale, disabili, residenti in moduli abitativi di emergenza o isole minori e utilizzatori di apparecchiature salva-vita, subiranno questo rincaro.
Per un “cliente tipo” vulnerabile, la spesa annuale per l’energia elettrica nel periodo tra il 1° aprile 2024 e il 31 marzo 2025 si attesterà a 523 euro, con una diminuzione del 2,1% rispetto ai 534 euro del periodo precedente. Tuttavia, per il 2025 si prevede un aumento generale del prezzo dell’energia di quasi il 30%, con un impatto significativo per chi ha un’offerta a prezzo indicizzato. Secondo Facile.it, una famiglia tipo nel mercato libero vedrà un aumento di circa 272 euro tra luce e gas, con una spesa complessiva che salirà a 2.841 euro, rispetto agli attuali 2.569 euro (+11%).
L’ARERA attribuisce l’aumento principalmente alle tensioni geopolitiche in alcune aree strategiche e al rialzo stagionale dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica, correlato alle quotazioni del gas naturale in vista della stagione invernale. L’incremento della spesa è dovuto principalmente ai costi di acquisto dell’energia elettrica (+16%), ai costi di dispacciamento (+2,4%), mentre gli oneri generali di sistema diminuiscono del 2,7% e il costo per il trasporto e la gestione del contatore aumenta del 2,5%.
Economia
Manovra finanziaria 2025: le principali novità della legge di bilancio
La legge di bilancio per il 2025 è stata approvata definitivamente dal Senato con 108 voti favorevoli, 63 contrari e un’astensione. La manovra prevede interventi per circa 30 miliardi di euro, con un costo netto di circa 15 miliardi. Tra le misure più rilevanti, c’è il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40.000 euro e l’introduzione di tre nuove aliquote IRPEF. Per i redditi superiori a 75.000 euro, le detrazioni fiscali saranno calcolate in base al “quoziente familiare”, che varia a seconda del numero di figli.
È previsto anche un bonus bebè di 1.000 euro una tantum per ogni figlio nato o adottato dal 2025, destinato a famiglie con un ISEE non superiore a 40.000 euro, e un’estensione del congedo parentale fino al 6° anno di vita del bambino, con un aumento della retribuzione all’80% e durata estesa da due a tre mesi.
Per quanto riguarda le pensioni, la legge prevede la possibilità di andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi attraverso la misura Quota 103. Viene anche riproposta l’Opzione Donna, che consente alle lavoratrici con almeno 35 anni di contributi di andare in pensione anticipata. Le pensioni minime verranno aumentate di 3 euro, portando l’assegno mensile da 614,7 euro a 617,9 euro.
Nel settore delle imprese, è stato introdotto un regime di IRES premiale che riduce l’aliquota dal 24% al 20% per le imprese che reinvestono almeno l’80% dei loro utili in beni 4.0 e 5.0. Altre modifiche riguardano l’introduzione della webtax per le aziende con fatturato superiore ai 750 milioni di euro e un aumento della tassazione sulle criptovalute al 33%, ma solo dal 2026.
La legge prevede anche un incremento dei fondi per il Ponte sullo Stretto di Messina, con 1,4 miliardi aggiuntivi, portando il costo totale a circa 13 miliardi. Sono previsti anche finanziamenti per la Tav e per la linea ferroviaria Sibari-Catanzaro. Per la Metro C di Roma, sono stati reintegrati i fondi per l’estensione della linea fino alla Farnesina.
Infine, sono previsti cambiamenti per i bonus edilizi. L’Ecobonus per la prima casa scenderà al 50%, mentre per gli altri immobili sarà al 36%. Inoltre, dal 2025, non ci saranno più agevolazioni per le caldaie alimentate con combustibili fossili, in linea con le direttive europee sulle Case Green.
Economia
Ministro Urso e Ministra Calderone impegnati per la continuità della produzione dello zinco in Sardegna
Il ministro Adolfo Urso e la ministra Marina Calderone sono intervenuti a Portovesme, in Sardegna, per ribadire l’importanza strategica della linea di produzione dello zinco per l’industria italiana e il futuro del territorio. Durante un incontro con i sindacati, Urso ha sottolineato che l’area industriale del Sulcis è cruciale per lo sviluppo della Sardegna e dell’intero Paese, e ha annunciato che il governo è al lavoro per garantire la continuità produttiva.
“Riteniamo che questa area e questo stabilimento siano molto importanti per lo sviluppo industriale del Paese. Siamo qui per capire come poter garantire la transizione con altri investitori che potrebbero prendere in carico questa attività. Non molleremo, la Cig (Cassa Integrazione Guadagni) non è la soluzione”, ha dichiarato Urso.
Dal canto suo, la ministra Calderone ha insistito sul fatto che il governo non farà “sconti” a chi non si impegna concretamente per il futuro del territorio e dei suoi abitanti. “Il conto che presenteremo alla Portovesme srl sarà molto caro: non si può giocare con il futuro delle famiglie e di un territorio che ha già pagato un prezzo molto alto”, ha affermato. Calderone ha ricordato che, pur essendo a disposizione gli ammortizzatori sociali, l’obiettivo principale è garantire la continuità della produzione. “Il piombo e lo zinco sono essenziali per progetti importanti come l’Einstein Telescope”, ha aggiunto, sottolineando che il governo non può permettere a un imprenditore di lasciare senza offrire un futuro al territorio.
Il governo continua a lavorare per assicurare che l’industria sarda possa rimanere competitiva e sostenibile nel lungo periodo.
Economia
Aumenti delle pensioni nel 2025: ecco cosa cambia
A partire dal 1° gennaio 2025, scattano i nuovi aumenti delle pensioni previsti dalla legge sulla rivalutazione. L’incremento sarà dello 0,8%, ma l’importo finale dipenderà dal reddito del pensionato. Il meccanismo prevede tre fasce: il 100% per gli assegni fino a tre volte il trattamento minimo, il 90% per quelli tra 4 e 5 volte il minimo, e il 75% per gli importi superiori.
Per esempio, chi ha una pensione di 1.000 euro vedrà un aumento di 8 euro lordi al mese, mentre con una pensione di 2.000 euro l’incremento sarà di 16 euro. Pensioni più alte vedranno aumenti fino a 30 euro per quelle da 4.000 euro lordi al mese.
Per quanto riguarda le pensioni minime, è previsto un aumento aggiuntivo del 2,2%, che porterà l’importo da 614,77 euro a 616,67 euro. Sebbene l’aumento sia esiguo, senza l’intervento del governo le pensioni minime sarebbero rimaste appena sopra i 600 euro.
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