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Economia

Aumenta la spesa irregolare nel bilancio dell’Unione Europea

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Come per gli esercizi precedenti, il livello di errore stimato nella spesa di bilancio dell’UE è aumentato, stando alla relazione annuale della Corte dei conti europea pubblicata in data odierna. La Corte avverte inoltre dei crescenti rischi finanziari per il bilancio dell’Unione, causati da un debito record, dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e dall’elevato tasso di inflazione.
La Corte, pur concludendo che i conti dell’UE per l’esercizio finanziario 2023 forniscono un’immagine fedele e veritiera della situazione finanziaria e che le entrate possono essere ritenute prive di errore, esprime la propria preoccupazione, perchè per i 191,2 miliardi di euro di spese finanziate dal bilancio dell’UE il livello di errore è aumentato fino al 5,6 % (2022: 4,2%; 2021: 3%). Per di più, è inficiata da irregolarità anche una parte dei 48,0 miliardi di euro spesi nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), il principale pilastro del pacchetto dell’UE NextGenerationEU (NGEU) per la ripresa dalla pandemia. La Corte ha riscontrato pagamenti effettuati senza che fossero state soddisfatte tutte le condizioni applicabili, nonchè debolezze nei sistemi di controllo degli Stati membri.

“Con il periodo finanziario 2021-2027 che arriva a metà percorso, le constatazioni contenute nella nostra relazione annuale mettono in evidenza problematiche cruciali per il bilancio dell’UE, tra cui alti livelli di spesa irregolare”, ha affermato Tony Murphy, Presidente della Corte. “Tali problematiche sottolineano la necessità di disporre di solide strutture di controllo e di rendicontabilità, sia a livello di Stati membri che dell’UE, al fine di preservare la fiducia dei cittadini e tutelare le future dotazioni finanziarie dell’UE”, ha aggiunto.
Come per gli ultimi quattro esercizi, la Corte ha concluso che il livello di errore stimato era rilevante e pervasivo e, pertanto, ha emesso un giudizio di audit negativo sulla spesa dell’UE relativa al 2023.

La Corte sottolinea che l’ingente aumento del tasso di errore stimato è causato in gran parte dagli errori rilevati nella spesa per la coesione, che raggiungono il 9,3% (2022: 6,4%). Secondo la Corte, una delle ragioni per cui le amministrazioni nazionali stentano ad assicurare un finanziamento appropriato dei progetti di coesione potrebbe risiedere nel fatto che devono spendere in tempi stretti denaro proveniente da fondi dell’UE che sono in concorrenza tra loro. Dato che i progetti inficiati da errore corrispondono a quelli finanziati nel quadro dell’RRF e sono spesso controllati dagli stessi organismi nazionali, la Corte segnala che anche la spesa finanziata dall’RRF rischia di essere soggetta a tipologie di errore simili. Tuttavia, nell’ambito dell’RRF, il rispetto delle norme UE e nazionali non costituisce un prerequisito per l’effettuazione dei pagamenti agli Stati membri e non viene dunque verificato sistematicamente.

Il 2023 è stato il terzo anno di attuazione dell’RRF, nel cui ambito i paesi dell’UE ricevono fondi al raggiungimento di traguardi e obiettivi predefiniti. Nel 2023 sono stati effettuati 23 pagamenti di sovvenzioni a 17 Stati membri.
La Corte ha rilevato che circa un terzo di detti pagamenti a fondo perduto a valere sull’RRF non rispettava le norme e le condizioni applicabili, al punto che sei pagamenti erano inficiati da un livello di errore rilevante. La Corte ha individuato anche casi di debolezze nella concezione dei traguardi e degli obiettivi, nonchè problemi persistenti connessi all’attendibilità delle informazioni incluse dagli Stati membri nelle rispettive dichiarazioni di gestione. La Corte ha formulato quindi un giudizio con rilievi sulla spesa a titolo dell’RRF.
Secondo la Corte, i dati relativi al bilancio dell’UE mostrano che talune situazioni richiedono una particolare attenzione. L’importo totale di impegni non ancora liquidati, che si tradurranno in futuri obblighi di pagamento se non disimpegnati, ha raggiunto il livello record di 543 miliardi di euro alla fine del 2023 (2022: 452,8 miliardi di euro).

