curiosità
USA | Delfino ucciso a colpi di pistola: è caccia al killer, taglia da quasi 20mila euro
Si è aperta una caccia al killer di delfini in Louisiana, negli Stati Uniti, dove le autorità stanno cercando il responsabile della morte di un delfino, colpito da diversi spari di arma da fuoco. La carcassa del delfino è stata scoperta lo scorso marzo da passanti sulla spiaggia, e nonostante l’intervento dei soccorsi, gli operatori non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’animale. Gli esperti dell’Audubon Aquarium Rescue e dell’Audubon Nature Institute di New Orleans hanno eseguito l’autopsia, rivelando che il delfino è stato colpito da diversi proiettili, due dei quali hanno raggiunto il cuore e il cervello.
I veterinari che hanno esaminato la carcassa del delfino sono rimasti sconvolti dalla scoperta della causa della morte: una violenza estrema e proiettili conficcati in varie parti del corpo. La morte è stata causata da tutti questi traumi simultanei, suggerendo che il delfino sia stato bersagliato di colpi, in un atto che sembra essere stato una vera e propria esecuzione. Un crimine ancora senza colpevole e con un movente difficile da individuare. L’Office of Law Enforcement della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), un’agenzia scientifica specializzata in meteorologia e ricerca marina, ha offerto una ricompensa di 20.000 dollari (circa 19.000 euro) per chiunque fornisca informazioni utili per rintracciare e portare alla giustizia il responsabile. Negli Stati Uniti, uccidere un cetaceo è considerato un reato federale.
curiosità
Il fenomeno del “canepardo”? Di cosa si tratta?
Negli ultimi giorni, l’idea del “canepardo” ha catturato l’attenzione sul web, portando molti a chiedersi se esista davvero un incrocio tra cane e leopardo. In realtà, non si tratta di una nuova specie, ma di un fenomeno nato da un video virale in cui un cane è stato colorato per assomigliare a un leopardo. Questa trasformazione è un esempio di “artistic grooming”, la tendenza a colorare e tagliare il pelo dei cani per scopi estetici, sollevando però alcune domande sul benessere animale.
il caso del “canepardo” sui social
L’idea del “canepardo” ha iniziato a circolare dopo che un parrucchiere ha deciso di tingere il proprio cane per assomigliare a un leopardo, presentandolo sui social come una nuova “razza”. Il cane, protagonista di vari video, è stato accolto con curiosità e stupore, generando una vasta eco mediatica. Anche se non si tratta di un vero incrocio genetico, l’immagine del “canepardo” ha spinto molte persone a cercare chiarimenti.
artistic grooming e benessere animale
L’artistic grooming, cioè l’arte di colorare e acconciare il pelo dei cani, è una tendenza diffusa che spesso sfocia in veri e propri “look” creativi. Tuttavia, questo tipo di interventi estetici può influire sul benessere dei cani. Il pelo dei cani ha un ruolo importante per la loro salute: li protegge e contribuisce alla termoregolazione. Modificarne l’aspetto e la consistenza, sebbene talvolta innocuo, potrebbe causare stress o disagio negli animali, che non possono esprimere il loro consenso.
segni di disagio nei cani
I cani mostrano segnali specifici quando sono a disagio, come sbadigliare ripetutamente, leccarsi il muso o mostrare posture tese. Questi comportamenti possono essere interpretati come un modo per segnalare che una situazione non è confortevole per loro. Anche se un cane si lascia colorare, questo non implica che ne tragga piacere; al contrario, potrebbe semplicemente adattarsi alla volontà del proprietario, senza però esserne realmente contento.
rispettare la natura del cane
I cani si affidano alle cure degli esseri umani, e per questo motivo è importante che i loro bisogni siano sempre rispettati. Lasciare che gli animali mantengano la loro naturale apparenza e comportamenti è fondamentale per il loro benessere. Anziché trattare il cane come un oggetto estetico, è più appropriato proporre attività che rispecchino le sue esigenze naturali, garantendo così una vita serena e in armonia con la sua natura.
curiosità
SAI CHE… Le Piramidi Maya hanno “Un anno” di gradini?
Le piramidi Maya, costruite tra il IX e il XII secolo, rappresentano alcuni dei più straordinari monumenti dell’America centrale. A differenza delle piramidi egizie, queste strutture iconiche sono caratterizzate da scalinate che si innalzano su ciascun lato, simbolo di una connessione profonda con il ciclo del tempo e l’universo.
Uno degli esempi più noti è la Piramide di Kukulkan, situata a Chichen Itza, sito riconosciuto dall’UNESCO. Alta 30 metri, questa piramide è dedicata al dio serpente piumato Quetzalcoatl e comprende un totale di 365 gradini: 91 per ogni lato più uno che conduce al tempio sommitale. Questo numero non è casuale, ma riflette l’interesse dei Maya per il calendario e il passare del tempo. La piramide fungeva infatti da enorme calendario, utilizzato durante cerimonie rituali per scandire l’anno.
Oltre al loro genio architettonico, i Maya erano noti per la loro avanzata conoscenza dell’astronomia, influenzando profondamente le civiltà successive come quella azteca. Seppur legati a pratiche religiose che includevano i sacrifici umani, i Maya avevano metodi meno cruenti rispetto ad altri popoli, impiegando erbe e veleni anziché brutalità.
Le piramidi Maya non sono solo testimonianze di un’antica grandezza, ma anche simboli della sofisticata comprensione che questa civiltà aveva del mondo naturale e spirituale.
curiosità
SAI CHE… esiste una classifica dei popoli più stressati?
Secondo una classifica elaborata da esperti di un’azienda olandese che si occupa di benessere, i greci sono i più stressati tra i popoli europei. Seguono i turchi al secondo posto e i portoghesi al terzo. Tra gli altri Paesi in classifica ci sono Malta, Cipro, Irlanda e Spagna. Gli italiani si trovano all’ottavo posto, precedendo francesi e svizzeri.
La classificazione dello stress si basa su dati provenienti dal Global Burden of Diseases, uno studio della rivista medica Lancet che analizza periodicamente lo stato di salute globale, compresa la salute mentale. Sono stati considerati fattori come lo stress percepito, la prevalenza di ansia e depressione, la percezione di tristezza e gioia, e le ore lavorative settimanali per le persone di età compresa tra 15 e 64 anni. I dati sono stati integrati anche con i sondaggi condotti da Eurostat e da Gallup.
L’indagine ha coinvolto tutti i Paesi europei ad eccezione della Russia e dell’Ucraina, le cui situazioni attuali a causa del conflitto sono ritenute poco affidabili per questo tipo di analisi.
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