Al contempo, il debito dell’UE ha subito un’impennata, raggiungendo i 458,5 miliardi di euro nel 2023 (2022: 348 miliardi di euro), aumentando cioè del 32 %, per effetto principalmente dei nuovi prestiti assunti per NGEU, pari a 268,4 miliardi di euro. Il debito dell’UE adesso è quasi raddoppiato rispetto al 2021, quando si collocava a 236,7 miliardi di euro. Così l’UE è ora uno dei maggiori emittenti di debito in Europa, benchè non sia chiaro se la proposta sulle risorse proprie presentata dalla Commissione genererà entrate sufficienti a rimborsare il debito connesso all’NGEU. Si stima che i costi aggiuntivi dell’indebitamento per l’NGEU siano compresi tra i 17 e i 27 miliardi di euro.

La Corte sottolinea inoltre che l’elevato tasso di inflazione continua ad incidere negativamente sul bilancio dell’UE. Basandosi sulle previsioni di inflazione della Commissione, la Corte stima che il bilancio dell’UE possa perdere quasi il 13 % del proprio potere d’acquisto entro la fine del 2025. L’esposizione complessiva del bilancio dell’UE, che misura il rischio connesso alle garanzie prestate dal bilancio dell’UE e alle passività potenziali, era di 298,0 miliardi di euro alla fine del 2023 (in aumento rispetto ai 248,3 miliardi di euro del 2022).

L’assistenza finanziaria dell’UE all’Ucraina è più che raddoppiata nel 2023, passando da 16 a 33,7 miliardi di euro. La Corte avverte che trasferire nel futuro i rischi di eventuali inadempienze nei rimborsi dei prestiti potrebbe mettere il bilancio dell’UE sotto pressione. Inoltre, mette in evidenza i notevoli rischi associati allo strumento per l’Ucraina istituito nel 2024 per fornire sostegno finanziario di un importo aggiuntivo massimo di 33 miliardi di euro sotto forma di prestiti per il periodo 2024-2027, a fronte del quale non è previsto l’obbligo di costituire accantonamenti.

– Foto Agenzia Fotogramma –

Economia

Formazione motore di cambiamento nell’era Twin Transition

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E’ stato presentato il Rapporto Fondimpresa – Inapp “La sfida della formazione in azienda nell’era delle twin transition”. Il rapporto, che nasce da una indagine promossa da Inapp e Fondimpresa, analizza i risultati degli interventi di formazione continua in Italia di oltre 100 casi aziendali e sull’indagine rilevazione delle opinioni dei lavoratori e delle aziende che hanno coinvolto più di 10.000 lavoratori in aziende che occupano circa 400.000 dipendenti. L’analisi pone particolare attenzione sull’efficacia della formazione continua per potenziare le competenze dei lavoratori, al fine di rendere sostenibili le transizioni digitali e ambientali nella produzione e nelle organizzazioni del lavoro.

I risultati ottenuti nel corso del 2022, illustrati da Valentina Ferri (ricercatrice Inapp), Maurizio Bernava e Nausica Iencenelli (Fondimpresa), mettono in evidenza che il 40,1% lavora in imprese che ha investito in transizione verde ed è stato coinvolto in progetti sulle tecnologie abilitanti Industria 4.0. I corsi “green” hanno riguardato maggiormente il miglioramento dei prodotti e dei processi sul versante della sostenibilità ambientale (13,8%) e l’introduzione di nuovi prodotti e processi nelle organizzazioni del lavoro (6,8%). Questi progetti formativi hanno registrato una particolare concentrazione nelle aree del Nord Italia. L’incremento dei programmi è stato significativo nel periodo post pandemia Covid, questi ultimi contribuendo ad un significativo miglioramento della produttività e della competitività aziendale e al rafforzamento delle competenze dei lavoratori.

I risultati dell’indagine sono stati commentati dal Presidente di Fondimpresa Aurelio Regina, da Massimo Temussi, Direttore Generale delle Politiche attive per il lavoro, e da Simonetta Ponzi, Consigliera del CDA di Fondimpresa.
Aurelio Regina, ha dichiarato: “la collaborazione istituzionale tra Inapp e Fondimpresa è ormai al suo quinto anno, abbiamo dimostrato che unendo le nostre esperienze e peculiarità si può dar vita a qualcosa di unico come il rapporto sul monitoraggio valutativo delle attività formative svolte dalle aziende, in questa edizione vengono analizzati piani che hanno riguardato le due transizioni, quella digitale e tecnologica e quella green, energetica ed ambientale. Trovo che questo tipo di attività qualitativa sulle attività svolte, anche se naturalmente a campione, visti i nostri numeri, sia molto Europeo, e leghi con trasparenza sia la nostra attività sia i risultati raggiunti a degli standard sempre più elevati.

La transizione tecnologica e digitale e la transizione green non sono più un optional, ma una necessità imprescindibile per imprese e lavoratori che intendano rimanere saldi e prosperi nel panorama economico contemporaneo”.
Nell’intervento conclusivo il Presidente dell’Inapp Natale Forlani ha sottolineato “il successo della progettazione degli interventi che associano l’introduzione di nuove tecnologie nelle organizzazioni del lavoro con i programmi mirati di formazione continua dei lavoratori che favoriscono il pieno sviluppo delle potenzialità degli investimenti e della produttività. Sono esempi che vanno implementati con il supporto dei fondi interprofessionali. I medesimi promossi dalle parti sociali anche nei settori che registrano una presenza diffusa di piccole imprese, e assunti nei programmi di politica attiva del lavoro per l’inserimento lavorativo dei giovani in uscita dai percorsi scolastici e universitari. Il rifinanziamento del fondo per le nuove competenze può diventare l’occasione per diffondere queste buone pratiche e aumentare il numero delle imprese e dei lavoratori coinvolti”.
-foto xb1 Italpress-

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Intesa Sanpaolo, nasce area Chief Security Officer affidata a De Vita

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Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo, che si è riunito sotto la Presidenza di Gian Maria Gros-Pietro, ha deliberato la costituzione della nuova Area di Governo ‘Chief Security Officer’, a diretto riporto del Consigliere Delegato e CEO Carlo Messina, affidata ad Antonio De Vita.
All’Area di Governo di nuova costituzione è affidato il presidio della sicurezza fisica, informatica (cyber security) e della continuità operativa (business continuity). Si garantisce così: un unico punto di presidio dei modelli e delle soluzioni in materia di sicurezza; la governance del budget; l’identificazione delle priorità; il consolidamento dell’adesione ai migliori standard e modelli internazionali in materia di sicurezza. Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, ha commentato: “Il Generale De Vita porta in Intesa Sanpaolo la sua esperienza, competenza e autorevolezza per potenziare un ambito di rilievo fondamentale per la Banca. Grazie al suo ingresso nel Gruppo e con la costituzione della nuova Area saremo in grado di garantire focalizzazione, investimenti e risorse sulla sicurezza, in tutti i suoi complessi aspetti, con particolare riferimento a quelli tecnologici”.

– Foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –

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Mozzarella Dop, campagna nella Metro/Rer B per il Sial di Parigi

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Per il 57 per cento dei francesi la presenza del logo del Consorzio di Tutela sulle confezioni di mozzarella di bufala campana è garanzia di qualità e nei prossimi tre anni il 40 per cento dei giovani francesi under 30 dichiara che aumenterà i consumi di bufala campana. A scegliere questa eccellenza sono sempre più le donne tra i 30 e i 44 anni, che la amano perchè è fresca e rappresenta un simbolo della cucina italiana. Lo rivela la survey di Nomisma dedicata al mercato francese della mozzarella Dop. La Francia si conferma il primo Paese mozzarella-lover, con una quota di export pari al 29 per cento nel 2023.

E’ con questi numeri che il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop si presenta al Sial 2024, il salone internazionale dell’agroalimentare, principale fiera del settore in Europa, in programma dal 19 al 23 ottobre. La Bufala Campana sarà in collettiva con Afidop, l’associazione dei formaggi Dop italiani, nella Hall 7 B 109. Tante le attività previste, tra degustazioni e show cooking. Il 20 ottobre sarà organizzata una serata di gala dedicata ai formaggi Made in Italy nella sede dell’Automobile Club de France, in Place de la Concorde. Per l’occasione sarà presentata una ricetta speciale, creata dalla chef Carla Ferrari, finalista alla trasmissione televisiva “Top Chef Francia” 2023. Sarà lei a preparare un inedito maritozzo salato alla mozzarella di bufala Dop, con maionese alle alici di Cetara, pomodori del piennolo semi-confit e basilico, un vero e proprio omaggio tricolore al Sud Italia.

“Puntiamo a presidiare sempre più il mercato francese, non solo perchè detiene il primato del nostro export, ma perchè continua a testimoniare di saper valorizzare la qualità, nonostante le difficoltà della congiuntura internazionale”, commenta il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo.
A rafforzare la presenza della mozzarella di bufala campana Dop in Francia durante il Sial, infatti, arriva anche un’altra iniziativa del Consorzio: una campagna promozionale di affissioni nelle principali stazioni della metro/Rer B dirette alla fiera, come Gare du Nord o Les Halles, dove campeggeranno i manifesti con il claim “Le cuop de foudre” (Il colpo di fulmine) su una mozzarella trafitta da una freccia d’amore, quello scoccato tra la Francia e la Bufala Campana.

– foto ufficio stampa Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop –

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